RICCARDO ROSSI RACCONTA PREGI E DIFETTI DELLA VITA (E DEGLI UOMINI)
"A teatro il pubblico è come una unica e grande entità. Fa quasi impressione l' emozione che sa dare. Ho grande rispetto per chi la sera esce di casa, magari dopo una giornata faticosa a lavoro, e paga un biglietto per vedere uno spettacolo. E' bello sapere che ancora oggi la gente va a teatro. E' alla ricerca di racconti veri, di ascoltare storie. E a teatro, poi, c'è ancora spazio per l' innovazione". Riccardo Rossi, dopo il successo con la "data zero" a Tuscania (Viterbo) e una tappa a Latina (il 12 e 13 marzo) arriva a Roma: sarà in scena alla Sala Umberto dal 15 al 27 marzo (per poi proseguire in altre città italiane) con "That' s Life! Questa è la vita!", il suo nuovo spettacolo teatrale scritto insieme ad Alberto Di Risio. Protagoniste sono le fasi della vita: "Che cos'è la vita? Una risposta non c'è, perché è diversa per ogni individuo. Ma per ogni fase della vita ognuno di noi ha qualcosa in comune. Da adolescenti seguivamo le mode e vestivamo tutti allo stesso modo, superati i 50 facciamo tutti più o meno quattro conti con esami clinici e check-up fisici vari. L' età migliore? 40 anni. I 50? Il giro di boa. I 20? Magari averceli ancora. I 90? Arrivarci". Con "That' s Life! Questa è la vita!" l' attore romano - che a teatro ha interpretato "Pagine Rossi", una serie di monologhi comici e "La più bella serata della vostra vita" e, ancora, "Per fortuna che c'è Riccardo" e "Stasera a casa Rossi" - racconta la sua personale visione della vita, con tutte le sue storpiature, goffaggini e impacci: "Il segreto per raccontare è saper osservare. Io ho imparato ad appuntarmi le cose. Sono diventato un buon osservatore. Ho imparato a guardare bene chi mi circonda. L' osservazione è la vera qualità che deve avere chi fa questo lavoro. Per raccontare bisogna saper mettersi in ascolto, saper vedere cosa succede intorno". Riccardo Rossi nella sua ossessiva e maniacale "schedatura" del genere umano, dopo averci raccontato con "L' amore è un gambero" pregi e difetti dell' amore (e degli uomini), torna con questo spettacolo a raccontarci i pregi e difetti della vita (e degli uomini). "Ho preso spunto da aneddoti personali o da racconti di amici o parenti" spiega l' attore che è uno dei volti più amati dal pubblico italiano. Incredibilmente portato per la recitazione, comincia la sua carriera nel 1984 recitando nel telefilm "College", poi ne "I ragazzi della 3° C". Dopo essere apparso anche in programmi tv come "Non è la Rai", diventa il conduttore di "A tutto Disney". Passa poi a "Forum" e a "Buona Domenica", e dal 1998 al 2000, accanto a Raffaella Carrà e Sergio Japino in "Carràmba che fortuna". Diventa co-conduttore, assieme a Paola Cortellesi, di "Nessundorma", e presentatore di "Assolo" su LA7. Ha condotto "Conosco un posticino", ancora in replica su Sky, e ha fatto parte della giuria di "Cuochi&Fiamme" ("seguo tantissimo i programmi di cucina, sono pazzo di Master Chef: mi diverto a imitare Cracco") che è ancora in replica su La7d. Come uno degli autori di Fiorello, ha partecipato a "Fiorello Show": "Solo Fiorello riesce a fare il varietà a teatro. E' lui il più grande di tutti, un grande stratega. Ogni scelta che fa è la scelta giusta". (Gil)
ANTONELLA FERRARI A MILANO CON “PIU’ FORTE DEL DESTINO”
Sabato 12 marzo, alle 21, presso il Teatro Officina di Milano (via Sant’Elembardo 2) Antonella Ferrari porta in scena “Più forte del destino. Tra camici e paillette, la mia lotta alla sclerosi multipla”. Antonella, reduce dal grande successo dell’ultima tappa palermitana ritorna nella sua amata Milano per omaggiare il suo grande Maestro, Massimo De Vita. Antonella è di casa al Teatro Officina e lo considera un luogo importante della sua crescita artistica. “Massimo De Vita è stato uno dei miei maestri: una di quelle persone che mi hanno veramente reso l’attrice che sono oggi” sottolinea Ferrari. “Il Teatro Officina dà grande risalto al tema della ‘Medicina narrativa’ - prosegue Antonella - ho sempre trovato una bellissima energia, lavorando con Massimo e con la carica umoristica che mi contraddistingue ho sempre detto che lui, prima di guardare il curriculum guarda anche quante malattie hai: più sei malato e più gli piaci. Scherzi a parte, al contrario di altri registi o attori che rifuggono il dolore e la disabilità lui ha sempre ritagliato uno spazio nel suo Teatro per storie di vita vissuta come la mia”. Più Forte del destino affronta il tema della disabilità e prende in giro – a tratti - l’etichetta della diversità. Antonella Ferrari, volto noto del cinema e della televisione, oltre ad essere madrina nazionale di AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) porta sul palcoscenico la sua esperienza di vita in modo leggero, curioso, buffo, regalando anche momenti di riflessione, sempre vinti dalla grande forza d’animo. Lo spettacolo nasce dall’omonimo libro, diventato Best Seller Mondadori. Un libro autobiografico nel quale ripercorre la sua vita, le sue lotte e le sue vittorie nonostante la malattia. L’energia con cui nella vita affronta la sclerosi multipla è la stessa che mette sul palco. Aggiunge l’attrice: “Sono già stata in cartellone a Milano due stagioni fa ma, alla richiesta di Massimo De Vita e Daniela Airoldi Bianchi non potevo dire di no. Sono felice di tornare al Teatro Officina perché qui, più che mai, si respira l’aria del teatro vissuto intensamente”.Più forte del destino è uno spettacolo straordinario: in ogni tappa ha stupito gli spettatori che sono usciti dai teatri entusiasti, divertiti e piacevolmente commossi. Una tematica difficile, quale la sclerosi multipla, è affrontata da Antonella con leggerezza e ironia, senza sottovalutarla o ridicolizzarla. Il pubblico partecipa attivamente, ride e in alcuni momenti si commuove. 90 minuti che passano velocemente tra passi di danza, ricordi d’infanzia e parodie del mondo televisivo. (PO / red)
“QUELLA STRANA PARTE DI ME”, IL NUOVO SPETTACOLO DI CIGLIANO
E’ scena al Teatro dei Conciatori di Roma fino al 20 marzo “Quella Strana Parte Di Me”, il nuovo spettacolo scritto e diretto da Patrizio Cigliano. In scena Barbara Begala, Patrizio Cigliano, Beatrice Messa, Veronica Milaneschi. E con le voci di: Francesco Pezzulli, Giò Giò Rapattoni, Paola Majano, Alessandro Parise. La grottesca “crisi dei 40 anni” di Andrea e la superficialità affettiva e comportamentale di molti ventenni di oggi. “Quella strana parte di me” mette due generazioni a confronto e cerca di spiegare se possa mai esser possibile l’amore tra un quarantenne e una ventenne. Lo spettacolo è prodotto dall’Associazione Culturale Arcadinoé dopo un’attenta selezione fra 300 attori. Con un taglio ed un ritmo dichiaratamente cinematografici, fotografa una storia d’amore dei nostri tempi che rivela le grandi differenze comportamentali tra una generazione confusa ma strutturata e una stordita dal Web, dalla casualità, dalla mancanza di impegno e fiducia nel futuro e da una sessualità fuori controllo. Un testo frutto di un’indagine approfondita compiuta a diretto contatto con reali psicologi e ed esperti di psicologia comportamentale: una specie di “analisi” di gruppo” in cui tutti gli spettatori, direttamente o indirettamente, potranno ritrovarsi per ridere e riflettere sul nostro tempo sempre più “distratto”. Andrea ha 40 anni, una moglie, Sara, da 10 con cui ha un rapporto sereno ma distratto, un lavoro informatico che comincia a scricchiolare e un temperamento giovanile, che sfiora la “sindrome di Peter Pan”. Assume Linetta, 22 anni, ragazza dei suoi tempi: simpatica ma superficiale, ancora priva di un obiettivo di vita, che affida alla casualità tutto il suo essere, senza alcun impegno. Linetta lo seduce senza difficoltà: per Andrea è la leggerezza, la fuga da un’età di responsabilità e doveri. Nasce una storia bellissima. Andrea mette in crisi il matrimonio, e si consegna senza rete a Linetta. Diventa amante, amico, padre, mèntore, psicologo, sessuologo e datore di lavoro. Troppo. E 20 anni di distanza non perdonano. Andrea si spacca in due, anzi in tre: lui, fatto di amore e dolore; Linetta, la “parte di lui” che non è riuscito a gestire; e la “parte di lui” razionale che sapeva già tutto, ma che non ha voluto ascoltare. “Strane parti di lui”, appunto. (Red)
GENNARO CANNAVACCIUOLO PORTA IN SCENA “IL PECCATO EROTICO”
E’ in scena al Teatro della Cometa di Roma (via del Teatro Marcello, 4) fino al 20 marzo, lo spettacolo che ha collezionato più di 200 repliche dal 2011 ad oggi: “Il Peccato Erotico - divertimento musicale a luci rosa”, recital in due tempi di e con Gennaro Cannavacciuolo. Sul palcoscenico, ad accompagnare Cannavacciuolo in questo appassionante viaggio teatral-musicale, tre eccellenti musicisti: Marco Bucci al pianoforte, Andrea Tardioli al clarinetto e sax, Francesco Marquez al violoncello. Cannavacciuolo tratteggia uno splendido affresco, distensivo ma colto, comico ma anche sentimentale ed elegante, del periodo compreso tra gli anni 1890 e 1940, proponendo le canzoni tipiche del teatro popolare, allora per soli adulti, basate sul doppio senso, l’allusione licenziosa, l’ironia. Recuperando con spirito arguto il repertorio della ribalta minore, dell’avan-spettacolo, del caffè-concerto, della rivista, l’artista si immerge in una lunga passeggiata a ritroso negli anni, attraverso i tempi e i modi espressivi di uno show a “luci rosse”, con classe ed eleganza, trascinando i grandi come i più giovani. I testi rivisitati sono di autori come i celeberrimi Pisano-Cioffi, Gill, Ripp e di altri popolari che fecero la fortuna della canzonetta sceneggiata. Un recital arguto ed erotico che diverte un pubblico dandogli l’occasione di riscoprire gli ingenui meccanismi del ridere. Uno spettacolo applaudito dalla critica, gioioso, interattivo con un repertorio ricco di indimenticabili chicche musicali, da Fatte da ‘a foto ad In riva al Po. Da Casta Susanna a Ciucculatina mia. (red)
“IN PUNTA DI PIEDI” ALL’OROLOGIO DI ROMA
Al Teatro dell’Orologio di Roma (via dei Filippini 17/A ) dal 15 al 20 marzo va in scena “In punta di piedi”, il lavoro che ha segnato la nascita della Compagnia Biancofango, a dieci anni dal debutto. Lo spettacolo, scritto e diretto da Francesca Macrì e Andrea Trapani, con Andrea Trapani in scena, è anche il primo capitolo della Trilogia dell’inettitudine. Firenze, l’adolescenza e il calcio. “In punta di piedi” nasce dall’intreccio di queste tre tematiche e dai profumi persistenti degli anni Ottanta, ancora troppo vicini per guardarli come una vecchia fotografia e a sufficienza lontani per avvertirne sulla pelle la ferocia della memoria. (red)
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