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Immigrazione, non funziona
l’accordo con la Libia

Immigrazione, non funziona <br> l’accordo con la Libia

di Piero Innocenti

(27 febbraio 2017) Sullo spinoso tema delle migrazioni si possono annotare alcune interessanti novità degli ultimi giorni. La prima è quella della citazione formulata nella relazione illustrativa che ha accompagnato il decreto legge 20 febbraio 2017 n°14 sulla sicurezza urbana e che ha finalmente riconosciuto nel nostro paese "..la nuova società, ormai tendenzialmente multietnica.." ponendo fine ( almeno si spera) a tutte quelle ipocrisie e falsità che erano state espresse sul punto da alcuni politici oscurantisti e retrogradi. L'altra novità è rappresentata dall'entrata in vigore del decreto legge 17 febbraio 2017 n°13 (sulla G.U. n°40 dello stesso giorno), contenente " Disposizioni urgenti per l'accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale nonché per il contrasto dell'immigrazione illegale". Un provvedimento di ventitre articoli che introduce rilevanti modifiche ad alcuni decreti legislativi di attuazione di direttive comunitarie emanati negli ultimi anni e a quello del 25 luglio 1998 n°286 (è il testo unico vigente sulla disciplina dell'immigrazione e sulla condizione dello straniero nel nostro paese) in materia di permesso per motivi umanitari e di protezione internazionale.

Tra gli obiettivi delle norme quello di assicurare l'effettività delle espulsioni, il potenziamento dei "centri di permanenza per i rimpatri" (così vengono indicati i "vecchi" Centri di identificazione ed espulsione) ed una loro più razionale e diffusa distribuzione su tutto il territorio nazionale. Vengono, poi, istituite le sezioni specializzate in tema di immigrazione e di protezione internazionale presso i tribunali di 14 città che dovrebbero rendere più celeri i procedimenti nelle controversie in materia di riconoscimenti della protezione internazionale e nelle impugnazioni dei provvedimenti di allontanamento degli stranieri per motivi imperativi di pubblica sicurezza. Altre disposizioni (gli artt. dal 6 al 14 del Capo II), sono riferite al miglioramento delle procedure, sempre drammaticamente lente, innanzi alle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale e di integrazione dei cittadini stranieri che, su base volontaria, e sulla scorta di intese tra i prefetti e i Comuni interessati, possono essere impiegati in attività di utilità sociale a favore delle collettività locali (in questa direzione, prima ancora dell'entrata in vigore del decreto legge in questione, sono state avviate lodevoli iniziative in alcuni Comuni). Si tratterà di vedere quali potranno essere gli effetti del provvedimento e, soprattutto, i risultati conseguiti e, sul punto, il Governo dovrà presentare entro il 30 giugno dei tre anni successivi all'entrata in vigore della legge di conversione una relazione alle Commissioni parlamentari competenti sulla materia.

La terza novità è quella dell'incremento del 27% dei migranti soccorsi/sbarcati nel Mediterraneo nel 2017 (13.451 alla data del 26 febbraio scorso) rispetto allo stesso periodo del 2016 (8.981) e siccome la maggior parte (10.836) sono partiti dalle coste libiche non si può certo dire che gli accordi fatti a gennaio scorso dal nostro Governo con Tripoli per i controlli in territorio libico stiano dando qualche segnale positivo. Situazione effervescente anche in altri paesi come risulta dal bollettino EUROSUR del 22 febbraio che registra oltre 160 migranti irregolari bloccati a Vienna, Bregenz, Brennero, Graz, Salisburgo, Linz, Villach ed altre decine in Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania. In Italia, poi, in questo scorcio di anno, al 31 gennaio, sono stati già 3.102 gli stranieri irregolari rintracciati nei normali servizi di controllo del territorio, 976 quelli "respinti" alle frontiere e 77 quelli rimpatriati con voli charter nei paesi di origine (Nigeria e Tunisia). Con questi ultimi due paesi sono proseguiti da parte italiana programmi di assistenza tecnica in termini di forniture di equipaggiamenti vari e formazione del personale di quelle forze di polizia ( nel 2016, sette corsi a favore della polizia tunisina si sono svolti presso strutture della Polizia di Stato a La Spezia e Cesena mentre con la Nigeria Immigration Service sono in fase avanzata progetti per la fornitura di equipaggiamenti e addestramento). Analogamente si è proceduto con l'Egitto organizzando dieci corsi presso Istituti di istruzione della Polizia di Stato, consegnando al Ministero dell'Interno egiziano 250 desktop, 250 monitor e altrettanti notebook e stampanti, mentre si stanno ultimando lavori di manutenzione sul primo di quattro elicotteri in disuso la cui donazione era stata promessa alle autorità egiziane sin dal 2012 dall'allora Capo della Polizia. Si tratta di dare un contributo (cosa che il nostro paese, in realtà, sta facendo, da molti anni, con forniture per centinaia di milioni di euro) a diversi paesi africani interessati dai flussi migratori sempre più intensi, nella vana speranza di arginarli.

(© 9Colonne - citare la fonte)