LA MEDEA DI LAVIA ARRIVA A FIRENZE
“Medea è una donna tradita, è una donna che viene da lontano. È ‘figlia del Sole’, non perché partorita dal dio Sole, ma perché viene dal mondo in cui il Sole sorge. Viene dal Caucaso, dall’Oriente, è un’altra cultura. È quel mondo che parla il ‘barbar’, cioè balbetta la lingua greca, da cui ‘barbaroi’, ‘barbari’. Parliamo di un capolavoro assoluto, che tira dentro e non si lascia svelare. Nessun regista può interpretarlo. La verità è che Medea ha interpretato me. Lei mi ha piegato, mi ha portato a realizzare questo allestimento: l’ho traghettato dal V secolo avanti Cristo a oggi, seguendo quel procedimento di traslazione e di traduzione-tradizione che rende contemporanea un’opera arcaica. Non si può fare uno spettacolo andando a ritroso nel V secolo e rimanendo là. Bisogna andarci per poi tornare ai nostri giorni”. Così Gabriele Lavia parla della “sua” Medea: un lavoro che scava nell’animo umano e nei grandi interrogativi della vita. Dopo i successi al Teatro Romano di Fiesole e al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci, lo spettacolo tratto dalla tragedia di Euripide e tradotto da Maria Grazia Ciani arriva ora alla Pergola di Firenze: dal 18 al 23 aprile. Federica Di Martino è Medea. Una Medea della diversità e dell’istinto attraversati da folgoranti visioni tragiche, sullo sfondo di una rilettura dove a emergere è la modernità della potenza passionale e devastatrice della protagonista. “È un testo sconvolgente”, afferma Lavia, “di una bellezza e di una contemporaneità commoventi”. Una produzione Fondazione Teatro della Toscana – Teatro Stabile di Napoli. (PO / red)
(foto di Tommaso Le Pera)
ARRIVA A MILANO “CIAO” DI VELTRONI CON MASSIMO GHINI
Lo spettacolo “Ciao” di Walter Veltroni, regia di Pietro Maccarinelli, con Massimo Ghini e Francesco Bonomo (una produzione Fondazione Teatro di Toscana ) andrà in scena
dal 19 al 30 aprile al Teatro Franco Parenti di Milano. “Ciao” è il racconto di un dialogo impossibile, dell’incontro fantastico tra un padre, morto giovane negli anni Cinquanta, e un figlio, ormai sessantenne, che lo ha sempre cercato. Il padre è Vittorio e il figlio è Walter Veltroni. Ma i due protagonisti potrebbero essere ogni padre e ogni figlio di questo Paese meraviglioso e dannato. Dal libro omonimo, Piero Maccarinelli dirige Ghini e Bonomo in una pièce sull’assenza, sul bisogno di relazione, sulla dolorosa bellezza della ricerca delle radici della propria vita. (red)
AL SISTINA PASQUA CON “JESUS CHRIST SUPERSTAR”
Quest’anno la Pasqua al Teatro Sistina di Roma ha tutta la passione di una storia universale e senza tempo: dopo gli incredibili successi di pubblico e critica ottenuti nel tour invernale a Amsterdam, Den Haag, Antwerpen, Groningen e poi di nuovo Amsterdam, seguiti dai grandissimi trionfi nei teatri italiani degli ultimi mesi, torna a risplendere nella sua ‘casa’ romana la stella luminosa e carismatica di Jesus Christ Superstar, il musical firmato da Massimo Romeo Piparo e prodotto dalla PeepArrow Entertainment, con l’interpretazione del grandissimo Ted Neeley nel ruolo di Gesù. Un’ultima, imperdibile occasione di vedere in scena a Roma, a partire dal 12 aprile, l’opera rock più amata di tutti i tempi, pronta ancora una volta a far parlare di sé e a trascinare il pubblico romano in un vortice di emozioni. L’esaltante musica rock in stile anni ’70 suonata live dall’orchestra, oltre due ore di spettacolo in lingua originale e interpretate interamente dal vivo, l’indiscutibile eccellenza artistica del cast, primo fra tutti Ted Neeley -l’indimenticabile protagonista dello storico film di Norman Jewison del 1973 che ha dato una impronta mitica e indelebile al ruolo di Gesù - sono gli insostituibili ingredienti di un musical sempre premiato dall’affetto del pubblico. Un imponente e spettacolare allestimento che non solo celebra il talento ma rende onore all'Italia sui palcoscenici internazionali, dimostrando che il nostro Paese ha raggiunto ormai livelli competitivi in termini di qualità artistica e professionalità nel musical. Ne sono prova i sold out e le standing ovation a scena aperta che da anni accompagnano lo spettacolo, così come il prestigioso MusicalWorld Award, uno dei riconoscimenti internazionali più autorevoli nell'ambito del musical, che ha premiato il Jesus Christ Superstar prodotto dalla PeepArrow Entertainment di Massimo Romeo Piparo come migliore produzione internazionale in Olanda nel 2016. E proprio a Pasqua, si rinnova il significato profondo di un musical che offre al pubblico la passione di un uomo-simbolo capace di fare della spiritualità la sua bandiera rivoluzionaria, un personaggio che non ha precedenti nella storia del teatro musicale: il celebre lavoro di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice non subisce i segni del tempo, anzi a ogni rappresentazione rinnova il proprio mito contagiando con entusiasmo sempre maggiore le centinaia di migliaia di spettatori che in Europa e in Italia hanno scelto di andarlo a vedere. E se dopo ormai quasi 23 anni di successi (più di 1.600 rappresentazioni, 160 artisti che si sono alternati nel cast, oltre 1milione e 700mila spettatori, quattro diverse edizioni e ancora, 12 anni consecutivi in cartellone nei Teatri italiani dal 1994 al 2006) questo spettacolo continua a dispensare emozioni passando di generazione in generazione, il merito va tutto innanzitutto al grande lavoro artistico e produttivo di Massimo Romeo Piparo e della sua squadra, che hanno saputo rendere al meglio sulla scena la forza trascinante di una storia universale, dai valori positivi e dai forti sentimenti, in cui la musica diviene protagonista. Accanto al mitico Ted Neeley nei panni di Gesù, anche Feysal Bonciani (Giuda), Paride Acacia (Hannas), Simona Distefano (Maria Maddalena), Emiliano Geppetti (Pilato), Elia Lo Tauro (Simone), Francesco Mastroianni (Caifa), Salvador Axel Torrisi (Erode) e Mattia Braghero (Pietro). Sul palco anche l’Orchestra diretta dal Maestro Emanuele Friello, l’ensemble di 24 tra acrobati, trampolieri, mangiafuoco e ballerini coreografati da Roberto Croce, con le scenografie di Giancarlo Muselli elaborate da Teresa Caruso e i costumi di Cecilia Betona. I più appassionati potranno continuare a seguire il successo del musical anche dopo Roma, perché la storia di Jesus Christ Superstar continuerà oltreconfine in un esaltante e irripetibile appuntamento: in Olanda, al Rotterdam Ahoy, il 5, 6 e 7 maggio ci sarà il gran finale di questa produzione, in una rappresentazione piena di sorprese e incredibilmente spettacolare, ispirata all’ allestimento dell’Arena di Verona del 2014 con la storica rèunion, ad opera di Piparo: al fianco dell’irrefrenabile e leggendario Ted Neeley ancora una volta due grandi stelle, Yvonne Elliman e Barry Dennen. I tre artisti sono legati a doppio filo al successo globale dello spettacolo, grazie all’indimenticabile interpretazione dei ruoli di Gesù, Maria Maddalena e Ponzio Pilato nella versione cinematografica del 1973. (PO /red)
ALESSANDRO BENVENUTI IN “CHI È DI SCENA”
Alessandro Benvenuti presenta il nuovo spettacolo “Chi è di scena”, dal 19 aprile al 7 maggio al Teatro della Cometa a Roma (Via del Teatro Marcello, 4). Lo spettacolo è scritto, diretto e interpretato dall’attore toscano che ha al suo fianco anche Paolo Cioni e Maria Vittoria Argenti: tutti impegnati in un intreccio giocoso e imprevedibile avvolto in una comicità istintiva e feroce. La trama racconta di uno stravagante e chiacchierato uomo di teatro scomparso dalle scene improvvisamente e apparentemente senza un plausibile motivo da cinque anni. Viene rintracciato per un caso fortuito da un giovane fan. A lui, l'uomo decide di rilasciare un'intervista per spiegare le ragioni della sua scelta e svelare così il mistero che si è creato intorno a questa. Lo invita perciò a casa sua. Testimone silente di questo loro incontro è però una giovane donna che, giacendo seminuda su una chaiselongue di spalle ai due, sembra dormire un sonno profondo. E come spesso accade nei lavori di Alessandro Benvenuti, quel che appare si scopre tutt'altro che vero, e quel che è vero si svela in un intreccio giocoso e imprevedibile, con una specie di doppio salto mortale drammaturgico che accompagna lo spettatore a un finale assolutamente inaspettato che gioca con leggerezza con le vicende pubbliche e private dei tre protagonisti, sull'intreccio tutt'altro che evidente dei loro rapporti, affrontando insieme tematiche di grande attualità sociale. Il tutto ovviamente con il linguaggio forte, pastoso, ricco dei testi di Benvenuti, assolutamente esplicito, lineare, venato di ironia con punte di corrosività sarcastica e sempre di una comicità istintiva e feroce. La produzione è di Arca Azzurra Teatro. Una novità drammaturgica nel panorama nazionale di cui è ancora fresco l’inchiostro del copione che si propone come una vera e propria novità anche nel repertorio firmato dall’attore toscano.(red)
A ROMA MAURIZIO MATTIOLI IN “ANCORA ERA ORA”
Pieno di quell’allegria genuina che gli arriva direttamente dalla sua città. Sul palcoscenico del Teatro Tirso de Molina di Roma (Via Tirso, 89 Piazza Buenos Aires), Maurizio Mattioli si racconta per la prima volta.“Ancora era ora!” è la sua esilarante biografia, dagli esordi come “barzellettaro” nei bar di borgata, fino al grande teatro, al cinema, e alla tivù, il tutto con un’orchestra dal vivo che accompagna Mattioli in una serie di canzoni che hanno segnato un’epoca, dagli anni settanta ad oggi. In scena con lui c’è Stefano Reali, regista, qui in veste di narratore, che provoca ed istiga Maurizio Mattioli nel rievocare, con i suoi racconti irriverenti e comicissimi, il gusto di un’epoca che non c’è più. C’è tutto Mattioli in questo “one man show” dal ritmo incalzante e la risata assicurata: infanzia, vocazione, vita e miracoli di un figlio della periferia, che ne racconta le pulsioni e le contraddizioni. Dagli inizi al bar del Pino, dove neanche sedicenne intratteneva gli avventori di Piazza Guadalupe, e dove conobbe una serie di personaggi, come Nino “l’Americano”, Mario “Er Poca Luce”, Zebrotto “Er Zanzara”, e Angioletto “Er Cofano”, che saranno poi tra i pilastri della sua cifra comica, passando per il teatro “serio” con Luigi Squarzina ed Enrico Maria Salerno. E poi il Puff, per approdare finalmente al Sistina, con la sua irripetibile interpretazione di Mastro Titta nel celebre “Rugantino” di Garinei e Giovannini. Ma nella sua carriera c’è stato spazio anche per tantissimo cinema e tanta televisione. Tutto questo ci verrà raccontato da Mattioli, intervallato dalla sua personalissima interpretazione di brani dell’amato Califano, del maestro Trovajoli e di Francesco De Gregori. «Maurizio Mattioli è l’unico vero erede di una generazione di artisti come Aldo Fabrizi, Mario Carotenuto, Paolo Stoppa, Renato Rascel», dice Stefano Reali, compagno di avventura e amico di una vita del comico romano, «personaggi che avevano la forza di un attore protagonista e al tempo stesso la bonomia e il calore di un caratterista. È un qualcosa che non ha eguali nelle cinematografie straniere, si tratta di una particolarità italiana, e forse, quasi tutta romana. Sono personaggi che possiedono caratteristiche contraddittorie: hanno ferocia, rabbia, ma anche simpatia, amabilità, profondità, senso dell’ironica leggerezza della vita, potenza drammatica e una dirompente forza comica. Il tutto mischiato nelle dosi giuste. È per questo che artisti di questo tipo sono sempre stati amatissimi dal pubblico. Mattioli è forse l’ultimo esponente di una razza, che sinceramente mi sembra in via di estinzione…».(red)
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