Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Titanic-The Artifact Exibition a Torino

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Titanic-The Artifact Exibition a Torino

TORINO: NEL DRAMMA DEL TITANIC

105 anni fa, il 15 aprile 1912, il Titanic, il più grande e lussuoso transatlantico del mondo, a seguito della collisione con un iceberg durante il suo viaggio inaugurale, affondò in poche ore. Dei circa 2.200 passeggeri, oltre 1.500 passeggeri persero la vita in quella terribile tragedia marina, diventata nel 1997 un kolossal cinematografico. Il film di James Cameron ha così contributo a incrementare la notorietà di questa incredibile storia, unendo realtà e finzione cinematografica. La mostra “Titanic – The Artifact Exibition”, a Torino fino al 25 giugno, presso Promotrice delle Belle Arti, offre la possibilità di conoscere da vicino le storie personali dei passeggeri, scoprire le ragioni del loro viaggio in America, attraverso i reperti in mostra, appartenuti sia ai milionari della prima classe che agli immigrati della terza classe. In esclusiva per l’esposizione italiana è stata realizzata una stanza dedicata ai 37 italiani che salparono con la “nave dei sogni”. Presente anche un modellino in scala 1 a 100 con i quattro ponti superiori completamente arredati costruito da Duilio Curradi, che dopo una carriera in marina è oggi uno dei massimi esperti del Titanic. La drammatica e al contempo romantica storia del Titanic è così raccontata trascinando i visitatori in fondo al mare, là dove tra il 1987 ed il 1994 RMS Titanic organizzò numerose spedizioni per il recupero del relitto e portò alla luce oltre 4.000 oggetti. Pezzi autentici della nave, oggetti originali di proprietà dei passeggeri, la ricostruzione in scala reale di una cabina di prima classe e una di terza classe, reperti dell’epoca.  Fino ad una parete reale di ghiaccio che farà comprendere le condizioni di freddo delle prime ore del mattino del 15 aprile 1912. Le audioguide, facoltative, racconteranno la collisione con l’iceberg e l’affondamento della nave “inaffondabile”.  Il percorso museale termina con il memorial wall e l’elenco di tutti i passeggeri.(red)

 

ROMA: ARTE DI FRONTIERA DALL’UNGHERIA 

In Ungheria verso la fine degli anni ‘60 emergono dei giovani artisti che indipendentemente dalla politica artistica ufficiale, si ingegnano a creare delle opere all’insegna della libertà artistica e della modernità. All’inizio degli anni ’70 la critica verso il sistema politico di allora oramai non si limita solo ad una questione di stile, bensì viene estesa anche all’uso di simboli e gesti. Le opere concettuali, basate su riproduzioni fotografiche, le numerosi azioni artistiche e performance mettono in discussione non solo tutti i topos ideologici e formali ben noti, ma anche l’intero apparato socio- politico, evidenziando il ruolo del pubblico e dei mass media. I cambiamenti socio-politici del dopo 1989 comportano nei paesi dell’Europa Centro-Orientale la moda di vecchi e nuovi insegnamenti, ideologie che spaziano dall’individualismo e dal consumismo al nazionalismo rinascente e alla religiosità. Questa fervida stagione è al centro della mostra “Mettici la faccia! Artisti critici in Ungheria dagli anni Sessanta ad oggi” che si tiene fino all’11 giugno all’Accademia d’Ungheria a Roma, nella sede di Palazzo Falconieri. L’esposizione, proveniente dal Ludwig Museum – Museo di arte contemporanea di Budapest (curatore della partecipazione ungherese alla Biennale di Venezia) comprende opere di 20 artisti, figure emblematiche della controcultura degli anni Sessanta tra cui Gyula Várnai (protagonista del Padiglione dell’Ungheria alla Biennale di Venezia in corso), Tibor Hajas ed Attila Csörgő (invitati alla Biennale di Venezia 2017), Katalin Ladik (Lennon Ono Grant for Peace, 2016), András Baranyay, Balázs Beöthy, Ákos Birkás, Imre Bukta, István Csákány, Gábor Gerhes, Gyula Gulyás, László Haris, Judit Kele, Csaba Nemes, Sándor Pinczehelyi, Société Réaliste, János Sugár, Bálint Szombathy. (red)

CARRARA: LE MANIPOLAZIONI DI LUCA PIGNATELLI  

La Fondazione Giorgio Conti inaugura la sua nuova stagione espositiva a Carrara, con la mostra di Luca Pignatelli, fino al 18 giugno. Le sale di Palazzo Cucchiari ospitano 30 opere dell’artista milanese, tra le quali alcune grandi tele e un’importante serie di inediti realizzati su lastre in ferro zincato rimaneggiate con inserti di catrame lavorati a fiamma viva. Di norma Pignatelli lavora, infatti, su supporti anomali e già di per sé pittorici (teloni di canapa, legni e ferri, carte assemblate) che l’artista sottopone sempre successive manipolazioni che ne cambiano profondamente l’aspetto e il senso originali; superfici sulle quali sovrappone il repertorio delle sue immagini, una sorta di catalogo personale dove compaiono mezzi meccanici, navi, aeroplani, paesaggi metropolitani, ma anche reminiscenze dell'antico rappresentate dai resti di statue, oggetti e città in rovina. Punto di partenza è la personale concezione della storia e del tempo che Pignatelli esprime attraverso cortocircuiti iconografici, in cui antico e moderno dialogano in una prospettiva atemporale di grande contemporaneità. “La pittura di quest’artista ci insegna che possiamo essere solo quello che non buttiamo – ha sottolineato l’altro curatore Massimo Bertozzi –; che proprio che man mano consumiamo il mondo, ci assale la seduzione degli avanzi, che non vogliamo abbandonare come scorie ma recuperare come residui, almeno come vestigia dell’immagine, non si tratta, come si è già detto, di riciclare per altri scopi, ma di un più accurato e sentimentale riutilizzo”.  (red)

TORINO: “ROMBANTI” INCROCI TRA ITALIA E USA

La rivoluzione dei poeti della Beat Generation e il fascino dei divi di Hollywood, il realismo all’italiana e i colossali set di Cinecittà, l’esplosione di colori della Pop Art e il rito del Carosello, le generose forme delle auto americane degli anni ’50 e la razionalità delle linee Made in Italy. Tra Cadillac e Lancia d'epoca, fotografie e filmati, opere d'arte e manifesti pubblicitari, fino al 25 giugno, al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, va in scena la mostra “Crossroads. Incroci Italia-USA, dal dopoguerra al boom economico”, con la curatela artistica di Luca Beatrice, quella tecnica del direttore del Mauto Rodolfo Gaffino Rossi e il patrocinio del Consolato Generale degli Stati Uniti d’America a Milano. La retrospettiva racconta il contesto socio-culturale italiano a confronto con quello americano, tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e gli Anni Sessanta, approfondendo le reciproche contaminazioni tra arte e Car Design. La prima parte del percorso è pensata come un viaggio dentro le suggestioni visive, musicali e cinematografiche con un riferimento a quegli autori e artisti che hanno raccontato l’immaginario dell’epoca più rivoluzionaria della storia del ‘900, da Andy Warhol a Roy Lichtenstein, da Mimmo Rotella a Mario Schifano, Bert Stein e Tazio Secchiaroli. La mostra apre con lo stile inconfondibile della Lincoln Continental, la berlina del 1961 dalle linee lussuose la cui storia si intreccia a quella di Presidenti e uomini d’affari. Il percorso espositivo segue poi lo sviluppo di tre macro aree tematiche - On the Road vs La strada, Cinecittà e Hollywood, Dive &Latin Lover - che spaziano dal cinema alla letteratura, dalla pittura alla fotografia. Sono gli anni di Jack Kerouac e Allen Ginsberg, dell’arte che esaspera e deforma i simboli del consumismo e del mito della City of Angels, ma anche della televisione e della pubblicità che entrano nelle case come una finestra sul mondo e rimandano le immagini della nascente controcultura americana in contrapposizione a un’Italia che inizia a rialzarsi dopo la tragedia della guerra.  La retrospettiva continua nello spazio dedicato alle vetture, dove tra Buick e Plymouth, Fiat e Alfa Romeo d’antan, si sviluppa invece il vero e proprio confronto tra i car designer italiani e americani che si sono lasciati ispirare da questo contesto socio-culturale.   (red)

MILANO: ESPOSTO LIBRO RILEGATO IN PELLE UMANA

La Pinacoteca Ambrosiana di Milano, in occasione della Giornata internazionale dei musei, fino al 18 giugno espone il volume “Traité d’Anatomie descriptive, physiologique et pittoresque à l’usage des artistes” di Henri van Holsbeék, pubblicato a Bruxelles-Leipzig nel 1861. Il libro, di proprietà della Biblioteca Ambrosiana, riveste appieno il carattere dell’indicibilità, in linea con il tema scelto per questa edizione della Giornata internazionale dei Musei che si declina nel titolo Musei e storie controverse: raccontare l’indicibile nei musei.La sua particolarità, infatti, risiede nella rilegatura in pelle umana femminile, realizzata da Gustave Rykers, a Bruxelles nel 1861. Quello che oggi verrebbe considerato macabro e inaccettabile, tra il XVII e il XIX secolo, fu una pratica non troppo remota che prendeva il nome di bibliopegia antropodermica.Oltre all’esemplare dell’Ambrosiana, se ne segnala per certo uno nella biblioteca dell’università americana di Harvard, una serie di misteriose edizioni in epoca greco-antica e, in tempi più recenti, vengono ricordati altri esempi, la cui veridicità è spesso limitata nell’area del mito più che della realtà.Il percorso espositivo, allestito nella Sala Federiciana, antica sala di lettura della Biblioteca, e oggi luogo che accoglie i fogli originali del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci e la Canestra di frutta di Caravaggio, presenta – sotto il titolo “Emozioni a pelle” - un apparato didattico che consentirà di scoprire il contesto, le vicende e le ragioni per cui il Traité d’Anatomie è giunto fino ai nostri giorni. Sono presentati alcuni testi esplicativi del volume e delle evidenze storiche e culturali relative alle rilegature in pelle umana, oltre che alcune fotografie e ingrandimenti del libro stesso.

(red)

 

 

 

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