Caracas, 29 dic - Il giornalismo dell’emigrazione italiana nel mondo piange Gaetano Bafile. Il fondatore (insieme all’avvocato Attilio Cecchini) e direttore del quotidiano “La Voce d’Italia”, giornale dedicato agli italiani in Venezuela, è infatti scomparso ieri a Caracas. Aveva 84 anni. Nato all’Aquila nel 1924, Bafile era figlio di Aurelio (costruttore da giovane emigrato in Francia) e di Maria Antonietta, anch’ella figlia di emigrati. Già attivo antifascista, riuscì a sfuggire all’impiccagione e, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, sbarcò nel Paese sudamericano grazie a un premio giornalistico che lo aveva portato proprio a Caracas. Bafile aveva del resto già un’ampia esperienza in senso giornalistico, essendo stato redattore presso il Messaggero. “Mi fermai a Caracas – aveva ricordato in un’intervista - e rimasi affascinato dalla repentina trasformazione di una piccola cittadina in quella che oggi è una metropoli. Ho vissuto in prima persona l’ascesa del progresso e della modernità coinvolgendo tutta la mia emotività”. Nella capitale venezuelana, Bafile strinse forti contatti con la comunità dell’emigrazione italiana, a Caracas numerosa ma disorganizzata. Da qui l’esigenza di fondare un giornale come “La Voce d’Italia” che informava i nostri connazionali sin dallo sbarco: il giornale veniva infatti distribuito già nel porto, raggiungendo anche le 30mila copie vendute al giorno. Diventato un punto di riferimento della comunità italiana e, più in generale, del movimento delle idee in Venezuela, Gaetano Bafile ottenne un simbolico ma altresì prestigioso riconoscimento allorché uno scrittore del calibro di Gabriel Garcia Marquez scrisse la prefazione per il suo “Inchiesta a Caracas”, libro dedicato alla scomparsa di 14 italiani nel 1955 per un presunto complotto ai danni del dittatore venezuelano Marcos Perez Jimenez. Per questa e altre indagini “scomode”, Bafile entrò nel mirino della dittatura, che peraltro pare avesse previsto la sua eliminazione fisica grazie ad un “incidente stradale” poi fortunatamente risoltosi senza conseguenze. La difesa della libertà di stampa e dell’onorabilità dei nostri connazionali fu del resto uno dei cardini di tutta l’attività giornalistica di Bafile. Per questo impegno decennale al servizio degli italiani nel mondo, il decano del giornalismo dell’emigrazione era stato insignito dall’ex ministro Mirko Tremaglia del “Premio per gli Italiani nel Mondo”, nonché dell’“Orden del Libertador”, la più alta onorificenza venezuelana per la prima volta assegnata ad un italiano. Nel frattempo “La Voce d’Italia” continua ad essere un punto di riferimento per gli italiani residenti a Caracas e dintorni. Oggi il quotidiano è diretto dal figlio di Gaetano, Mauro. Nella stessa redazione ha lavorato per anni anche la figlia Mariza, diventata poi nel 2006 la prima deputata eletta in Sudamerica (nelle file dei Ds), grazie al voto ottenuto dagli italiani all’estero.
(Asc)
(© 9Colonne - citare la fonte)