L’Italia si riscopre creativa e punta sul design per promuovere nuovi talenti. A raccontare la capacità tutta italiana di innovare e produrre cultura è “Italianism”, progetto ideato da Renato Fontana con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per la comunità creativa nazionale. La quarta edizione si focalizza sul tema "Il design della parola. La parola ai designer” e mira a valorizzare il rapporto tra la nostra lingua, la creatività italiana e il mondo dei designer. “Siamo un grande Paese senza materie prime rilevanti – ha sottolineato il ministro degli Esteri Angelino Alfano alla presentazione del progetto alla Farnesina -. Non abbiamo grandi possibilità di approvvigionamento di petrolio od oro eppure siamo diventati un grande paese, perché il nostro oro è il nostro talento, il nostro petrolio è la nostra creatività”. “Non siamo una superpotenza militare ed economica, ma siamo una superpotenza della bellezza, del gusto, della cultura, del design e tutto questo è l'italian style e il brand Italia”, ha detto ancora il capo della diplomazia italiana sottolineando che “tutto quello che si lega al design è un pezzo fondamentale della nostra reputazione nel mondo”.
LE “DIECI PAROLE” DEL DESIGN - Il progetto, spiega Alfano, ha l'obiettivo di esplorare “con creatività il rapporto tra la nostra lingua e il mondo dei progettisti e designer. Una sfida affrontata nelle 30 opere selezionate dalla giuria e che interpretano dieci parole della lingua italiana legate al mondo della cultura e del design”. Nell’ambito del progetto, infatti, è stato lanciato il contest “Dieci parole”, attraverso il quale sono stati premiati 30 designer e creativi italiani emergenti, chiamati a illustrare, con loro opere, dieci parole della lingua italiana legate al mondo della cultura e del progetto: etica, forma, futuro, idea, innovazione, interazione, intuizione, progetto, ricerca, visione. “Oggi abbiamo premiato 30 designer su oltre 600 partecipanti, un’iniziativa di grande successo che si inserisce nel nostro programma ‘Vivere all’italiana’ che esprime la cultura della bellezza e il design come segno distintivo del made in Italy – ha affermato Vincenzo De Luca, direttore generale per la Promozione del Sistema Paese della Farnesina -. Questa è la nostra impostazione per promuovere al meglio l’Italia all’estero riunendo tutti gli attori di sistema”.
UN PROGETTO COLLETTIVO - L’intuizione del progetto “Italianism” è di Renato Fontana, che nel 2015 sentiva la necessità “di avere dei momenti “in cui si poteva parlare di creatività italiana, ma non solo rispetto a quello che si stava muovendo nel Paese ma anche cercando di raccontare ciò che succedeva all’estero”. E’ varcando i confini nazionali che si percepisce ancora di più un “DNA italiano molto forte che va preservato, analizzato e ricercato” continua Fontana. Un percorso che permette oggi di celebrare la quarta edizione all’insegna del lavoro di squadra: “Se io sono il cuore e il motore dell’iniziativa per un’intuizione avuta, questo rimane un progetto collettivo – ha sottolineato Fontana -. Per questa edizione abbiamo lavorato con più di 150 persone”. Alfano ha ricordato che a marzo, quando fu “lanciata la prima giornata del design italiano nel mondo, presentata in cento città all’estero” era stato già sottolineato che il design ci insegna ad aprirci all’innovazione senza paura o pregiudizi”. Oggi, continua il ministro degli Esteri, “abbiamo un altro esempio concreto di innovazione, di idea del design che punta sull’innovazione e si fonda sulla capacità e sulla libertà di rischiare”. Qui si inserisce anche il compito del governo che, spiega Alfano, “è quello di fare in modo che l’investimento sull’innovazione garantisca spazio sufficiente per rischiare. Daremo slancio al percorso di crescita che abbiamo intrapreso e che ha già una sua traslazione nei dati del Pil”.
VIVERE ALL’ITALIANA - Il capo della diplomazia italiana torna poi sul programma “Vivere all'Italiana”, la strategia di promozione dell'Italia all'estero che la Farnesina porta avanti, puntando anche sul design: “Abbiamo accompagnato l’internazionalizzazione del Salone del Mobile di Milano con la sua prima edizione di Shanghai, abbiamo arricchito la collezione d’arte contemporanea della Farnesina con un percorso espositivo Compasso d’Oro che raccoglie 40 icone del design italiano, e l’ultima edizione della Settimana della lingua italiana è stata dedicata all’industria culturale e creativa, con grande attenzione al design”. E oggi sono state aggiunte “30 nuove opere di artisti emergenti accanto alle opere della Collezione Farnesina in modo da mostrare passato, presente e futuro della nostra creatività”, ha concluso Alfano. A spiegare come sono state scelte le dieci parole al centro del contest è Giovanna Talocci, dell’Adi – Associazione per il Disegno industriale: “Abbiamo censito le parole che ci sembravano più vicine al design, abbiamo voluto sposare questo progetto e tirar fuori le parole più significative. Alcune sembrano quasi scontate, come forma o progetto, alcune raccontano passaggi non sempre conosciuti ma che sono insiti nel processo creativo, come intuizione, interazione o ricerca. Altre le abbiamo volute segnalare perché testimoniano una responsabilità sociale che bisogna tener presente in ogni azione, come la visione, l’etica e il futuro.
UN PAESE CREATIVO - Nella seconda edizione del contest c’è stato “un netto risveglio della fascia d’età 18-24 – ha spiegato Fontana – e questo ci dice che i collegamenti con scuole, istituti e accademie hanno portato i loro frutti. Si arriva al limite di 29 anni, momento professionale di maturità con circa il 75% delle presenze e arriviamo ai 67 anni, abbracciando una fascia che ha ancora voglia di mettersi in gioco”. Analizzando il quadro geografico, si nota che a differenza di quello che accade in molti luoghi dell’Europa creativa, “in Italia c’è una copertura a macchia di leopardo che ci permette di dire che tutto il Paese è creativo. Su oltre 100 province di Italia, sono poche quelle che non hanno partecipato - ha concluso Fontana -. Altro dato importante è che non ci sono sempre e solo le grandi città urbane. La creatività ce l’abbiamo dappertutto”. (PO / Sip – 15 giu)