Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Trento: tutti gli ‘ismi’
di Armando Testa

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Trento: tutti gli ‘ismi’ <BR> di Armando Testa

TRENTO: TUTTI GLI "ISMI" DI ARMANDO TESTA

Tra i più importanti pubblicitari del secolo scorso, Armando Testa (1917-1992) ha conquistato con ironia, spirito giocoso e forza comunicativa la memoria collettiva di generazioni. Personaggi e immagini delle sue creazioni sono diventati vere e proprie icone della cultura visiva italiana del secondo dopoguerra: dagli stravaganti Caballero e Carmencita del caffè Paulista alla suadente bionda della birra Peroni, dalle sintetiche geometrie rosse del vermouth Carpano alle robuste forme dell’elefante Pirelli. In contatto diretto con le energie e le sperimentazioni delle avanguardie storiche, le invenzioni di Testa sono caratterizzate da una formidabile capacità visionaria che assume e rielabora suggestioni e stilemi dei grandi maestri del Novecento. A questo universo di riferimenti è dedicato il percorso della mostra “Tutti gli ‘smi’ di Armando Testa”, che si tiene fino al 15 ottobre al Mart di Rovereto e che, ispirandosi nel titolo a una dichiarazione di Testa, ne esplora a tutto tondo l’opera. Emergono i numerosi temi formali: dita e mani, forme sferiche, animali e mondi fantastici, declinati in un multiforme campionario di tipologie e tecniche. Scandito da alcune tra le principali interviste storiche all’autore, il progetto espositivo esplora la modernissima costellazione di “ismi” - Futurismo, Astrattismo, Surrealismo - di cui Testa è stato un traduttore d’eccezione. In mostra bozzetti, manifesti, spot televisivi, disegni, collage, serigrafie e fotografie, ma anche dipinti e sculture.

 

PERUGIA: IL RITORNO DEL SASSOFERRATO

L’Immacolata Concezione di Giovan Battista Salvi, detto il Sassoferrato, è stata collocata nell’allestimento della mostra “Sassoferrato. Dal Louvre a San Pietro: la collezione riunita” alla Galleria “Tesori d’Arte” del Complesso Monumentale di San Pietro, a Perugia. Il dipinto, che raffigura la Vergine a mani giunte circondata di angioletti, conservato al Louvre di Parigi, ha viaggiato sino al capoluogo umbro in una speciale cassa climatizzata che è stata aperta sotto la supervisione di un funzionario del museo parigino e collocata all’interno del percorso espositivo in allestimento. La magnifica pala - da qui l’eccezionalità dell’evento - fu prelevata, nel 1812, proprio dall’Abbazia benedettina di San Pietro per ordine di Dominique Vivant-Denon, direttore del Musée Napoleon - come si chiamava allora l’odierno Museo del Louvre - dove, da allora, è sempre rimasta. Particolarmente complessa è stata la procedura per ottenere il prestito della tela da Parigi a Perugia: stamane, dopo le verifiche di integrità compiute dal funzionario del Louvre, sulla cassa prima, poi sull’imballaggio, poi sul dipinto, la splendida opera si è svelata nella sua grande bellezza e dolcezza. La mostra, aperta fino all'1 ottobre, è organizzata dalla Fondazione per l’Istruzione Agraria di Perugia, insieme all’Università di Perugia e alla Regione dell'Umbria, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio e della Regione, e il patrocinio del Comune.

 

FOSSOMBRONE: LAND ART AL FURLO 

Più di 40 artisti italiani e stranieri si confrontano con il sasso, la pietra, la terra nelle sue molteplici forme. Sculture, installazioni, video, performance, visite guidate, incontri. L’ottava edizione della Land Art al Furlo, dal titolo “Saxum”, presenta fino al 23 settembre, alla Casa degli Artisti di Sant’Anna del Furlo, a Fossombrone, il “Tuffo” di Antonio Sorace, che si rivede dopo un anno di assenza per i necessari restauri curati dalla Scuola di Restauro e Conservazione dell’Università di Urbino. Così come torna a rivivere “Apogeo 2011” di Yvonne Ekman: anche questo lavoro è stato restaurato dalla Scuola di Urbino e viene mostrato in una nuova collocazione. Inoltre, nella Galleria d’Arte di Sant’Anna del Furlo, sono visibili la personale “Alfabeto di pietra” del fotografo Sandro Cristallini, una collettiva fotografica di ragazzi di Montefelcino, le tavole a fumetti di Alex Savelli, un’opera di Amir Sharifpour e Sima Shafti, un acrilico di Marco Bacoli, un’opera di Adolfo Tagliabue. Nel punto info le brochure dei partecipanti e nel punto video una rassegna dei corti firmati da Sandford&Gosti.

 

ROMA: CUCINOTTA E LAURITO “MADRINE” DELL’ESTETICA PARADISIACA

L’Estetica Paradisiaca è un movimento artistico incentrato sul nuovo approccio dell’artista nei confronti del sacro. Pittori, scultori e fotografi, in maniera simile ai Nabis francesi, si sono infatti uniti in una sorta di confraternita fondata su ideali e valori comuni quali la purezza cromatica, il culto della natura, il messaggio spirituale e mistico, il naturismo ovvero la nudità del corpo. Questa avanguardia, teorizzata dal critico d’arte Daniele Radini Tedeschi, è stata protagonista di numerose mostre quali la Triennale di Roma al Complesso del Vittoriano e la 57.ma Biennale di Venezia. La tavolozza diviene sempre più rarefatta, neutra e asettica per sottolineare la sterile condizione esistenziale in cui vive l’artista contemporaneo, pur mantenendo una tensione spirituale simboleggiata dal bianco, colore liturgico per eccellenza e deputato al culto. A questo movimento è dedicata la mostra collettiva, che si tiene fino al 15 settembre a Palazzo Maffei Marescotti a Roma, presso la galleria La Pigna diretta dal fotografo Carlo Marraffa, che è stata inaugurata da Maria Grazia Cucinotta, Marisa Laurito, dalla stilista- designer principessa Giacinta Ruspoli, da Laura De Luca per Radio Vaticana e da Giuliano Ottaviani presidente della biennale d’arte a Spoleto. L’Estetica Paradisiaca non è una corrente solo italiana, poiché i membri che hanno aderito al manifesto sono originari di diverse parti del mondo, quali Olanda (Lucas Van Eeghen, Cor Fafiani) e Guatemala (Lourdes de la Riva). 

 

ROMA: CIELI FUTURISTI

Il Palazzo dell'Aeronautica, a Roma, ospita fino al 17 settembre la mostra "Cieli Futuristi - dal 1916 al 1942" organizzata dall'Aeronautica Militare e dall'Associazione Italiana Medicina Aeronautica e Spaziale  in occasione della 65.ma edizione dell’International Congress on Aviation and Space Medicine. L'esposizione, che sarà aperta ai congressisti e poi al pubblico il 16 e 17 settembre,  raccoglie più di cinquanta opere dedicate al volo fra cui quelle dei più famosi esponenti del movimento dell’ “Aeropittura” che ebbe un momento di particolare affermazione e risalto negli anni seguenti alla Prima Guerra Mondiale. Il concetto sostanziale della mostra è l’incontro tra la più importante corrente artistica italiana del XX Secolo, il Futurismo – che ha messo l’idea e le sensazioni del volo al centro della sua creatività artistica nella sua fase denominata, appunto, “Aeropittura” e alcuni momenti fondanti della storia dell’aeronautica italiana dal 1916 al 1942. Il Futurismo, nato nel 1909 all’insegna della velocità e del dinamismo, ebbe una prima fase di attenzione alla “velocità terrena” (il cavallo, la bicicletta, la motocicletta, l’automobile, il treno) quando tutti questi mezzi furono studiati e dipinti non “fotograficamente” ma nei loro aspetti dinamici e simultanei, quali corpi in movimento nello spazio. Nel corso degli anni Venti, poi, in sintonia con la crescita e le continue affermazioni dell’aeronautica italiana, in termini di invenzioni ingegneristiche e acquisizioni di record di velocità, distanza ed altezza, il Futurismo cambiò pelle ribattezzandosi “Aeropittura”. I suoi artisti vollero così sperimentare sensazioni di volo vero per poi riportare sulla tela le loro soggettive delle picchiate, cabrate e looping. Il distacco da terra produsse anche effetti lirici quando non addirittura spirituali.

 

PADOVA: GLI INTERNATI MILITARI NEI LAGER NAZISTI

La mostra “Internati Militari Italiani (I.M.I.) - la vita nei Lager nazisti - dipinti, disegni e fotografie realizzati dai Militari italiani”, fino all’1 ottobre alle Scuderie di Palazzo Moroni, a Padova, si propone di divulgare una pagina di storia poco conosciuta della seconda Guerra Mondiale che riguarda la vicenda dei Militari italiani deportati nei Lager nazisti, dopo l’8 settembre 1943. Esposti in mostra alcuni dipinti, disegni e fotografie realizzati dagli Internati militari italiani spesso in maniera clandestina, che costituiscono una testimonianza visiva, unica, sulle condizioni di vita cui erano costretti i militari italiani durante il loro periodo d’internamento. Quasi tutti i dipinti e i disegni sono originali, di alto valore storico e di grande impatto visivo proprio perché eseguiti da chi ha vissuto quel tragico periodo: i reticolati, le baracche di legno, le angherie, il freddo, i pidocchi, la fame, la fatica, le punizioni, le fucilazioni, le impiccagioni che accompagnarono gli I.M.I. durante il periodo di permanenza nei lager. Dal dopoguerra, l’Associazione Nazionale Ex Internati ha intrapreso un’opera sistematica di ricerca e di raccolta di documenti e di testimonianze e oggi, pur fra mille difficoltà, è una delle poche Associazioni che cerca di mantenere viva la memoria degli I.M.I. e di quei valori che li sorressero durante la prigionia.

 

 

 

(© 9Colonne - citare la fonte)