"Nei confronti della massoneria la Chiesa ha tenuto, da sempre e con chiarezza, lo stesso atteggiamento: tutto ciò che da singoli o gruppi attenta al bene comune a vantaggio di pochi non può essere accettato”, “un prete o un vescovo, con le proprie scelte, non rende buono quello che buono non è. Né in questo né in altri casi. Anzi, e lo dico prima di tutto a me stesso, il male compiuto da un prete o da un vescovo è ancora più grave. La Congregazione per la dottrina della fede, il 26 novembre 1983, ha ribadito le condanne nella ‘Dichiarazione sulla massoneria’. Rimane, quindi, il giudizio negativo. La ragione è chiara: contiene princìpi inconciliabili con la dottrina della Chiesa”. Lo afferma monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, in una intervista a Famiglia Cristiana. Inoltre “bisogna ribadire in maniera chiara che gli atteggiamenti mafiosi non hanno nulla a che spartire con il Vangelo e con la religione vera e autentica, che sono, per loro natura, condanna della scelta idolatrica del mafioso, come disse il Papa a Cassano nel 2014. Il mafioso capovolge la gerarchia dei valori. Al posto di Dio mette il proprio interesse e quello del suo clan, al posto della solidarietà lo sfruttamento violento, al posto del rispetto la prevaricazione”, “c'è bisogno di vigilanza. Quello mafioso è un fatto culturale che si fa strada lentamente ma in modo deciso. È una forma di adattamento che, in mancanza di una vigilanza forte e di una cultura del confronto, può prendere davvero tutti. Anche a noi preti può capitare di abbassare la guardia della sensibilità e della vigilanza evangeliche. Quando si lasciano aperti anche piccoli varchi fatti di compromessi, di parole non dette e denunce non fatte, il male si insinua e riempie gli spazi vuoti delle coscienze”, Ed in vista del 19 marzo, anniversario dell’omicidio di don Diana conclude: “Ricordiamo lui, don Puglisi, don Calabrò e i tanti preti e laici testimoni di una Chiesa che sta sul territorio per annunciare il Vangelo e che quando coglie scelte e gesti che umiliano la dignità delle persone e sfregiano la giustizia, ‘per amore del suo popolo’, come dice la Scrittura, 0non tace’”. (15 mar - red)
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