ROVIGO: IL CINEMA NELLE TERRE DEL DELTA DEL PO
La grande mostra “Cinema! Storie, protagonisti, paesaggi”, a Palazzo Roverella di Rovigo, fino all’1 luglio, documenta per la prima volta, la lunga, stimolante quotidianità tra il Polesine e il cinema. Non tutti sanno che le terre del Delta del Po sono state protagoniste di oltre 500 film, cortometraggi, documentari, sceneggiati tv.... Firmati da molti dei grandi registi del nostro cinema: Visconti, Antonioni, Rossellini, Lattuada, Vancini, Pontecorvo, Montaldo, Sandro Bolchi, Pupi Avati, Mazzacurati, Alessandrini, Comencini, i Taviani, Bertolucci, Luigi Magni, Olmi, Bigas Luna, Silvio Soldini.
MILANO: LA “BENNA” DI JOHN ISAACS
Alla Galleria Poggiali di Milano, fino al 29 giugno, la prima mostra personale dell’artista britannico John Isaacs. Parte integrante della YBA – Young British Art - agli esordi, e oggi collezionato da Charles Saatchi, Damien Hirst, Cindy Sherman e Jonas Burgert tra gli altri, Isaacs (Lancaster, 1968) presenta nella sua personale – dal titolo “Archipelago” – una scultura, un neon ed una fotografia, tutti realizzati appositamente per l’esposizione milanese. La scultura in mostra - realizzata in ceramica, gomma lacca, resina epossidica e foglia oro 23 carati - ha la forma di una benna di una ruspa a grandezza naturale che ha però l’apparenza di un relitto, ed essenzialmente rappresenta un sistema di credenze generato dalla sua stessa immagine, quindi la pala sembra essere stata un oggetto di culto di una cultura lontana. Il neon (che reca la scritta parte integrante del titolo della mostra, ‘from a distance you look smaller but I know that you are there’), è una sorta di graffito in luce. Infine la fotografia (intitolata a perfect soul) ha come soggetto la moglie e la figlia dell’artista e intende riportare la narrativa della famiglia, dell’amore, del ciclo delle generazioni, della maternità, del mito e dei cicli della vita.
TORINO: IL GUTTUSO POLITICO
La Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea (Gam) di Torino dedica una esposizione alla pittura di Renato Guttuso. Sotto il titolo di “L’arte rivoluzionaria nel cinquantenario del ‘68”, l’esposizione, con la collaborazione degli Archivi Guttuso, raccoglie e presenta circa 60 opere tra cui primeggiano alcune delle più significative tele di soggetto politico e civile. Nella ricorrenza del cinquantenario del ‘68, la Gam di Torino si propone di riconsiderare il rapporto tra politica e cultura, attraverso una mostra dedicata all’esperienza dell’artista siciliano, raccogliendo alcune delle sue opere maggiori di soggetto politico e civile. A partire da un dipinto quale Fucilazione in campagna del 1938, ispirato alla fucilazione di Federico Garcia Lorca, che a buon diritto può essere assunto a incunabolo di una lunga e ininterrotta visitazione del tema delle lotte per la libertà, per giungere alla condanna della violenza nazista, nei disegni urlati e urticanti del Gott mit uns (1944) e successivamente, dopo i giorni tragici della guerra e della tirannia, alle intonazioni di una reinventata epica popolare risuonanti in opere nuove per stile e sentimento come: Marsigliese contadina, 1947 o Lotta di minatori francesi, 1948. Un grande, ininterrotto racconto che approda, negli anni Sessanta a risultati di partecipe testimonianza militante, come in Vietnam (1965) o a espressioni di partecipe affettuosa vicinanza, come avviene, nel richiamo alle giornate del maggio parigino, con Giovani innamorati (1969) e più tardi, in chiusura della rassegna, a quel compianto denso di nostalgia che raffigura i Funerali di Togliatti (1972) e in cui si condensa la storia delle lotte e delle speranze di un popolo e le ragioni della militanza di un uomo e di un artista.
AOSTA, IMPRESSIONISMO IN NORMANDIA
L’Impressionismo ha lasciato una traccia profonda nella storia dell’arte muovendo i suoi passi in Francia a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, e proprio da questi inizi prende movimento la mostra evento “Luci del Nord. Impressionismo in Normandia”, fino al 17 giugno al Forte di Bard, in Valle d’Aosta. A promuovere l’esposizione è l’Associazione Forte di Bard con la collaborazione di Ponte Organisation für kulturelles Management GmbH di Vienna. Più di settanta importanti opere raccontano la fascinazione di artisti come Monet, Renoir, Bonnard, Boudin, Corot, Courbet, Daubigny, Delacroix, Dufy, Gericault per la Normandia, territorio che diventa microcosmo naturale generato dalla forza della terra, del vento, del mare e della nebbia. Un paesaggio naturale dotato di una propria ‘fisicità’ vera e vibrante. La mostra racconta la nascita, a partire dai primi decenni dell’Ottocento, della pittura di impressione, che darà vita al movimento dell’Impressionismo così come lo conosciamo, e successivamente al post impressionismo e ai principali movimenti delle avanguardie artistiche del Novecento che utilizzano il colore come strumento principale di espressione. Una mostra, dunque, che racconta lo strenuo impegno, tra gli altri di Corot, Courbet, Delacroix, Boudin, Monet, Renoir, Morisot, Dufy, Bonnard, di restituire – semplicemente con tela e colori e tela – la verità di ciò che i loro occhi vedevano nel momento stesso in cui ciò accadeva, avendo come palcoscenico la Normandia, terra in cui tutte le forze naturali convivono e teatro di importanti mutamenti sociali e culturali che apriranno le porte all’età moderna. (red)
PISA: ROBERT DOISNEAU, PESCATORE D’IMMAGINI
Fino al 17 giugno il Museo della Grafica di Pisapresenta la mostra “Robert Doisneau. Pescatore d’immagini”. Curata dall’Atelier Robert Doisneau – Francine Deroudille e Annette Doisneau – in collaborazione con Piero Pozzi, l’esposizione offre l’occasione di ammirare, attraverso una suggestiva selezione di 70 immagini in bianco e nero, l’universo creativo del grande fotografo francese.Nel raffinato allestimento delle sale di Palazzo Lanfranchi, il percorso espositivo si apre con l’autoritratto del 1949 e ripercorre i motivi più cari a Doisneau, conducendo il visitatore in un’emozionante passeggiata nei giardini di Parigi, lungo la Senna, per le strade del centro e della periferia, nei bistrot e nelle gallerie d’arte della capitale francese.I soggetti prediletti delle sue fotografie sono, infatti, i parigini: le donne, gli uomini, i bambini, gli innamorati, gli animali e il loro modo di vivere in questa città senza tempo. Tra i capolavori più celebri esposti a Pisa anche Le Baiser de l'Hôtel de Ville, foto del 1950 che ritrae una giovane coppia che si bacia davanti al municipio di Parigi mentre la gente cammina veloce e distratta. L’opera, per lungo tempo identificata come un simbolo della capacità della fotografia di fermare l’attimo, non è stata scattata per caso: Doisneau, infatti, stava realizzando un servizio per la rivista americana Life e per questo chiese ai due giovani di posare per lui. Nelle sale di Palazzo Lanfranchi è inoltre possibile ammirare Les pains de Picasso, in cui l’artista spagnolo, vestito con la sua tipica maglietta a righe, gioca a farsi ritrarre seduto al tavolo della cucina davanti a dei pani che surrogano, con la loro forma, le sue mani.
MILANO: L’ARCHITETTURA SECONDO SOL LEWITT
Fino al 23 giugno la Fondazione Carriero di Milano presenta “Sol LeWitt. Between the Lines”. Nel decennale della scomparsa di Sol LeWitt (1928-2007), l’esposizione intende offrire un punto di vista nuovo sulla pratica dell’artista statunitense, esplorandone i confini e isolando i momenti fondanti del suo metodo di indagine e dei processi che ne derivano. Attraverso un nutrito corpus di opere che ripercorrono l’intero arco della sua carriera – da 7 celeberrimi Wall Drawings a 15 sculture come Complex Form e Inverted Spiraling Tower, fino alla serie fotografica Autobiography – e partendo dalla peculiarità degli spazi della Fondazione, il progetto espositivo esplora la relazione del lavoro di LeWitt con l’architettura. Con la collaborazione dell’architetto Rem Koolhaas – per la prima volta nella veste di curatore – in dialogo con il curatore Francesco Stocchi, Between the Lines affronta ampi aspetti dell’opera di LeWitt, con l’obiettivo ambizioso di superare quella frattura che tradizionalmente separa l’architettura dalla storia dell’arte e che caratterizza l’intera pratica dell’artista, rivolta più al processo che al prodotto finale, e scevra di qualsiasi giudizio estetico o idealista. I Wall Drawings esposti negli spazi della Fondazione Carriero sono eseguiti con la collaborazione di giovani artisti e studenti milanesi, sotto la fondamentale supervisione della Estate Sol LeWitt.
NOVARA: IL RINASCIMENTO DI GAUDENZIO FERRARI
Una grande mostra su Gaudenzio Ferrari, un artista che nel Cinquecento venne ritenuto da Giovanni Paolo Lomazzo – insieme a Mantegna, Michelangelo, Polidoro da Caravaggio, Leonardo, Raffaello e Tiziano – uno dei sette “Governatori” nel “Tempio della Pittura”.“Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari” coinvolge, da oggi all’1 luglio, tre città del Piemonte – Novara (Castello), Vercelli (L’Arca) e Varallo Sesia (Pinacoteca e Sacro Monte) – estendendosi, al di là delle sedi espositive, in chiese ed edifici delle città e del territorio, dove sono presenti affreschi e altre opere del Maestro.Per la sede di Varallo è prevista la proroga fino al 16 settembre.Il grande progetto culturale è promosso e sostenuto dall’Assessorato alla Cultura e Turismo della Regione Piemonte e dal Comune e Pinacoteca di Varallo, dai Comuni di Novara e Vercelli. A concedere le opere di Gaudenzio e degli artisti “di confronto” sono istituzioni territoriali quali la Diocesi di Novara, la Galleria Sabauda, il Museo Civico d’Arte Antica e l’Accademia Albertina di Torino ed importanti musei italiani e stranieri. Tra questi ultimi il Louvre, il Ringling Museum of Art di Sarasota, lo Städel Museum di Francoforte, il Szépmuvészeti Múzeum di Budapest, oltre che storiche collezioni private come quella dei principi Borromeo.
NAPOLI: LA SACRA CONVERSAZIONE DI KONRAD WITZ
Il Museo e Real Bosco di Capodimonte dedica, fino all’1 luglio, una serie di mostre-focus a dipinti, sculture e oggetti d’arte in relazione con altre opere o documenti in grado di spiegarne il contesto. Ecco quindi che la Sacra Conversazione di Konrad Witz è messa a confronto con due manoscritti della metà del XV secolo custoditi dalla Biblioteca nazionale di Napoli. L’opera di Konrad Witz, uno dei maggiori pittori tedeschi attivi nel XV secolo, sviluppa il tipico tema iconografico del suo tempo della Madonna con il Bambino Gesù circondati dai santi. Nel dipinto di Witz, si riconoscono la Madonna con il Bambino intenta nella lettura, San Giuseppe che offre la mela simbolo del peccato originale e della redenzione e, tra loro, Santa Caterina in abito blu identificata dalla spada del suo martirio, e Santa Barbara in verde, riconoscibile grazie alla piccola torre. A differenza dell’Annunciazione o dell’Ultima Cena, la Sacra Conversazione non fa riferimento a un evento biblico. Questo dialogo avviene tra personaggi che leggono o meditano appartenenti a epoche differenti: ciò evidenzia come la funzione di mediazione della Madonna fra gli uomini e Dio si svolga al di fuori del tempo. La Sacra Conversazione, infatti, non è un dialogo reale ma un colloquio silenzioso e puramente spirituale, in cui l’atteggiamento dei santi è identico a quello dei fedeli in preghiera dinnanzi all’altare. In ragione di ciò, i pittori fiamminghi scelgono spesso di rappresentare questa scena all’interno di una chiesa di forma contemporanea, come la lunga navata gotica in fuga prospettica dipinta da Witz.
(© 9Colonne - citare la fonte)