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CGIE: ASSEMBLEA PLENARIA TRA DISAGIO PER TAGLI E UNITA’

CGIE: ASSEMBLEA PLENARIA TRA DISAGIO PER TAGLI E UNITA’

Roma, 13 mag - Disagio. E’ la sensazione che hanno espresso i consiglieri del Cgie durante la prima giornata di lavori dell’assemblea plenaria all’interno del Ministero degli Affari Esteri. Un organo di rappresentanza degli italiani nel mondo che, insieme ai Comites, ha attraversato periodi di buio e splendore, ma che, a detta di tutti i consiglieri, adesso ha toccato il punto più basso dalla sua nascita. A dimostrarlo, secondo i membri che affollavano la sala delle Conferenze internazionali, le decisioni prese da questo governo in merito alle politiche per gli italiani all’estero, in particolare i tagli in Finanziaria, e l’intervento del sottosegretario agli Affari Esteri con delega per gli italiani nel mondo, Alfredo Mantica, che ha aperto i lavori alla Farnesina. Mantica ha iniziato il suo discorso affrontando i temi relativi ai giovani, al museo dell’emigrazione e agli imprenditori italiani nel mondo per poi passare a trattare le questioni che hanno scatenato le polemiche seguite all’intervento del sottosegretario. Prima fra tutte la riforma dei Comites e del Cgie in merito alla quale, secondo quanto dichiarato da Mantica, non verrà avanzata nessuna proposta governativa. “Questa è una grande occasione per i parlamentari italiani – ha affermato il sottosegretario - per elaborare un testo unico”. Il provvedimento è all’odg del Senato ed è stata presentata una serie di ddl che sarà esaminata dal comitato ristretto, riunitosi dalla settimana scorsa, per elaborare un testo unificato. Il sottosegretario ha espresso la completa “disponibilità del governo a partecipare ai lavori del comitato e la messa a disposizione del ministero degli Esteri per eventuali richieste di informazioni e materiale”. L’auspicio di Mantica è che il comitato ristretto chiuda i lavori prima della pausa estiva per poi passare il testo alla Commissione Esteri, magari arrivando al voto in sede deliberante per accelerare i tempi. A quel punto il testo potrebbe passare alla Camera dove potrebbe diventare definitivo in autunno: “obiettivo ambizioso, ma perseguibile”, ha aggiunto il sottosegretario. Per quanto riguarda il tema spinoso dei tagli in Finanziaria, Mantica ha dichiarato che l’impegno del governo è quello di recuperare almeno parzialmente i fondi destinati alla lingua e cultura italiana all’estero.  Il minuto di silenzio per le vittime del terremoto in Abruzzo è stato l’unico momento di quiete durante la prima parte dell’assemblea plenaria dopo l’intervento del sottosegretario Mantica. Il primo a parlare è stato, da programma, il segretario generale Elio Carozza che fin dall’inizio ha criticato aspramente il “silenzio istituzionale” che ha accompagnato “i drammatici tagli” che avranno “effetti distruttivi per la promozione della lingua e cultura italiana” oltre alla “riduzione degli importi sull’assistenza diretta e indiretta” e alla “assistenza sanitaria a danno del segmento più debole della comunità all’estero”. Ed è anche per questi motivi che “il dibattito sulla riforma del Cgie arriva nel momento meno opportuno, al di fuori e prima della riforma e prima della riforma istituzionale dello Stato e nel contesto di un processo evolutivo di cui le diverse proposte presentate non tengono conto”, ha sottolineato il segretario del Cgie. “Sono ben altre le esigenze delle nostre comunità – ha aggiunto Carozza -. Sono quelle che tratteremo in questa assemblea plenaria”. All’intervento del segretario generale del Cgie hanno fatto eco le parole dei consiglieri che hanno preso la parola durante il dibattito. “Le priorità non sono Comites e Cgie, ma scuola, cittadinanza, informazione, condizione della donna”, ha affermato il senatore Nino Randazzo. Di “disagio fortissimo” ha parlato Norberto Lombardi aggiungendo che “mai siamo stati tanto uniti come in questo momento”. “Il Palazzo ha deciso che la panacea di tutti i mali è la riforma del Comites e del Cgie”, ha aggiunto Gianluigi Ferretti. “Potrebbe essere una riforma breve perché poi potrebbe seguire una riforma dello Stato”, è stata la dichiarazione di Carlo Consiglio. “Se siamo tutti d’accordo che questa riforma non è necessaria ora, perché ci si muove in questo senso?”, si chiede Della Nebbia. Il consigliere Pinna ha parlato di “rinascita del Cgie”: “questo problema – ha detto - sta ricreando l’unità in seno al Consiglio. Chiederemo ai parlamentari di ritirare le loro proposte, confrontarsi con noi e creare un documento comune per il bene delle nostre comunità all’estero”. “Credo che il sottosegretario, il governo e il Ministero degli Esteri stiano commettendo un errore”, ha dichiarato Luciano Neri: “gli italiani all’estero, con o senza il Cgie, avranno la loro rappresentanza”. “Credo che un primo risultato l’abbiamo ottenuto: finalmente ci parliamo in modo sincero”. Queste le prime parole del sottosegretario Mantica in risposta all’accesso dibattito che ha seguito il suo intervento introduttivo. “La riforma è atto necessario”, ha detto. “Non si può governare senza una struttura forte e collegata al Parlamento che affronti sul territorio con sincerità le questioni”. “I temi sono gravi e delicati e saranno cinque anni durissimi – ha evidenziato Mantica -. Bisogna capire cosa vogliamo per il futuro. Questo va fatto fuori da ogni demagogia. La patria e la lingua si difendono affrontando i problemi seri”.

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