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UE, MORTALITA’ IN CALO
NONOSTANTE LA CRISI

UE, MORTALITA’ IN CALO <br> NONOSTANTE LA CRISI

 I paesi europei sono riusciti a impedire che la crisi finanziaria del 2008 aumentasse le disuguaglianze di salute, diversamente da quanto accaduto negli Stati Uniti. È la conclusione di uno studio pubblicato su PNAS da Lifepath, un progetto finanziato dalla Commissione Europea con lo scopo di individuare i meccanismi biologici che stanno alla base delle differenze sociali nella salute. Nonostante siano state al centro di molte iniziative e strategie di salute pubblica, le disuguaglianze di salute fra diversi gruppi socioeconomici continuano a essere un problema serio. Negli Stati Uniti, fin dai primi anni Duemila, sono aumentate le cosiddette “morti per disperazione” fra i bianchi di mezza età e con un basso livello di istruzione. Morti associate all’aumento dei casi di suicidio e intossicazione, in parte dovuti all’abuso di antidolorifici oppiacei che si è diffuso come un’epidemia nel paese. I ricercatori del gruppo multidisciplinare di esperti di Lifepath, guidati da Johan Mackenbach, professore di salute pubblica all’Erasmus University Medical Center di Rotterdam, hanno raccolto dati sulla mortalità in 17 paesi dal 1980 al 2014 (per un totale di 9,8 milioni di morti) e sulla morbilità – cioè una condizione di malattia, disabilità o in generale di scarsa salute – riportata da 350.000 persone provenienti da 27 paesi, dal 2002 al 2014. Analizzando questi dati hanno scoperto che, nonostante la crisi economica, l’Europa non ha subito lo stesso incremento di mortalità che si è visto negli USA.

 

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