Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Dietro le quinte
della Carmen
a Verona

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Dietro le quinte <br>della Carmen <br> a Verona

VERONA, DIETRO LE QUINTE DELLA CARMEN
Un viaggio fotografico racconta la nuova produzione della "Carmen" di Georges Bizet, che ha inaugurato il Festival lirico all’Arena di Verona, con regia, scene e costumi del grande maestro argentino Hugo de Ana. Con oltre 250 recite è il secondo titolo più rappresentato nell’anfiteatro veronese dopo Aida e da sempre fra i più amati dal pubblico. L’opera, ambientata negli anni Trenta, è in scena fino al 31 agosto. E la accompagna, fino al 2 settembre, la mostra “Sevilla 1930”, alla libreria Feltrinelli, con le foto di Filippo Nardo e Stefano Valentino dello studio fotografico Ennevi, fotografi ufficiali della Fondazione Arena di Verona. (PO / red)

ROMA, WALLS E LA “RISCOPERTA” DELLE MURA AURELIANE
Nate come difesa dall’esterno e poi inglobate nel tessuto cittadino, le Mura Aureliane accompagnano con la loro imponenza strade, scorci e orizzonti della città. Con gli oltre 12 km lungo i quali ancora si sviluppano, sono il più grande monumento della Roma imperiale e la cinta muraria urbana più lunga, antica e meglio conservata della storia. Eppure, nonostante tutti questi primati, spesso rimangono inosservate. Come primo passo di un percorso di valorizzazione, per documentare e tradurre in suggestive immagini un monumento troppo spesso invisibile, la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, a distanza di oltre un secolo dalle storiche campagne fotografiche otto-novecentesche, ha commissionato la prima campagna fotografica integrale sull’intero percorso delle mura, anche nei punti non accessibili al pubblico. Il fotografo romano Andrea Jemolo ha documentato la cinta muraria e il risultato di questo reportage, in una selezione di 77 fotografie a colori in grande formato, è presentato nella mostra “Walls. Le mura di Roma. Fotografie di Andrea Jemolo”, fino al 9 settembre al Museo dell’Ara Pacis. Partendo da Porta del Popolo, passando per Villa Dominici e dalle porte Metronia, Latina, San Sebastiano, il percorso per immagini arriva fino all’ultimo tratto visibile dal Ponte dell’Industria. In ogni foto Jemolo racconta l’unicità di un pezzo di storia e di vita quotidiana. (red)

ROMA, LE DOLOMITI VISTE DA GEORG TAPPEINER
Fino al 2 settembre, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, la mostra "Dolomiti, il cuore di pietra del mondo" presenta 40 scatti fotografici di Georg Tappeiner dedicati alla straordinaria bellezza delle Dolomiti Unesco. "Per noi è importante l’inaugurazione di questa mostra - ha sottolineato il commissario del Palazzo delle Esposizioni Enzo Cipolletta - perché seguiamo la linea dell’essere luogo del contemporaneo inteso come arte, fotografia, cronaca e scienza, come tutte quelle attività che ciascuno di noi incontra ogni giorno. Le fotografie magnifiche e l’oggetto fotografato dal fotografo Georg Tappeiner, le Dolomiti, stanno nel cuore di tutti gli Italiani perché sono un elemento fondamentale del nostro paesaggio". Marcella Morandini, direttrice della Fondazione Dolomiti, piattaforma istituita per coordinare, armonizzandole, le politiche di gestione del Bene Naturale ed essere riferimento unico per Unesco, ha sottolinea che “dopo l’esposizione delle fotografie di Georg Tappeiner, socio sostenitore della Fondazione, nelle grandi capitali europee, finalmente, ora la straordinaria bellezza dolomitica interpretata da Georg, è in mostra anche a Roma, capitale del nostro Paese, che, ricordo, ha il maggior numero di siti Unesco”. (red)

BASILEA, GIACOMETTI INCONTRA BACON
Con Alberto Giacometti e Francis Bacon la Fondation Beyeler di Basilea presenta, fino al 2 settembre, due eminenti protagonisti dell’arte moderna del Novecento, che furono in egual misura amici e rivali e le cui visioni creative hanno fortemente influenzato gli esiti artistici della seconda metà del XX secolo e ancora oggi mantengono la loro forza di suggestione. È la prima volta in assoluto che un’esposizione museale si incentra congiuntamente su queste due personalità artistiche mettendo in luce il loro reciproco rapporto. Sebbene a prima vista le loro produzioni appaiano assai diverse, l’inedito raffronto tra i due artisti fa emergere convergenze stupefacenti. La mostra allinea opere chiave famose, integrate da lavori raramente visibili al pubblico. Spiccano una serie di gessi originali dal lascito Giacometti, mai esposti prima d’ora, nonché quattro grandi trittici di Bacon. Uno spazio multimediale offre una visione spettacolare degli atelier dei due artisti. Il pittore britannico e lo scultore svizzero si conobbero agli inizi degli anni 1960 grazie a un’amica comune, la pittrice Isabel Rawsthorne. Nel 1965 erano entrati in confidenza a tal punto che Bacon visitò Giacometti alla Tate Gallery di Londra mentre questi stava allestendovi una sua personale. Diverse immagini scattate dal fotografo inglese Graham Keen documentano l’incontro e ritraggono i due artisti immersi in un vivace scambio di idee. Oggi, più di mezzo secolo dopo, i due grandi maestri si ritrovano alla Fondation Beyeler, ed è proprio da quel doppio ritratto fotografico che la mostra prende avvio. Da una messe ricca di circa 100 opere i curatori fanno emergere inaspettate analogie: Bacon e Giacometti condividevano una fede incrollabile nell’importanza della figura umana. (red)

MILANO, ANTONIONI ED IL MOSÈ DI MICHELANGELO
Fino al 15 settembre la Cripta del Santo Sepolcro di Milano ospita un’installazione di Michelangelo Antonioni dedicata al Mosè di Michelangelo. L’iniziativa, prodotta da MilanoCard e Casa Testori e promossa dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana, racconta la straordinaria esperienza dell’incontro tra il regista e il Mosè di Michelangelo Buonarroti conservato nella basilica di San Pietro in Vincoli a Roma. Gli ambienti di un luogo tra i più ricchi di spiritualità e più visitati della città accolgono “Lo sguardo di Michelangelo”, un cortometraggio di 15 minuti, prodotto da Istituto Luce e Lottomatica. Il film, realizzato dal regista ferrarese nel 2004, tre anni prima della sua scomparsa, può essere considerato una sorta di suo testamento spirituale. Lo sguardo di cui si parla nel titolo è quello del regista che entra camminando nella penombra della chiesa, si arresta e rimane immobile, quasi sopraffatto, di fronte al capolavoro del Buonarroti, scrutandone i particolari e soffermandosi sull’espressione del profeta. Il Mosè è un marmo che “parla”, capace di trasmettere all’osservatore tutta la bellezza che l’artista gli ha regalato. In questa sua visita, Antonioni entra in completa simbiosi con la scultura, muovendo delicatamente il braccio fino a sfiorarla con la mano per coglierne lo spirito. L’uscita del regista dalla porta della chiesa, accompagnato da un misterioso coro di Pierluigi da Palestrina, fa ritornare l’autore del documentario verso la luce del sole che penetra dall’esterno. (red)

MILANO, GLI ANIMALI DELLA “PHOTOARK” DI JOEL SARTORE
Dopo l successo di Roma, all’Auditorium Parco della Musica, fa tappa a Milano “PhotoArk”, circa 60 fotografie realizzate dal grande fotografo di National Geographic Joel Sartore, esposte in una mostra all’interno dell’area di CityLife Shopping District. Più di 10 anni di lavoro, oltre 8.000 specie animali fotografate in cattività in 40 paesi diversi: l’obiettivo di Joel Sartore è creare un immenso archivio fotografico delle specie animali in via d’estinzione ospitate in riserve e centri di conservazione. Si stima che per completare il suo progetto dovrà fotografare in totale circa 12mila specie e che gli occorreranno altri dieci anni. La mostra presenta - fino al 16 settembre - una selezione di questo immenso lavoro che ha portato il fotografo di National Geographic anche in Italia, al Bioparco di Roma e nel Parco Natura Viva di Verona. Ritratti intimi e commoventi in cui sono gli occhi degli animali a parlarci, scatti che hanno conquistato il mondo fino ad essere proiettati sulla Basilica San Pietro a Roma e sull’Empire State Building a New York. Non sono solo gli animali di Sartore a popolare l’esposizione. Allestito un percorso di 13 animali in mattoncini Lego, con laboratori in aree allestite con migliaia di mattoncini colorati. Durante la prima settimana di settembre l’artista Riccardo Zangelmi, uno dei sedici al mondo riconosciuti ufficialmente dal Gruppo Lego, riprodurrà in real building un maestoso orso polare di 1,80mt di lunghezza, 90cm di larghezza e 1,40mt di altezza. Ad opera ultimata il pubblico avrà l’occasione di interagire con il modello e condividere il proprio selfie ricordo, inserendo l’hashtag #polarbearLife. (red)

(© 9Colonne - citare la fonte)