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direttore Paolo Pagliaro

“Potere ai Piccoli”:
a Milano migliaia
di mattoncini Lego

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

“Potere ai Piccoli”: <br> a Milano migliaia <br> di mattoncini Lego

A Milano, presso lo Spazio Eventi di Palazzo Pirelli, fino al 20 settembre la prima mostra personale di Riccardo Zangelmi “Potere ai Piccoli”, tutta realizzata in mattoncini Lego, e promossa dal Consiglio regionale della Lombardia in collaborazione con la celebre azienda. Zangelmi è attualmente l’unico artista italiano certificato “Lego Certified Professional” in un gruppo ristrettissimo di sole 16 persone in tutto il mondo. Circa quaranta opere e centinaia di migliaia di mattoncini Lego hanno preso la forma, in un anno di lavoro, in sculture e mosaici che porteranno i visitatori a fare un tuffo nel passato e a sognare un’infanzia di gioco e divertimento dove tutto è possibile: soffiare bolle di sapone giganti o indossare le scarpe con i tacchi della mamma, o ancora ritornare piccolissimi con il ciuccio. Il tocco giocoso è presente in tutto il percorso della mostra e diventa il filo conduttore che conduce i visitatori dall’ingresso all’uscita dell’esposizione. Tra le opere esposte spiccano per dimensioni “Fly”, un invito al coraggio, a intraprendere il volo verso i propri sogni, che ha preso parte alla Biennale del Mosaico 2017 presso il Museo d’Arte della città di Ravenna, realizzata con circa 105mila mattoncini, e “Magic Bunny”, composto da 108mila pezzi. E ancora le sculture “Hope”, la speranza, la più preziosa tra le aspirazioni, innata in ogni bambino; “Chiedilo alle Stelle” che raffigura un universo di sogni nel quale immergersi e cercare il più importante; “Goat Different”, una capretta libera a pois che esce dagli schemi e vive di colori inseguendo i propri sogni.

ROMA: LIBRI D’ARTISTA NELLA BIBLIOTECA DEL PRINCIPE

A Roma la Casina delle Civette di Villa Torlonia ospita, fino al 30 settembre, la mostra “La Biblioteca del Principe. Libri d’Artista di Vittorio Fava”. Il percorso si snoda, in continuo dialogo con la Casina, attraverso circa 20 libri d’artista, tutti sfogliabili; sia la copertina che le pagine interne sono lavorate a mano con disegni, scritte, collage di merletti, bottoni, frammenti di ceramica, legno, medaglie, monete; libri realizzati dal maestro in vari anni e alcuni proprio per questa circostanza, molti dei quali disposti su un leggio appositamente realizzato dall’artista. Fava ha voluto ricreare così una fantastica biblioteca quale il principe Giovanni Torlonia Jr. avrebbe potuto avere nella sua fascinosa Casina di stile liberty.

LECCO: “IL BACIO” DI ROBERT DOISNEAU

Fino al 30 settembre, il Palazzo delle Paure di Lecco ospita una mostra di Robert Doisneau, uno dei fotografi più importanti e celebrati del Novecento. La rassegna, dal titolo “Pescatore d’immagini”, curata dall’Atelier Robert Doisneau - Francine Deroudille ed Annette Doisneau - in collaborazione con Piero Pozzi -, presenta 70 immagini in bianco e nero che ripercorrono l’universo creativo del fotografo francese (Gentilly, 14 aprile 1912 - Montrouge, 1 aprile 1994). Il percorso espositivo, che mette in mostra alcune delle icone più riconoscibili della sua carriera. Si possono così ammirare alcuni dei suoi capolavori più famosi, tra cui il Bacio dell’Hotel de Ville, scattata nel 1950, che ritrae una coppia di ragazzi che si bacia davanti al municipio di Parigi. L’opera, per lungo tempo identificata come un simbolo della capacità della fotografia di fermare l’attimo, non è stata scattata per caso: Doisneau, infatti, stava realizzando un servizio fotografico per la rivista americana Life, e chiese ai due giovani di posare per lui. Non manca Les pains de Picasso, in cui l’artista spagnolo, vestito con la sua tipica maglietta a righe, gioca a farsi ritrarre seduto al tavolo della cucina davanti a dei pani che surrogano, con la loro forma, le sue mani. I soggetti prediletti delle sue fotografie sono, infatti, i parigini: le donne, gli uomini, i bambini, gli innamorati, gli animali e il loro modo di vivere questa città senza tempo. Quella che Doisneau ha tramandato ai posteri è l’immagine della Parigi più vera, ormai scomparsa e fissata solo nell’immaginario collettivo; è quella dei bistrot, dei clochard, delle antiche professioni; quella dei mercati di Les Halles, dei caffè esistenzialisti di Saint Germain des Prés, punto d’incontro per intellettuali, artisti, musicisti, attori, poeti, come Jacques Prévert col quale condivise, fino alla sua morte, un’amicizia fraterna e qui presente con uno scatto - Prévert au guéridon - che lo ritrae seduto al tavolino di un bar con il suo fedele cane e l’ancor più fedele sigaretta.

SIENA: LA “FORESTA” DI STRUMENTI DI LI CHEVALIER

Fino al 30 settembre al Santa Maria della Scala, presso i Magazzini della Corticella, a Siena, l’esposizione di Li Chevalier “Obscureclarté”. Figura di spicco tra le pittrici della sua generazione, Li Chevalier, costruisce la sua carriera attorno ad un percorso intercontinentale, caratterizzato da un universo estetico transculturale e multidisciplinare, che sviluppa un'arte la cui firma ha un rapporto appassionato con il mondo musicale e poetico. A quindici anni viene scelta dalla Compagnia dell’Opera dell’esercito cinese e dopo cinque anni di profonda immersione come cantante lirica, Li Chevalier viaggerà alla scoperta delle maggiori capitali europee, passando da Firenze e Venezia dove studia arte, per laurearsi a Londra, al London Central St Martins College of Art & Design, in Filosofia e Belle Arti. Con Obscureclarté Li Chevalier rende omaggio a Siena, città con la quale la pittrice franco-cinese ha iniziato una relazione appassionata da più di 20 anni. La mostra, infatti, nasce dal forte desiderio dell’artista di tornare nei luoghi dei suoi pellegrinaggi artistici e spirituali nel cuore dell'Italia. Proprio per questa monografica senese Chevalier presenta una nuova scenografia, completamente rinnovata, della sua installazione monumentale e multimediale Site Specific: una "foresta" di strumenti a corda, violini, viole e violoncelli, "made in China" e allo stato grezzo, decorati con pennellate d'inchiostro, segni calligrafici e poesie composte appositamente per l’evento dal poeta senese padre Alfredo Scarciglia.

FIRENZE: LA STORIA DELL’AUTOMOBILE

Delle gare sulle strade più belle della Toscana ma anche dei concorsi di eleganza al Giardino di Boboli, del coraggio, del fascino femminile, del rombo assordante e dell’odore pungente di benzina, dello stridio delle gomme esasperate in curva, dell’affermarsi della moda italiana, della Firenze fra il 1934 e il ’65 racconta “The elegance of speed”, la mostra che raccoglie nelle sale di Palazzo Pitti, grazie alla volontà di Eike D. Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, novanta scatti tratti dall’Archivio Foto Locchi. Fino al 16 settembre la mostra ripercorre le tappe di una vicenda tutta toscana; secondo Eike Schmidt “viene spontaneo, guardando le foto dei primi bolidi, osservandone il design e la sua evoluzione, con le curve della scocca che si fanno via via sempre più morbide e slanciate, pensare a quello che stava accadendo nel mondo della scultura contemporanea, e alla sua interazione estetica con l’industria automobilistica. Ma quale dei due campi guarda all’altro? Difficile determinare, specie nel periodo futurista, a quanto ammonti il debito del Boccioni di Forme uniche della continuità nello spazio (1913) verso gli esemplari di locomozione più sofisticati prodotti in quegli anni, ad esempio l’Itala 35/45 HP – quella del raid Pechino-Parigi del 1907 -, o l’elegantissima Rolls-Royce Silver Ghost”. Articolata in tre sezioni, la mostra travalica l’apprezzamento dell’automobile in termini di tecnica, aerodinamica, struttura, e rievoca un periodo di grandi trasformazioni anche nella viabilità cittadina e nella storia di Firenze.

(© 9Colonne - citare la fonte)