L’Italia cederà alla Libia 10 motovedette classe 500 da 10 metri e 2 navi da 27 metri. Lo prevede il decreto che si chiama di “cessione gratuita”, che la Camera ha approvato in via definitiva al fine di “incrementare la capacità operativa della Guardia costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell'interno libici nelle attività di controllo e di sicurezza per il contrasto dell'immigrazione illegale e della tratta di esseri umani”. Ai libici pagheremo anche la manutenzione: l'articolo successivo autorizza, per il 2018, quindi da subito, di 1 milione 370 mila euro “per garantire la manutenzione delle singole unità navali cedute” e per lo svolgimento di attività addestrativa e di formazione del personale della Guardia costiera libica, ai fini di potenziarne la capacità operativa nel contrasto all'immigrazione illegale e alla tratta di esseri umani. La spesa autorizzata per il ministero delle infrastrutture, quindi per la manutenzione, è pari a 800 mila euro. Per l'attività di addestramento inveve i costi complessivi sono stimati in 400 mila euro per due equipaggi, composti da 14 unità ciascuno, che verranno addestrati presso la Scuola nautica del Corpo di Gaeta, con un corso della durata di tre settimane.
A tutto ciò si aggiungono i costi di gestione manutentiva stimati in 170 mila euro. Il Partito democratico ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità, votando insieme a Lega e M5S. Poi ha chiesto con un emendamento di legare il regalo delle navi a un effettivo controllo sul rispetto dei diritti umani: Lega e M5S hanno votato contro. "Perché sul delicato tema del rispetto dei diritti umani dei migranti da parte delle autorità libiche il governo non ha voluto accettare nessun emendamento di garanzia dell'opposizione? – si chiede Lia Quartapelle, che aveva firmato l’emendamento - Forse alla maggioranza gialloverde fanno paura queste parole? Si tratta purtroppo di un silenzio pericoloso, cinico, triste e che mette a rischio la vita di migliaia di persone. Il Partito democratico, come sempre nella sua storia, è disponibile a condividere le responsabilità sulle grandi questioni in nome dell'interesse nazionale, come si tratta ovviamente nel caso della Libia, ma avremmo voluto vedere da M5S e Lega altrettanta disponibilità ad accettare le preoccupazioni espresse dall'opposizione”. Ma c’è un’altra opposizione, quella di Leu, che contesta il provvedimento in modo più ampio: “non possiamo fare finta di non sapere cosa accade in Libia e cosa subiscono le persone che vengono riportate in quell'inferno – dice Erasmo Palazzotto - Fornire mezzi ad una sedicente Guardia costiera significa essere corresponsabili di violazioni sistemiche dei diritti umani. "La Libia non è uno stato sovrano, i nostri interlocutori sono spesso gli stessi trafficanti di esseri umani che diciamo di voler combattere e che oggi controllano anche la Guardia Costiera Libica. Considerarlo un luogo sicuro e riportare le persone in quel Paese significa di fatto essere complici dei crimini commessi dalle autorità libiche, una responsabilità di cui il nostro Paese risponderà davanti alla storia".
(Sis)
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