Erano liguri i primi emigrati che partivano dal porto di Genova alla volta di Montevideo durante l’ottocento. Incredulità, rabbia e tristezza emerge dalle parole di liguri e discendenti intervistati da Gente d’Italia, quotidiano indipendente fondato nel 1999 da Maria Josette Caprio e Domenico Porpiglia, punto di riferimento per gli italiani “sudamericani”. Per il savonese Roberto Casaccia, responsabile del patronato Inapa di Montevideo, quel ponte assume un significato speciale pieno di ricordi familiari, come riporta il quotidiano: “Sarò passato da lì tantissime volte, è il ponte che collega Genova al Ponente ligure, per noi era quasi obbligatorio”. La tragedia di Genova, secondo Casaccia, ci lascia un insegnamento che consiste nella “dimostrazione che tutte le privatizzazioni sono un fallimento totale. I responsabili sono i privati poiché sono loro che devono fare i controlli. La legge dell’economia è chiara, il privato persegue sempre il profitto, il massimo del guadagno con minimo dei costi. Le infrastrutture sono un settore strategico e devono essere gestite dal pubblico”. Julio Maria Sanguinetti, ex presidente della Repubblica, è una delle figure più note tra i discendenti liguri in Uruguay. “Tutti noi che coltiviamo un vincolo sentimentale con la Liguria proviamo grande tristezza. Sicuramente sarò passato da lì nelle mie numerose visite a Genova. In quella zona ci sono tantissimi ponti che sono la risposta intelligente alle sfide della natura. Purtroppo questo non ha funzionato. Evidentemente ci sono stati errori umani ma preferisco non entrare nei dettagli”. Usa parole molto dure Carlos Defazio, giovane antropologo la cui famiglia è originaria della provincia di Savona: “Quelle immagini non sono degne di una nazione che è una potenza mondiale. Sinceramente io non sono sorpreso dato che in Italia ci sono stati già altri casi simili, non bisogna aspettare le tragedie per mettere in sicurezza le opere. Abbiamo visto cosa è successo diverse volte con i terremoti e adesso questo. Credo che la conclusione sia chiara: non si può lasciare la manutenzione dei beni pubblici ai privati, è un rischio troppo grande e lo Stato deve assumersi questa responsabilità”. (Red – 17 ago)
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