SIENA: L’INSTALLAZIONE DI STAN BRAKHAGE
In dialogo con la mostra temporanea allestita presso il museo San Pietro di Colle Val d’Elsa, “Savia non fui, Dante e Sapia fra letteratura e arte”, si presenta l’installazione di Stan Brakhage “The Dante Quartet”, evento di anteprima della 22ma edizione del Terra di Siena International Film Festival, che si terrà a Siena dal 25 al 30 settembre. Realizzato dal maestro del cinema sperimentale americano alla fine degli anni Ottanta, si configura come una rappresentazione visiva di stati emotivi generati dalla lettura della Divina Commedia. Frutto di 37 anni di studio del testo dantesco, l’opera è stata realizzata dipingendo a mano segmenti di pellicola di diversi formati (35mm, 70mm, IMAX), successivamente ri-fotografati in 16mm e 35mm. I colori e le immagini collidono, infrangendosi gli uni sulle altre tra paesaggi vulcanici e lunari. Il risultato è un incantevole turbinio di quadri astratti in movimento, il cui dinamismo cromatico sembra portare alla vita le tele di Jackson Pollock. Brakhage condensa la grandezza dell’opera dantesca in questa rappresentazione “interiorizzata” divisa in quattro parti, intitolate rispettivamente Hell Itself, Hell Spit Flexion, Purgation, Existence is song.
NOTO: LE PASSIONI DI PICASSO
Fino al 30 ottobre, il Convitto delle Arti Noto Museum ospita la mostra “Picasso è Noto”, un percorso completo nell’opera di Pablo Picasso che va alla scoperta delle passioni che hanno accompagnato il grande artista spagnolo in tutta la sua vita e nell’evoluzione del suo linguaggio artistico. Le 208 opere esposte - olii, guache, disegni, ceramiche - raccontano tutti i temi più cari a Pablo Picasso come la sua interpretazione della realtà con il teatro e il circo, amati sin dagli inizi della sua vita parigina insieme all’amico Gershwin, oltre alla massima espressione della sua passione più grande: il minotauro e la tauromachia. Ed ancora: le donne con l’ossessione dell’artista per la sua modella, la politica, le nature morte con i momenti più intimi e riflessivi che non solo hanno sviluppato la sua creatività inarrestabile, ma ne hanno influenzato l’intera vicenda artistica e umana. La mostra presenta anche Deux Femmes, espressione di sensualità e femminilità, soggetti fondamentali per Picasso non meno del tema dell’autoritratto, rappresentato nell’esposizione dall’omonima opera del 1967, dove l’artista rivela tutta l’identità e l’alterità del suo doppio. Il percorso è arricchito da una serie di incisioni: La Célestine, (1971) 68 incisioni acquaforte e acquatinta; Tauromachia (1959) 27 opere acquatinta allo zucchero e puntasecca. Nelle opere in ceramica si esprime tutta la forza della fantasia creatrice di Picasso che in un momento particolarmente felice della sua esistenza, terminato l’incubo della seconda guerra mondiale, si dedica a questo linguaggio espressivo che scopre particolarmente congeniale alla sua vena creativa, tanto da iniziare una sperimentazione che lo accompagna per il resto della vita e che si intreccia indissolubilmente con i suoi lavori su tela, le sue sculture e la sua grafica. Si va dalle opere realizzate nei primi anni di attività (dal 1947 al 1955) al periodo di Cannes (1955) che segna l’inizio di una nuova stagione della sua arte dove realizza soprattutto murali in ceramica, piatti tondi chiamati ‘plats espagnols’ e mattonelle con le scene di baccanali. Nei lavori in ceramica sono presenti anche le creazioni dedicate alla “Tauromachia” con grandi piatti ovali che rappresentano momenti della corrida e la sezione del “Bestiario”, il repertorio degli animali che più hanno stimolato la fantasia dell’artista: pesci, uccelli, gufi, civette, capre, galletti e cavalli. (red)
ROMA: VIAGGIO NEGLI HORTI FARNESIANI
Completato il restauro delle uccelliere farnesiane sul Palatino, una mostra racconta, anche con supporti multimediali, il confronto tra la magnificenza all’epoca dei Farnese e le trasformazioni nel tempo: Il Palatino e il suo giardino segreto. Si intitola “Il Palatino e il suo giardino segreto. Nel fascino degli Horti Farnesiani” l’esposizione, fino al 28 ottobre, che per la prima volta racconta uno dei luoghi più noti e simbolici della Roma rinascimentale, attraverso resti archeologici, frammenti rinascimentali ed elementi naturali: gli orti voluti dalla famiglia Farnese sul colle Palatino. Il giardino era strumento per affermare la raggiunta e consolidata posizione politica e istituzionale. Il Parco Archeologico del Colosseo, in collaborazione con Electa, allestisce un percorso di visita libero attraverso l’area un tempo occupata dagli antichi giardini. Gli Horti Farnesiani sono oggi quasi completamente cancellati da più di un secolo di indagine archeologica. Quello che se ne conserva, ricordo d’una delle più belle ville romane, è appena in grado di suggerire lo straordinario spettacolo che doveva offrirsi ai visitatori. Eppure, anche se frammentario, resta un giardino unico. Alla metà del XVI secolo, i Farnese intrapresero la realizzazione di un grande giardino con viali, aiuole, alberi, fontane, edifici, pitture, statue e altre opere d’arte che incisioni, stampe, dipinti e fonti letterarie hanno tramandato nel suo splendore.
DOMODOSSOLA: DE CHIRICO INCONTRA DE PISIS
La mostra “De Chirico De Pisis. La mente altrove”, fino al 31 ottobre, ai Musei Civici di Palazzo San Francesco, a Domodossola, pone i due grandi maestri per la prima volta a confronto con le nature morte del Seicento napoletano. Inoltre, dopo essere stata ammirata nei più grandi musei internazionali dal MoMa al Metropolitan, la mostra espone anche la celebre Natura morta del 1942 che Giorgio Morandi taglia davanti a Carlo Ludovico Ragghianti, un’opera rara e preziosa che testimonia l’amicizia dell’artista con il famoso critico. Un affascinante percorso espositivo all’interno della duecentesca chiesa-museo di Palazzo San Francesco. All’ombra degli affreschi che raccontano storie provenienti da epoche lontane, visibili sulle volte delle campate laterali, dialogano tra loro i dipinti di Giorgio De Chirico (Volo 1888 – Roma 1978) e di Filippo De Pisis (Ferrara 1896 – Brugherio 1956), due tra i più grandi protagonisti dell’arte del Novecento. La mostra sviscera il tema della mente altrove, del sogno, tema cardine anche della seconda edizione di Domosofia che si terrà a Domodossola nella terza decade di settembre. In mostra, nella selezione curata dal nuovo conservatore dei Musei Civici Antonio D’Amico, un mondo figurativo e onirico di circa 35 opere, provenienti da prestigiose collezioni private italiane ed estere, realizzate da entrambi gli artisti nell’arco della loro vita e proposte in un particolare allestimento che in una delle due cappelle della chiesa in Palazzo San Francesco sfocia in un’ambientazione metafisica, silente, evocativa: una poltrona dipinta da De Pisis attende l’artista, là, dentro una stanza dove ogni cosa è immobile, dagli arredi provenienti dalle collezioni di Palazzo Silva a Domodossola, genesi suggestiva per la creazione pittorica, alla visione di una natura morta che conquista la realtà e se ne appropria. Nel panorama contemporaneo recente delle esposizioni dedicate all’arte di questi due protagonisti del Novecento, la mostra di Domodossola aggiunge un significativo tassello inedito e propone un suggestivo dialogo tra le nature morte di De Chirico e De Pisis e quelle napoletane del Seicento di Giuseppe Recco e di Giovanni Battista Ruoppolo, opere che hanno ispirato De Pisis e non solo, tanto è vero che De Chirico in visita al Prado nel 1929 scrive alla sua Cornelia e gli confessa che “la vista della pittura antica, le opere dei geni passati mi ha di nuovo esaltato”. Il medesimo sentimento proverà lo spettatore soffermandosi a vedere capolavori tra loro lontani nel tempo ma che sprigionano un afflato emotivo di affinità. Per la prima volta infatti, a Domodossola, si possono vedere due straordinarie nature morte di De Pisis contenenti ostriche, affiancate a una grande natura morta con pesci, tra cui le ostriche, eseguita negli anni Trenta del Seicento da Giovanni Battista Ruoppolo, artista napoletano e maestro nel genere della natura morta caravaggesca. Inoltre, un vaso con fiori di montagna, realizzato da De Pisis ad acquarello su carta, con una forte attenzione alla botanica verrà affiancato a una deliziosa quanto realistica tela con un vaso di fiori dipinto da Giuseppe Recco a Napoli, qualche anno dopo la morte di Caravaggio.
FOSSOMBRONE: ARTE “NERA” NEL PARCO DELLE SCULTURE
Più di cinquanta artisti si confrontano con il colore nero per Land Art al Furlo, promossa dalla Casa degli Artisti, che si svolge fino al 23 settembre presso il Parco-Museo di Sant’Anna del Furlo, a Fossombrone. “Non è un Nero per caso, è scelto, voluto, difeso. E’ un guanto nero di sfida: è contro la paura del buio, è contro l’odio razziale, ma è anche un omaggio ai grandi artisti che dialogarono con questo non colore. E’ un viaggio verso la luce” si legge nella presentazione. In questa nona edizione della rassegna (unica nelle Marche, seconda in Italia, prima per la doppia offerta: espositiva e ospitale), nel Parco di Sculture dentro la Gola del Furlo si confrontano sul tema del nero installazioni, video, fotografie, pitture, performance, sculture, in un festival lungo un mese denso di incontri ed eventi. Ecco l’Uovo cosmico, una porta socchiusa nel bosco, un Buco nero, un vortice, una lavagna per viandanti, una foresta nera, piedi nudi che corrono nel buio.
FIRENZE: L’ISLAM ALLA CORTE DEI MEDICI
L’estate dei Musei del Bargello di Firenze continua con mostre e concerti per rispondere al meglio alle esigenze degli amanti dell'arte, della storia e del Rinascimento fiorentino. Con l’inizio di settembre riprendono anche i Concerti al Bargello, una serie di concerti da camera (il 6, 16, 23 e 27 settembre) organizzata dal Museo Nazionale del Bargello in collaborazione con Fondazione Teatro del Maggio Fiorentino. Fino al 23 settembre, inoltre, al Museo del Bargello, è possibile visitare la mostra “Islam e Firenze. Arte e collezionismo dai Medici al Novecento”, una grande esposizione, organizzata insieme alle Gallerie degli Uffizi (dive si tiene la sezione dedicata alle e testimonianze artistiche dei contatti fra Oriente e Occidente), che consente di scoprire i mille fili che legano Firenze all'Oriente attraverso una splendida carrellata di oggetti unici e preziosi. Protagonista di questa iniziativa congiunta tra Bargello e Uffizi è dunque l’arte islamica con i suoi straordinari tappeti, i “mesci roba” e vasi “all’azzimina”, ovvero ageminati (tecnica di lavorazione dei metalli per ottenere una decorazione policroma), i vetri smaltati, i cristalli di rocca, gli avori, le ceramiche a lustro: queste ultime in verità provenienti dall’Islam occidentale, la Spagna, e da noi chiamate majolica dall’ultimo porto di partenza, Majorca. La giraffa che il Sultano d’Egitto Qayt Bay inviò in dono a Lorenzo il Magnifico nel 1487, e che testimoniava i buoni rapporti che intercorrevano fra la corte dei Medici e il mondo islamico, ebbe purtroppo vita breve: seppure tenuta in stalle speciali fatte appositamente costruire nella villa di Poggio a Caiano e in via della Scala, a Firenze, si incastrò con la testa fra le travi del soffitto e morì, spezzandosi l’osso del collo, meno di due mesi dopo. Animale praticamente sconosciuto nella Firenze di allora, fu celebrato in pittura da artisti come Francesco Botticini, Giorgio Vasari, Bachiacca, Piero di Cosimo. Quella impagliata che si vede agli Uffizi , proveniente dal museo di storia naturale de La Specola, è invece quella che il Vicerè d’Egitto donò al Granduca Leopoldo II negli anni 30 del XIX secolo. Al Museo di Palazzo Davanzati è invece visitabile la mostra “Omaggio a Elia Volpi pittore”, la cui chiusura è stata prorogata al 30 ottobre. L'esposizione, allestita nella loggia d'ingresso del Palazzo, è un’originale narrazione visiva della poliedrica figura di Elia Volpi, considerato il padre del Museo di Palazzo Davanzati, qui presentato nella sua veste più intima e meno conosciuta di pittore. L'estate dei Musei del Bargello si concluderà, a fine mese, con il week-end delle Giornate Europee del Patrimonio, quando il Museo Nazionale del Bargello offrirà una vera e propria “maratona” museale con apertura no-stop dalle 8 alle 24.
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