Una “Sanitopoli” - da cui il nome dell'inchiesta - scoperta dao militari del Nas di Torino che, nel capoluogo piemontese e nel Cuneese, hanno eseguito 23 perquisizioni nei confronti di 25 indagati, tra cui psicologi, dirigenti medici, docenti universitari e ricercatori della facoltà di Medicina dell’Università di Torino e di strutture sanitarie quali la Città della Salute e della Scienza di Torino e l’azienda ospedaliera universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano. Tutti sono sospettati di fare parte di un sistema clientelare per ottenere agevolazioni e raccomandazioni nelle procedure d’indizione concorsuale per l’assegnazione di ruoli medici dirigenziali in ambito sanitario. Gli inquirenti hanno raccolto prove secondo cui un bando sia stato debitamente “sartorializzato” sulle caratteristiche dei candidati preventivamente designati come vincitori. In altri casi si sarebbero anticipati ai candidati prescelti le domande alle quali sarebbero stati sottoposti in sede concorsuale. Il ruolo centrale del sistema illecito è stato individuato in un noto professore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università al quale si rivolgevano studenti, psicologi e dirigenti medici al fine di ottenere agevolazioni nei concorsi o rinnovi di assunzioni presso le strutture cliniche nosocomiali universitarie. Il sistema era così consolidato che tra gli “attori”, spesso, si pronunciavano termini significativi come “blindare” il concorso, quando le competenze specifiche di un candidato favorito venivano poi trasferite nel bando. Altra consuetudine nei colloqui informali tra gli indagati consisteva nell’indicare il concorso con la denominazione del cognome del futuro vincitore. Nel mirino degli inquirenti almeno 6 selezioni tra bandi di concorso per l’assunzione di personale medico strutturato, borse di studio, bandi per l’ingaggio annuale di liberi professionisti e per l’arruolamento di personale medico ambulatoriale. L’attenzione dei Carabinieri del NAS prosegue su altri concorsi. L’indagine trae origine da sospette certificazioni mediche (poi rivelatesi false) riferite ad un funzionario pubblico, già interessato da altro procedimento penale, la cui diagnosi specialistica gli consentiva di beneficiare della pensione d’invalidità di 280 euro mensili, poi revocata in seguito a visita medica straordinaria dell’Inps. (20 nov - red)
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