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direttore Paolo Pagliaro

Talent Prize: a Roma l’arte under 40

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Talent Prize: a Roma l’arte under 40

Si tiene fino al 13 gennaio, a La Pelanda, a Roma, la mostra della 11ma edizione del Talent Prize, il premio internazionale di arti visive organizzato da Inside Art e ideato da Guido Talarico, promosso da Roma Capitale e Palaexpo. L’esposizione si presenta come un percorso eterogeneo che mostra quelle che sono le ricerche e le tecniche sperimentate negli ultimi anni dagli artisti under 40. Un panorama vasto ed esaustivo che dà spazio a installazioni, sculture, dipinti, video e lavori sonori che dialogano in modo armonico nelle due ampie sale del museo capitolino. La grande novità di quest’anno è rappresentata dall’istituzione del Premio speciale dedicato al mecenate Emmanuele F. M. Emanuele, presidente della Fondazione Cultura e Arte, andato a Siavash Talaei, artista iraniano. Nella mostra Corinna Gosmaro espone il suo lavoro Skies#3, accompagnato da altri Skies prodotti nella stessa serie. Presentati anche i lavori dei nove finalisti: tra le sculture A.A. di Alfredo Aceto e Via degli Ausoni di Giovanni de Cataldo. A rappresentare la sezione installazioni sono invece Antonio Della Guardia con Alfabeto del Potere, Alice Ronchi con Indoor Flora e Leonardo Petrucci con SOL 627, mentre sono due gli artisti presenti con dei video: Elke Dreier e Calixto Ramírez. Per la sezione pittura, insieme alla vincitrice Gosmaro, è presente Matteo Fato. In esposizione anche gli altri Premi speciali, assegnati da Inside Art e Fondamenta: il primo va a Nicole Voltan, con l’opera Monte Pelmo, mentre il secondo a Namsal Siedlecki, per l’installazione Cactacee. Il premio speciale Utopia, partner del Talent Prize, è stato assegnato al collettivo Polisonum, con l’opera Doppelkonzert.

ROMA: LA DIVA VIVIEN LEIGH

Attraverso foto, locandine, fotobuste, manifesti, brochure, libri e riviste la mostra “Aspettando Via col vento… Vivien Leigh”, fino al 10 gennaio alla Casa del Cinema di Roma, ripercorre la carriera teatrale e cinematografica della diva hollywoodiana con una sezione dedicata alla realizzazione di Via col vento, capolavoro che compirà 80 anni nel 2019. Nella sua trentennale carriera Vivien Leigh fu un’attrice prolifica non solo nel cinema ma anche e soprattutto nel teatro dove venne diretta più volte dal secondo marito Laurence Olivier. E’ a teatro che interpreta ruoli molto differenti, che vanno dalle eroine delle commedie di Noël Coward e George Bernard Shaw, a quelle delle tragedie shakespeariane anche se il suo volto sarà per sempre legato a Rossella O'Hara, la protagonista di Via col vento con cui si aggiudicò uno dei dieci Oscar vinti dal film. Ma non manca anche l'intensa e memorabile interpretazione di Blanche in “Un tram chiamato desiderio” che procurò all'attrice il secondo Premio Oscar e altri prestigiosi riconoscimenti, ma anche un morboso e inscindibile legame con il suo personaggio, che la condusse lentamente nel baratro della follia.

MILANO: LONDONIO, IL PRESEPE RITROVATO

Torna, come da tradizione per le festività natalizie, l’esposizione di un presepe a Oalazzo Pirelli, a Milano. Fino al 10 gennaio nel grattacielo sede del Consiglio Regionale della Lombardia si ammira uno dei capolavori d’arte sacra del XVIII secolo. Si tratta di circa 60 personaggi del presepe, dipinti su carta o cartoncino sagomati, che costituivano almeno tre nuclei di “presepi di carta” distinti. La maggior parte di essi sono stati dipinti da Francesco Londonio (1723-1783), uno dei più importanti artisti lombardi del Settecento, specializzato proprio in presepi, in scene campestri e raffigurazioni di animali. Nuova acquisizione del Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano, grazie alla donazione di Anna Maria Bagatti Valsecchi, la raccolta proviene dalla collezione Cavazzi della Somaglia, nella Villa Gernetto a Lesmo, ed è probabilmente uno dei pochi presepi settecenteschi lombardi di questo tipo. L’opera era destinata, in origine, a essere allestita durante il periodo natalizio in un salone di Villa del Gernetto a Lesmo, in Brianza, acquistata nel 1772 dal Conte Giacomo Mellerio (1711-1782), presso la quale il Londonio era solito passare lunghi periodi di villeggiatura. Nel corso dell’Ottocento, gli eredi Mellerio, quando fu chiara l’importanza e la rarità del complesso, fecero montare le sagome entro cornici ovali o rettangolari che furono usate come decoro stabile per i saloni della residenza brianzola. Il Presepe del Gernetto, noto alla critica, è citato nella storiografia e in tutte le pubblicazioni dedicate a Francesco Londonio e al presepe in Lombardia.

MILANO: ULISSE SARTINI OMAGGIA LEONARDO

Ulisse Sartini rende omaggio a Leonardo da Vinci, in occasione dei 500 anni dalla morte, con oltre trenta dipinti e altrettanti disegni. Le opere, tutte inedite, sono presentate a Milano, alla Sacrestia del Bramante in Santa Maria delle Grazie, nella mostra "Ulisse Sartini. La virtù della bellezza. Omaggio a Leonardo", fino al 13 gennaio. L'esposizione offre un ciclo di dipinti, realizzati nel 2018, ispirati ai capolavori leonardeschi quali Monna Lisa, la Madonna dei fusi, l'Annunciata, la Belle Ferronière. L'evento si colloca a poca distanza dal Cenacolo e prosegue il dialogo iniziato nel 2016 con la mostra della grande tela di Sartini, , ora collocata nel Duomo di Piacenza, ispirata proprio all'Ultima Cena di Leonardo. L’artista piacentino, nel rendere omaggio al genio di Vinci, non teme di confrontarsi con la bellezza che Leonardo ha saputo generare, perché tutta la sua vita è stata un confronto con la grande arte del passato e in questo dialogo ha saputo offrire codici iconografici e linguaggi per i nostri giorni. “Penso che la mia modernità - afferma Sartini - sia proprio quella di aver osato tornare alla grande lezione del Rinascimento e dell'arte veneta”.

BOLOGNA: IL PADIGLIONE DI LE CORBUSIER

A Bologna, fino al 6 gennaio, la mostra “Phoenix. Il Padiglione de l'Esprit Nouveau tra ricostruzione e restauro”, allestita nello spazio riaperto al pubblico da un anno, ripercorre la storia della costruzione dell'edificio, una replica - fedele in ogni dettaglio - del prototipo di unità abitativa che l'architetto Le Corbusier aveva proposto a Parigi nel 1925 in occasione dell'Exposition des Arts Decoratifs et Industriels Modernes, poi demolito a conclusione dell'evento. All'interno del Padiglione sono esposti i progetti, i disegni, le immagini e le testimonianze che documentano il processo di realizzazione di quella che è l'unica opera del maestro svizzero-francese presente in Italia, frutto di un progetto visionario ideato da Giuliano Gresleri, Glauco Gresleri, José Oubrerie e Giorgio Trebbi da realizzarsi nel nuovo centro strategico appena costruito, che alla fine degli anni Sessanta si andava configurando come la “nuova Bologna”, all'interno del piano di ampliamento cittadino e dove coesistevano nuove realtà culturali ed economiche, quali il complesso del Fiera District di Kenzo Tange e la Galleria d'Arte Moderna di Leone Pancaldi. Visibili inoltre filmati originali del 1977 in cui illustri protagonisti del mondo dell'architettura italiana dialogano sulle specificità del Padiglione, primo edificio nella storia dell'architettura ad introdurre un grande elemento vegetale all'interno della costruzione, e sull'importanza della sua ricostruzione.

MANTOVA: GERHARD RICHTER DIALOGA CON TIZIANO

Gerhard Richter risponde, ancora una volta, all’Annunciazione di Tiziano. Il grande pittore tedesco, uno dei più rilevanti protagonisti della scena contemporanea, ha deciso di offrire una rielaborazione del suo rapporto con la pittura di Tiziano e con il tema dell’Annunciazione in una mostra concisa e preziosa – “Tiziano/Gerhard Richter. Il Cielo sulla Terra”, allestita a Palazzo Te, a Mantova, fino al 6 gennaio. Era il 1972 quando, durante una visita alla Scuola Grande di San Rocco a Venezia, Richter riconosce in Tiziano una qualità “che rende arte un’opera d’arte”, e decide di copiare il quadro veneziano. Da allora il dialogo con l’antico maestro cadorino resta come un’ispirazione e un’intonazione di fondo del lavoro di Richter, che periodicamente sente il bisogno di tornare su questa segreta fonte. La Fondazione Palazzo Te ha così proposto al grande artista tedesco di raccontare questo dialogo intimo e di lungo corso, proprio a partire da due capolavori di Tiziano: l’Annunciazione di S. Rocco e quella conservata al Museo Nazionale di Capodimonte. Gerhard Richter ha risposto con generosità elaborando un percorso di 17 opere, direttamente uscite dal suo studio, con le quali, con delicatezza e per allusioni, racconta una storia, tutta giocata sul segreto della visione.

TRENTO: STORIE DISSEPOLTE DALLA GRANDE GUERRA

Nel centenario della conclusione della Prima guerra mondiale, la mostra “Storie senza Storia. Tracce di uomini in guerra (1914-1918)” allestita a Palazzo Thun, a Trento, fino al 6 gennaio, espone il vestiario e la dotazione militare di due alpini dell’esercito italiano e le uniformi di due soldati dei reparti di artiglieria dell’esercito austro-ungarico, riaffiorati tra il 2012 e il 2017, durante gli interventi di recupero di resti di soldati sul ghiacciaio del Presena e alle pendici occidentali del Corno di Cavento nel Gruppo dell'Adamello. Rimasti sepolti per cento anni sotto una coltre di ghiaccio sul più alto fronte della Grande Guerra, ad oltre 3000 metri di altitudine, resti e strutture del primo conflitto mondiale riaffiorano a seguito dei cambiamenti climatici degli ultimi anni. A riportarli alla luce e a restituirli alla memoria collettiva è stato il delicato lavoro di équipe multidisciplinari composte da archeologi, geologi, guide alpine, restauratori. La presenza di elementi cartacei, deteriorati ma resi leggibili grazie alle tecniche di conservazione e di restauro messe in atto dalla Soprintendenza per i beni culturali, ha permesso di riconoscere il nome di uno dei due italiani, il soldato Rodolfo Beretta nato a Besana, in Brianza, il 13 maggio 1886 e deceduto per la caduta di una valanga l’8 novembre 1916.

MASSA MARITTIMA: IL MONDO PERDUTO DEI MINATORI

All’interno del percorso espositivo del Museo della Miniera di Massa Marittima, la mostra “Memorie dalla Miniera” presenta – fino al 6 gennaio - una serie di 18 rare immagini del grande fotografo fiorentino Corrado Banchi (autore della celebre rovesciata di Parola allo stadio di Firenze nel 1950, foto simbolo delle figurine Panini), molto legato a Massa Marittima che negli anni ’50 documentò le condizioni sociali dei minatori delle Colline Metallifere e che poi donò il suo archivio al Comune. Nei suoi scatti in bianco e nero è rappresentato il lavoro quotidiano nelle miniere ma anche gli eventi legati all’attività mineraria in quegli anni. Fotografie di un realismo asciutto e dalla grande forza espressiva che ci riportano ad un mondo lontano quando la vita dei minatori era dura: per lavorare questi uomini rinunciavano alla luce del sole per lunghi periodi, rischiando la vita per la silicosi, le frane e lo scoppio delle mine. Erano disposti a immani sacrifici con l’unico obiettivo di garantire una vita migliore ai propri figli, grazie a una bella paga che avrebbe permesso loro un futuro migliore.

AREZZO: CARAVAGGIO VISTO DA MANARA

La mostra “Manara, biografo di Caravaggio”, allestita nella Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Arezzo fino all’8 gennaio, per la prima volta presenta al pubblico la parte inedita della graphic novel di Milo Manara dedicata alla vita di Michelangelo Merisi: quasi 100 tavole dove l’artista veronese racconta il maestro del Seicento. Ad arricchire il percorso espositivo, anche un’opera proveniente dalla Galleria Borghese di Roma, il Ritratto di Marcello Provenzale finora attribuito ad Ottavio Leoni, sulla quale Claudio Strinati, che con la collaborazione di Claudio Curcio cura la mostra, ha avanzato una nuova attribuzione allo stesso Caravaggio. L’esposizione, tra storia e attualità, indaga il talento, la passione e gli eccessi di Michelangelo Merisi attraverso il fumetto di Manara, moderna epopea figurativa che viene idealmente paragonata alle più antiche biografie del Caravaggio, scritte e pubblicate al suo tempo.

(© 9Colonne - citare la fonte)