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direttore Paolo Pagliaro

Per fare i conti
col nostro passato

Per fare i conti <br> col nostro passato

di Paolo Pagliaro

(26 gennaio 2019) Col nostro passato non abbiamo fatto tutti i conti che avremmo dovuto fare. Non abbiamo, per esempio, memoria pubblica di cosa fu davvero la persecuzione contro gli ebrei italiani, dei 400 provvedimenti che tra il 1938 e il 1945 li privarono dei loro diritti, beni e dignità, anticipando e accompagnando la tragedia della Shoah. Ci raccontiamo ancora che l’applicazione delle leggi razziali da noi avvenne all’acqua di rose, come vuole il mito degli italiani brava gente. Non fu affatto così. Nel suo “1938, l’Italia razzista” pubblicato dal Mulino, Fabio Isman documenta la persecuzione minuta, quotidiana, capillare e feroce che colpì gli israeliti italiani, privati della casa, del lavoro, dell’impresa, degli oggetti. Nella prefazione Liliana Segre fa proprio il monito di Primo Levi e ricorda che tutto ciò è avvenuto e quindi può accadere di nuovo.
Lo storico Roberto Finzi ha scritto per Bompiani una “Breve storia della questione antisemita”, che si occupa delle più significative espressioni – pratiche e teoriche – dell’antisemitismo moderno, dalla metà dell’Ottocento a oggi. E’ un invito a riflettere sulla paura del “da noi diverso” che pervade le società persino in questo inizio del terzo millennio, meraviglioso per le straordinarie innovazioni tecniche, ma ancora impregnato di una moltitudine di antichi, radicati pregiudizi.
Che sono quelli di cui si occupa anche Federico Steinhaus, già presidente della comunità ebraica di Merano, il quale per le edizioni Raetia ha pubblicato “Una giornata della memoria, 364 giornate dell’indifferenza”. E’ una ricerca sull’attualità dell’antisemitismo in una terra, l’Alto Adige, che per anni i circoli neonazisti germanici hanno considerato un loro buen retiro. Grazie alla magistratura e alle nuove classi dirigenti locali, oggi quel legame col passato sembra essersi per fortuna allentato.

(© 9Colonne - citare la fonte)