Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Il Colosseo visto
da Gerhard Gutruf

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Il Colosseo visto <br> da Gerhard Gutruf

ROMA: IL COLOSSEO VISTO DA GERHARD GUTRUF

Un viaggio “magico” nei Mercati di Traiano è quello che percorre e propone ai visitatori l’artista austriaco Gerhard Gutruf con la mostra dedicata al monumento più emblematico della Roma antica e contemporanea: il Colosseo. In programma ai Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali fino al 3 marzo “Viaggio nel Colosseo – Magico fascino di un monumento. Opere di Gerhard Gutruf”, promossa da Roma Capitale, è un naturale sviluppo di un’esposizione ospitata nel 2013 nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura a Vienna. Il grande successo di pubblico di quel progetto, in cui l’immagine del monumento era soltanto evocata, ha rappresentato per l’artista lo stimolo giusto per affrontare una sfida ancora più grande: la realizzazione di una mostra più completa nella città stessa del Colosseo. Nasce da questa premessa l’allestimento di una mostra ambientata in un altro monumento emblematico della Roma antica e contemporanea: i Mercati di Traiano. Un tempo edificio funzionale per la collettività, il Colosseo appare ancora oggi imponente e terrifico al tempo stesso. E questa sua natura – come sottolineato da Brigitte Borchhardt-Birbaumer–continua a esercitareuna magica attrazione sull’artista che ormai da circa quaranta anni dedica gran parte del proprio impegno a studiare e ritrarre il monumento da un’angolazione contemporanea con disegni a prospettiva multipla, stampe, acquerelli, lavori a china e dipinti a olio che gli conferiscono una dimensione al di là del tempo – come ribadisce Heribert Hutter.Era infatti il 1970 quando il 26enne Gutruf effettuava il suo soggiorno a Roma grazie all’ambita borsa di studio del governo austriaco ed eleggeva il Colosseo come suo “primo amore” riconoscendovi l’incarnazione stessa di Roma. Introdotta da un’opera di grandi dimensioni collocata nella Grande Aula, la mostra segue il percorso delle sale del Corpo Centrale dove, in connessione fisica e visiva con le ricomposizioni architettoniche e le sculture in marmo del Foro di Augusto, propone 32 opere, realizzate con varie tecniche e in diversi formati.

 

 

BOLOGNA: TRBULJAK, MODERNISMO SOCIALISTA

Proseguendo nell'indirizzo verso la riscoperta e la valorizzazione di artisti attivi nella scena internazionale, fino al 24 marzo Villa delle Rose, a Bologna, ospita la prima retrospettiva in un'istituzione museale italiana di Goran Trbuljak. Promossa da MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, la mostra segue sul piano temporale la personale dell'artista di origine croata allestita al Centre d'Art Contemporain Genève la scorsa estate, cui si ricollega integrandone idealmente il percorso espositivo nel documentare le principali fasi dell'intera carriera. La mostra si compone di un cospicuo corpus, dagli esordi alla fine degli anni Sessanta fino alle produzioni più recenti, che rappresenta l’ampio vocabolario espressivo sperimentato dall'artista: dipinti, frottage, monocromi e monogrammi, fotografie, film, libri e documentazioni delle sue azioni di strada. Goran Trbuljak (Varaždin 1948, vive e lavora a Zagabria) si inquadra nella generazione che si è formata nel contesto storico e geopolitico della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia e ha operato nella prospettiva di superare la tradizione dei fenomeni artistici del cosiddetto “modernismo socialista” affermatosi dopo il 1950. Attivo dalla fine degli anni '60 nell'ambito dell'arte concettuale e della cosiddetta New Art Practice, si è dedicato fin dall'inizio alla ricerca di mezzi alternativi di produzione e rappresentazione dell'opera d'arte, interrogando e mettendo radicalmente in discussione il sistema dell'arte, le pratiche museali e le dinamiche del mercato.  

 

TORINO: LA “PURA FORMA” DI BONGIOVANNI

Alla galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea di Torino, fino al 9 marzo, la mostra''Con Pura Forma'' di Daniele Bongiovanni. Il concept della mostra è un'accurata selezione di dipinti legati al ciclo ''Aesthetica'', oggi meglio riconosciuto come il ciclo dei cieli bianchi; ovvero un percorso che in questi anni ha permesso all'artista di perseguire, anche con nuove sperimentazioni cromatiche e stilistiche, uno studio sulla forma ''classica'' del paesaggio, un’indagine che ha come costante l'esigenza di rendere rappresentato in forma onirica e a tratti imponderabile ciò che più può risultarci concreto e troppo previsto: lo spazio naturale. Tra le tante opere inedite e quelle più o meno recenti, realizzate tra il 2015 e il 2017, in questa mostra sarà presente uno dei lavori di Bongiovanni esposto alla 57.ma Biennale d'Arte di Venezia, ''Natura con Deus'', una composizione di trenta tavole di legno (15x15 cm ognuna) in cui si ritrova una natura vissuta e pensata dall’uomo, ma esente da corpi artificiali ed estranei. Per il curatore Francesco Poli, Bongiovanni “è arrivato alla nitida e rarefatta purezza di una materia pittorica costituita quasi soltanto da bianche suggestioni spaziali e luminose, appena animate da delicate tracce cromatiche indeterminate”. I suoi dipinti, a prima vista, sembrano rientrare nel tradizionale genere del paesaggio. Ma sono paesaggi sui generis perché ci troviamo davanti non tanto a pitture di paesaggio quanto piuttosto a vibranti e evanescenti “paesaggi” della pittura. (red)

 

TORINO: GIORNO DEL RICORDO E “SGUARDI D'AMORE”

In occasione del Giorno del Ricordo, al Palazzo della Regione Piemonte, a Torino, si tiene, fino al 24 febbraio, la mostra "Sguardi d'amore: storia, immagini e arte", voluta dal comitato torinese dell'Anvgd, Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. La mostra, che rende omaggio a storici ed artisti istriani giuliano dalmati, è divisa in tre sezioni. La prima  "L’Istria, l’Italia, il Mondo. Storia di un esodo: istriani, fiumani, dalmati a Torino", curata dallo storico Enrico Miletto, comprende racconti di fatti e di vita quotidiana degli esuli istriani fiumani e dalmati presso i campi profughi di Torino e nel villaggio di Santa Caterina a Lucento.  La seconda parte, "Sulle Ali della Bora nel Ruggito del Leone, da Trieste a Cattaro sulla rotta di Venezia", è dedicata alle immagini a china create dall’artista Leonardo Bellaspiga, raffiguranti paesaggi e monumenti che dalla Venezia Giulia arrivano fino al Montenegro, passando per la Dalmazia. La terza sezione della mostra, "Sguardi d’amore Istriani, Fiumani e Dalmati nei quadri dei nostri artisti", è infine un’esposizione di quadri dipinti da 21 artisti istriani, fiumani e dalmati e loro discendenti, che con l’esodo si sono stabiliti con le loro famiglie a Torino e provincia. Attraverso alcuni dei loro quadri, che riproducono paesi di pietra, il mare, persone e momenti di vita quotidiana, si può, con uno sguardo, percepire e far rivivere l’amore di ognuno di loro per la propria terra. Il Giorno del Ricordo è una solennità civile nazionale italiana, istituita nel 2004 per conservare e rinnovare “la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani dalle loro terre durante la Seconda Guerra Mondiale e nell'immediato secondo dopoguerra (1943-1945) , e della più complessa vicenda del confine orientale. (red)

 NAPOLI: DA “SACRA NEAPOLIS” AI VIDEOWALL VULCANICI

Dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli i reperti della collezione dedicata a Napoli antica per la prima volta esposti al pubblico nel cuore stesso del centro storico della città. Aperta fino al 15 settembre, nel Lapis Museum, presso la Basilica della Pietrasanta, la mostra “Sacra Neapolis – culti, miti, leggende”. Un progetto che nasce dalla collaborazione tra il Mann e l’associazione Pietrasanta Polo Culturale Onlus per raccontare la storia di Neapolis greco-romana, dei miti, dei culti, delle manifestazioni del sacro e della religiosità antica. Il percorso espositivo nella cripta della Basilicasi propone di ritessere le fila della originaria memoria storica cittadina e di recuperare segni e simboli del sacro nella città in epoca classica attraverso diverse classi di materiali, la maggior parte provenienti dai depositi dell’Archeologico, dalle monete in argento e bronzo con incisi volti femminili, alle iscrizioni, dalla scultura in marmo tra busti e teste di donna risalenti tra il III e il IV secolo, alle piccole riproduzioni in terracotta componenti la stipe votiva di Caponapoli, per finire alle statue di Iside e Nike, così da ricostruire e restituire qualche labile traccia di quel variegato orizzonte mitico e religioso che definisce l’identità stessa della città antica. La Pietrasanta si conferma, così, ancora una volta polo culturale ospitando, sempre da domani al 30 marzo, anche “Napoli – storia, arte, vulcani”, mostra in collaborazione con l’INGV - Osservatorio Vesuviano sulla storia del territorio napoletano, risultato dell’attività e della dinamica dei vulcani e della profonda interazione con l’uomo, territorio e processi che hanno ispirato una produzione artistica e culturale di notevole valore. Un percorso di conoscenza del sottosuolo della città, realizzato nella cavità sotterranea, che si articola tra la gigantografia di 5 metri sulla stratigrafia del sottosuolo, i diversi tipi di roccia e un filmato sull’eruzione del Tufo Giallo Napoletano, che verrà proiettato su una suggestiva parete di tufo della cavità. Quattro videowall col touch interattivo consentono di visualizzare gli epicentri dei terremoti delle aree vulcaniche napoletane, attraverso un sistema presentato per la prima volta al pubblico che replica quello presente nella sala di sorveglianza dell’Osservatorio Vesuviano. Inoltre, lungo il tragitto sarà possibile imbattersi in una guida virtuale, il vulcanologo Pietro e la sua amica Strella (un pipistrello) che scoprono il sottosuolo insieme al visitatore, nei fumetti disegnati dalla Scuola Internazionale di Comics Napoli. A completare l’installazione in Basilica, per la prima volta in esposizione a Napoli, le 15 gouache del Settecento e dell’Ottocento della collezione dell’Osservatorio Vesuviano, alcune delle quali di pittori famosi, che mostrano le eruzioni del vulcano nei secoli scorsi, quando era in uno stato di attività semipersistente, diverso dall’attuale, con eruzioni spettacolari. Il percorso sarà integrato dalle opere dell’artista Gennaro Regina realizzate durante Cities on Volcanoes, tenutosi quest’anno a Napoli, a suggerire il profondo legame tra l’arte, anche moderna, la scienza ed il vulcano. Il ricavato degli ingressi in questa zona verrà devoluto per il progetto “Un Vulcano per la ricerca” che servirà a finanziare un assegno di ricerca sul tema “Napoli, Storia, Arte, Vulcani”, da affidare ad un giovane studioso, con la supervisione di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che opera a Napoli con la sua sezione Osservatorio Vesuviano. Lapis Museum è il risultato di un lungo progetto di riqualificazione del sito, iniziato con la riapertura della Basilica nel 2007, grazie all’operato del monsignore Vincenzo De Gregorio, proseguito con attività e manifestazioni culturali organizzate dalla nuova gestione dell’associazione Pietrasanta Polo Culturale Onlus per valorizzare anche la cripta, l’ipogeo e i cunicoli sottostanti. Oggi la Basilica della Pietrasanta è annoverata fra i siti Unesco della città di Napoli.

 

 

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