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Cinzia Pasquali
e l’emozione
di restaurare Leonardo

Ritratti
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Cinzia Pasquali <br>e l’emozione <br>di restaurare Leonardo

Cinzia Pasquali è tra le restauratrici più famose al mondo. Da 25 anni a Parigi, dove lavora al Louvre per restituire lo splendore perso ad alcuni tra i più importanti capolavori del mondo, la Pasquali, classe ’59, ha iniziato il proprio percorso formativo presso l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, per poi intraprendere una carriera che, in sequenza, l’ha accompagnata lungo le tappe che l’hanno consacrata tra i grandi del proprio settore a livello mondiale: la Galleria di Apollo al Louvre, la Galleria degli Specchi a Versailles e le pitture del Duomo di Napoli. Ma anche importanti opere di Bronzino, Ribeira e di artisti contemporanei come Jean-Michel Basquiat e Giuseppe Penone. Fino ad arrivare a quello che è stato definito “il restauro del secolo”, titolo scelto per un documentario appositamente girato e andato in onda sul canale satellitare Sky Arte. Parliamo della “Sant’Anna con la Vergine e il Bambino” di Leonardo Da Vinci, una delle più importanti opere del patrimonio artistico mondiale. Un successo tutto italiano. “Un ruolo delicato - spiega la restauratrice durante la lezione d’arte che ha tenuto ad aprile all’Auditorium Parco Della Musica a Roma - ho dovuto imparare a convivere con la pressione mediatica”. Durante i suoi lavori, infatti, la Pasquali si è misurata con degli inutili allarmismi che in Francia hanno più volte messo in discussione l’incolumità delle opere restaurate. Un’attenzione di massa, quella nei suoi confronti, che l’ha addirittura vista lavorare direttamente sotto la luce dei riflettori. Un banco di prova che non le ha impedito, in ogni caso, di riuscire a concentrarsi esclusivamente sulla sua professione “simile a quella di un chirurgo”, come lei stesso ha dichiarato. La restauratrice ha mantenuto la propria serenità interiore, forte dei consensi ricevuti direttamente dai competenti in materia: “Il lavoro che abbiamo svolto è stato condiviso passo dopo passo dai più grandi esperti internazionali” ha ricordato in un’intervista rilasciata a ‘La Repubblica’ a lavoro terminato. La sua reputazione, tra gli specialisti del settore, è aumentata e infatti non è un azzardo ipotizzare che il restauro della Gioconda possa essere la sua prossima sfida, quando e se dovesse accadere. La Pasquali si è candidata. Durante un’intervista rilasciata ai microfoni della Rai, infatti, si è mostrata per nulla intimorita da questa eventualità descrivendo come necessaria la restaurazione della Monna Lisa, impresa che potrebbe rivelarsi doppiamente proficua: tale restauro non renderebbe solo giustizia al senso di bellezza artistica dell’opera di Leonardo. Dopo che lei stessa ha scoperto le impronte digitali di Da Vinci, proprio sul quadro della Sant’Anna, le ricerche sul genio fiorentino potrebbero ricevere nuovo impulso dalla pulitura della Gioconda ed accertare con maggior sicurezza l’appartenenza a Leonardo di altre importanti opere d’arte, tra cui il ‘Salvator Mundi’. Una possibilità, questa, meno remota di quel che si pensi. Durante la serata che l’ha vista protagonista all’Auditorium, la Pasquali ha illustrato l’approccio meticoloso e multilaterale che utilizza per i restauri da lei intrapresi. “Inizio sempre dalle ricerche storiografiche, per individuare con esattezza gli eventuali precedenti tentativi di restauro” ha spiegato. Un approfondimento particolare è riservato, poi, all’osservazione delle bozze che Da Vinci disegnava per rendere più realistica la resa dei corpi, tentando di valorizzarne l’aspetto anatomico. Un’altra fase ancora, invece, è finalizzata all’utilizzo delle più sofisticate tecnologie per effettuare la diagnosi sulla condizione dei dipinti: radiografie, immagini a ultraviolette e a infrarossi, analisi chimiche e misurazione in micron per stabilire di quanto assottigliare gli strati di vernice trasparente utilizzati nei precedenti restauri. I risultati ottenuti dalla dottoressa Pasquali hanno confermato come la scuola di restaurazione italiana, nata negli Anni ’30, sia ancora tra le migliori al mondo.

(© 9Colonne - citare la fonte)