di Paolo Pagliaro

(25 aprile 2019) Ripetete una bugia mille volte e diventerà una verità,  diceva Goebbels. Suggerimento messo in pratica  da imbonitori di tutte le epoche,  e oggi   esaltato dalla capacità pervasiva della rete.    “Mussolini ha fatto anche cose buone” è, per esempio, un’affermazione che si sente ripetere spesso e ora è anche il titolo di un libro della Bollati Boringhieri  in cui lo storico Francesco Filippi smonta una lunga serie di bugie e luoghi comuni sui presunti meriti del duce. Il duce bonificatore, il duce costruttore, il duce della legalità,  il duce condottiero fu in realtà – come documenta Filippi -  un pessimo amministratore, un modestissimo stratega, tutt’altro che un uomo di specchiata onestà, un economista inetto e uno spietato dittatore. Il risultato del suo regime ventennale fu un generale impoverimento, un aumento vertiginoso delle ingiustizie, il declassamento del paese e infine, come si sa, una guerra disastrosa.
Cosa sarebbe stato il fascismo lo aveva ben compreso, agli albori del regime, il giovane deputato socialista Giacomo Matteotti. Dopo la marcia su Roma, Matteotti tenne un diario, una sorta di libro bianco, sui provvedimenti economici del nuovo governo, sulla sue iniziative legislative e sulla catena di brutalità che ne stava accompagnando  l’ascesa. Quel resoconto, di straordinaria concretezza e lungimiranza, che Matteotti aveva stampato pochi mesi prima di essere rapito e ucciso, ora è pubblicato da Rizzoli con il titolo “Un anno di dominazione fascista”. Sono pagine – nota Walter Veltroni nella prefazione - che consacrano Matteotti come leader morale e politico della sinistra italiana.
Vent’anni dopo l’Italia ritrovò la democrazia. Alla Resistenza, alla lotta popolare e partigiana contro i nazifascisti  è dedicato “Roma ‘43-44”, scritto per Bordeaux Edizioni da Sergio Gentili e Aldo Pirone.  Racconta  come la capitale non attese la liberazione ma la perseguì con tenacia e coraggio.