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direttore Paolo Pagliaro

Firenze, a Palazzo
Medici Riccardi
pennellate di Tibet

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Firenze, a Palazzo <br>Medici Riccardi <br>pennellate di Tibet

Palazzo Medici Riccardi, a Firenze, ospita fino al 28 luglio “Il regno della purezza. Il Tibet nella pittura di Han Yuchen”, la prima personale in Italia dell’artista cinese Han Yuchen. Nato nel 1954 a Jilin, nella provincia di Jilin, Han Yuchen si è formato all'Accademia Centrale di Belle Arti di Pechino. Poeta oltre che pittore, si inserisce nella linea tradizionale della pittura d'inchiostri su carta e della calligrafia secondo l'uso antico. Con altrettanta sicurezza, si è impadronito della tecnica più rappresentativa dell'arte occidentale, la pittura a olio, esercitandosi nel ritrarre i compagni di lavoro nel periodo più tormentato della sua vita. Nonostante il suo talento precoce, circostanze avverse lo hanno tenuto lontano dall'arte, a causa della difficile posizione della famiglia, giudicata "controrivoluzionaria". Costretto in gioventù a lavorare duramente, Han Yuchen ha avuto successo come imprenditore ed è stato deputato del X, XI e XII Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese e membro della China Artists. Al centro dell’esposizione fiorentina è il Tibet, con i suoi paesaggi mozzafiato, i monasteri spettacolari, le montagne altissime, le antiche città perdute, la sua cultura millenaria e i suoi abitanti. Il Tibet ha sempre esercitato un fascino profondo su Han Yuchen che ne conosce profondamente tutti i luoghi. Negli ultimi dieci anni, ha attraversato, sia in estate che in inverno, gli altipiani e le vallate ai piedi delle montagne più alte del mondo, vivendo in tende, soggiornando con famiglie tibetane e visitando i pascoli. E questa intima familiarità emerge con forza in questa rassegna.

LUCCA, UNA INSTALLAZIONE CHE “CURA”
La Galleria Susanna Orlando di Pietrasanta presenta, fino al 18 agosto, l’istallazione di Pino Deodato, intitolata “La cura in una stanza”. Si tratta di una mostra nata dall’esigenza di creare un luogo carico di tensione magica, dove chi entra viene immediatamente avvolto dai colori e affascinato dalle lenzuola, dalle terracotte e dalle mura anch’esse dipinte, dove i soggetti, quasi tutti abbracci, si alternano a superfici ricamate. Attraverso questa mostra l’artista ha voluto evidenziare l’importanza del “sostegno”, umano e poetico, necessario per vivere in una comunità dove, al contrario, troppo spesso oggi non si ha l’occasione di soffermarsi su questi aspetti: la tipica figura maschile delle opere di Deodato infatti non è mai sola, ma sempre tesa a “sostenere”, qualcuno o qualcosa, e sempre pronta ad accogliere l’altro, che può arrivare in qualsiasi momento e da qualsiasi parte. Per questo tema speciale e proprio nell’ottica di sottolineare l’importanza del “sostegno”, l’artista e la gallerista hanno optato per una curatela diversa da quella usata fino a oggi, coinvolgendo Fondazione Telethon.

NOVE SECOLI DI CERAMICA A FIRENZE
Al Museo della Ceramica di Montelupo Fiorentino, fino al 28 luglio, si tiene la mostra “Nove secoli di ceramica a Montelupo dalla ‘fabbrica’ di Firenze all’industria e al design” che propone una inedita e articolata esposizione dedicata ai colori e alle narrazioni ispirate alle ceramiche della “fabbrica di Firenze”, sin dalle sue origini (XIII-XIV secolo), attraverso un esclusivo itinerario di visita arricchito da innovativi allestimenti multimediali. La rassegna, organizzata dalla Fondazione Museo Montelupo, si pone come obiettivo quello di rappresentare la continuità dell’esperienza montelupina attraverso l’esposizione di documenti, manufatti e opere realizzate tra l’Ottocento e il Novecento, due secoli non rappresentati nel Museo della Ceramica, dilatando così lo sguardo alla moderna stagione di artigianato artistico, di industria e di design maturata grazie al contributo di alcuni ceramisti-imprenditori. Il successo della ceramica di Montelupo, presso le grandi famiglie fiorentine e le maggiori istituzioni cittadine, è basato in primo luogo sulla sapiente ricerca cromatica che rende unica questa esperienza manifatturiera. A differenza di altri capoluoghi ceramici italiani dove si sperimentano diverse versioni iconografiche, la “fabbrica di Firenze” si cimenta in originali composizioni e soluzioni tecnologiche, certamente sostenute dalle conquiste della grande arte fiorentina, basate su una continua e raffinata ricerca figurativa vivacizzata da una scelta cromatica senza confronti.

PARMA, LA PIU’ GRANDE ESPOSIZIONE SULL’ARTE CECOSLOVACCA
Fino al 28 luglio Parma ospita la più grande mostra italiana dedicata all'arte cecoslovacca. "La Forma dell'Ideologia. Praga: 1948-1989" porta nella storica sede del Palazzo del Governatore oltre 200 opere tra dipinti, disegni, acquerelli, lavori di grafica e di stampa, fotografie, oggetti di design e proiezioni cinematografiche. L'esposizione propone un percorso temporale, a partire dagli anni '20 del Novecento fino agli anni '80, in cui verrà approfondita l'atmosfera culturale di Praga e dell'intera nazione cecoslovacca, altamente influenzata dalle vicende storico-politiche, che portò a una particolarissima produzione artistica, parte della quale trovò espressione nella pittura realista di artisti di primo piano come Josef Štolovský (1879-1936), Josef Brož (1904-1980), Adolf Žábranský (1909-1981), Jaromír Schoř (1912-1987), Sauro Ballardini (1925-2010) ed Alena Čermáková (1926-2009). alla pittura alla scultura, dalla fotografia al cinema fino al design, l'arte di quel periodo è declinata nelle sue variegate sfaccettature sottolineando, in particolare, l'impatto che ebbe lo "stato di regime", dal '48 in poi, sulla cultura della città e dell'intera nazione.

PERUGIA, JIMMY KATZ: OCCHIO DEL JAZZ
Per il quarto anno consecutivo, la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia rinnova la collaborazione con le rassegne musicali di caratura internazionale della regione, quali Umbria Jazz, L’Umbria che spacca e Trasimeno Music Festival e apre le proprie sale alle note di grandi musicisti. Per l’occasione, fino al 1° settembre, ospita la mostra di Jimmy Katz, pluripremiato fotografo dei più illustri musicisti jazz. L’esposizione, dal titolo Closed Session di Jimmy Katz, raccoglie 80 immagini firmate dal grande fotografo americano. Katz in oltre due decenni di attività ha immortalato sullo sfondo di New York i principali attori della scena jazz quali Cassandra Wilson, Herbie Hancock, Sonny Rollins, Keith Jarrett, Ornette Coleman, Chick Corea, Brad Mehldau, Pat Metheny e molti altri. In studio, nei club, nelle strade, al lavoro o a riposo, i musicisti sono ritratti nel loro aspetto più intimo, imitando di fatto il processo di improvvisazione del jazz stesso. Jimmy Katz Per ben due volte, nel 2006 e nel 2011, è stato insignito dell’“Award for Excellence in Photography” dalla Jazz Journalist Association. Come amante del jazz (ha una collezione di oltre 4.000 vinili), ha un profondo rispetto per i musicisti e la musica che creano. Recentemente ha iniziato a lavorare anche come ingegnere del suono e video maker, soprattutto per registrazioni live nei jazz club di New York, in particolare allo Smalls Jazz Club.

(© 9Colonne - citare la fonte)