Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Alberto Tomba scalda
il pubblico di Trento

 Alberto Tomba scalda <br> il pubblico di Trento

“Vincevo in Appennino ma non sulle Alpi, poi è cambiato qualcosa quando sono entrato in squadra A: il 23 dicembre ‘84 alla Montagnetta di San Siro è stato il momento della svolta”. Alberto Tomba non delude le attese del numeroso pubblico accorso ad incontrarlo al Teatro sociale di Trento: Albertone, intervistato dal direttore scientifico del Festival dello Sport Gianni Valenti, ripercorre i momenti magici e quelli difficili della sua straordinaria carriera (50 vittorie, Coppe del Mondo e Olimpiadi nel palmarès) con quella verve e quell’umorismo che l’hanno reso da sempre un personaggio amatissimo oltre che un atleta vincente. In prima fila, poi salito sul palco, un’altra leggenda dello sci italiano nonché suo allenatore Gustav Thoeni – con cui ha messo in scena un divertentissimo duetto – ed Edwin Moses, l’ex ostacolista statunitense tra i protagonisti del Festival.  La vittoria allo slalom di Calgary nel 1988, e poi il bis nel gigante, che portò all’interruzione del Festival di Sanremo; l’esultanza in pantaloncini e canottiera gialla a Bormio ’95, tante le pagine di storia dello sci raccontate sul palco del Teatro sociale: “Da piccolo qualsiasi cosa facevo volevo arrivare primo, ma a volte la sconfitta fa bene, ti concentri su te stesso e studi meglio l'avversario” spiega Tomba, che parla anche della sua fase di declino (“quando salì su vai anche giù”) e del suo ritiro avvenuto nel 1998: “Mi sono ritirato a 32 anni perché ero stanco, stressato. Avevo vinto tanto. I ritmi erano troppo alti”. “Volevo tornare ma non mi hanno aperto la porta – confessa - dopo 2-3 anni è difficile riprendere”. Il campione bolognese non si è neanche risparmiato parlando delle sue “distrazioni” fuori pista: “Son di Bologna ragazzi: mi chiamavano e che fai stai a casa?”, e poi della diversità caratteriale con Thoeni: “Lui introverso e io estroverso. Non è vero, Gustav per chi lo conosce è molto simpatico. C’era molto feeling tra di noi anche se qualcuno pensava il contrario: abbiamo due caratteri diversi ma ci siamo trovati bene e devo ringraziare Gustav per tutto quello che ha fatto”. “Il primo periodo anche per me era difficile, ma alla fine mi sono adeguato anch’io un po’…” ha detto invece Thoeni scherzando sul palco. Parole d’affetto da parte di Tomba anche per un’altra leggenda dello sci italiano come Deborah Compagnoni, che sarà protagonista nell’ultima giornata del Festival: “Deborah la prendevo ogni tanto a fare allenamento con me: si è ritirata da vincente nel 99, un anno dopo di me”. Con Thoeni è salito sul palco anche Lorenzo Conci, presidente del Comitato 3Tre. Lo slalom di Madonna di Campiglio quest’anno per concomitanza con le gare altoatesine, slitta all’8 gennaio, ma dal 2020 tornerà alla tradizionale data del 22 dicembre. “Tomba è riuscito a trasformare la 3Tre del 1988 – ha ricordato Conci – in uno stadio da 40.000 spettatori. Ha portato il tifo del calcio in una disciplina come lo sci. E Thoeni prima di lui”.

(Roc- 12 ott)

(© 9Colonne - citare la fonte)