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FESTIVAL ECONOMIA, AL PARAMETRO PIL IL BHUTAN PREFERISCE LA FELICITA’

FESTIVAL ECONOMIA, AL PARAMETRO PIL IL BHUTAN PREFERISCE LA FELICITA’

Trento, 6 giu - Da tempo si dice che il Pil, indicatore che misura il valore dei beni e dei servizi prodotti da un paese, non dovrebbe essere assunto come l’unico o il principale indicatore dello sviluppo economico. Il Bhutan, piccolo stato himalayano che solo nel 2008 si è dato per la prima volta un governo eletto dal popolo, ha tradotto queste critiche in realtà, sostituendo al Pil (Gdp nei paesi anglosassoni) la Gross National Happiness (Gnh), ovvero la Felicità nazionale lorda. A parlare di questa esperienza singolare al Festival di Trento presso il Catello del Buonconsiglio è stato ieri il primo ministro del Bhutan Jigmi Y. Thinley. Interloquendo con Andrea Brandolini della Banca d’Italia, il primo ministro ha spiegato che quello della Felicità nazionale non è una trovata folcloristica ma, al contrario, un sistema rigoroso per misurare gli effetti dell’attività economica in termini meno astratti del Pil, indirizzando le politiche pubbliche verso un obiettivo condiviso dalla gente. “Il Pil - ha ricordato Thinley - è nato attorno al 1934, dopo la grande crisi economica del ’29. Esso non doveva essere utilizzato come indice del progresso umano complessivamente inteso. Ma così è stato. Il risultato è il caos che abbiamo sotto i nostri occhi. Il Pil - aggiunge - promuove la crescita economica continua e senza limiti. Questo è un processo insostenibile in una realtà in cui le risorse sono invece finite, a partire dalle risorse ambientali, necessarie ai fini della produzione dei beni di consumo”. La conclusione a cui ha portato questo ragionamento è che “Il punto fondamentale è che noi non viviamo in maniera sostenibile. Da qui è nata l’idea della felicità interna lorda. In Bhutan si ritiene che la felicità è data dall’equilibrio fra i bisogni del corpo e quelli della mente. Il Pil è servito a soddisfare i bisogni del corpo. Esso ha portato però ad uno stile di vita consumistico. Noi crediamo che il nostro concetto di felicità debba essere qualcosa di concreto e misurabile; se è così, esso diventa una responsabilità della classe dirigente e l’oggetto delle sue politiche. Il primo ministro Thinley ha poi ricordato che fu lo stesso del Buthan a formulare i quattro pilastri su cui poggia il concetto di felicità interna lorda. “Il primo pilastro - chiarisce - è uno sviluppo sociale equo e sostenibile, che assicuri assistenza sociale, salute, istruzione, giustizia, in modo tale da mettere ciascun cittadino nella condizione di perseguire la sua personale via alla felicità. Il secondo pilastro - prosegue Thinley - è quello della sostenibilità ambientale: il Bhutan vive ai piedi dell’Himalaya, una catena montuosa giovane, che sta ancora crescendo Con un ambiente così bisogna fare molta attenzione: se maltrattato reagisce con alluvioni, valanghe, erosione dei pendii e così via. Oggi siamo forse l’unico paese in via di sviluppo al mondo in cui la copertura boscosa è cresciuta - oggi è pari al 72% del territorio -, nonostante la crescita della popolazione e delle attività economiche. Il terzo pilastro è la promozione della cultura, che implica anche la conservazione della cultura”. Infine viene il quarto pilastro: “Il buon governo. La nostra è, credo, la democrazia più giovane al mondo. Ciononostante non possiamo non vedere i difetti di altre democrazie, specie nei paesi in via di sviluppo”, dove “La libertà è qualcosa che in realtà non esiste. Credo che la libertà sia essenziale. Libertà di scegliere il proprio destino, libertà di fare le proprie scelte quotidianamente. Nel caso del Bhutan, ci sono persone che ci ammirano per il percorso fatto; il re, dopo l’adozione della democrazia, ha abdicato, per sostenere questo nuovo percorso, e ha trasmesso i poteri al figlio, che però è un monarca costituzionale con prerogative limitate”. Pur non potendo riassunta in una formula matematica, anche la felicità può però esser misurata e lo strumento sono degli indicatori: “Abbiamo identificato nove ambiti in cui questa felicità si manifesta: tenore di vita (reddito disponibile, sicurezza del lavoro ecc.); stato di salute; livello di istruzione; ambiente e natura; cultura; vitalità della comunità; utilizzo del tempo (anche il tempo che si usa per stare da soli, per pensare, per riflettere, un tempo che non adoperiamo per ottenere dei vantaggi materiali); benessere psicologico; buon governo”.

    

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