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direttore Paolo Pagliaro

Roma: ex Jugoslavia, arti sul 'Mondo ex'

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Roma: ex Jugoslavia, arti sul 'Mondo ex'

L’Associazione LIPA presenta a Roma la seconda tappa della rassegna Mondo Ex in omaggio allo scrittore e accademico croato naturalizzato italiano Predrag Matvejević, intitolata Ex Novo, a cura di Luči Žuvela, dal 8 al 17 novembre presso la Galleria Gard (Galleria Arte Roma Design – Gard - via dei Conciatori, 3). La scelta del mese è emblematica. Il 9 novembre 1989, trent’anni fa, la caduta del Muro di Berlino segnava l’inizio di un’epoca affollata dal prefisso “ex”. Perché, come scrive Predrag Matvejević nel suo libro “Mondo Ex” a cui si ispira l’iniziativa dell’Associazione Lipa, “E’ legittimo domandarsi cosa significhi in realtà, essere “ex” o dirsi “ex”. Essere stato cittadino di una ex Europa finalmente affrancata, di una Ex Unione Sovietica disgregata, di una ex Jugoslavia distrutta?... Non essere più o non volere più essere ciò che si è stati o ciò che si presumeva essere?. Ex Novo raccoglie negli ampi spazi della Galleria Gard tre mostre mini personali. Le opere di tre artisti internazionali: Alessandro Ciafardini, Zhanna Stankovych e Zoran Cardula.  Un performer-artigiano, un graphic designer e una fotografa, il cui trait d’union è la capacità di ri-pensare il manufatto, di conferire una nuova linfa vitale a oggetti di uso quotidiano, di captare con uno sguardo diverso le memorie individuali e collettive, i volti e le mani delle persone che hanno avuto la capacità di reinventarsi in contesti diversi. Ricominciare “ex novo”. La mostra, in linea con la missione della rassegna Mondo Ex, si propone di far conoscere al pubblico romano la ricchezza della produzione artistica, letteraria e musicale di quel mondo che oggi definiamo Ex Mondo e che oltrepassa i suoi confini geografici. Nelle parole di Predrag: “Ci sono degli ex dappertutto, lo siamo quasi tutti.... Non si nasce ex, lo si diventa.” Perciò l’Est non ha il diritto esclusivo sullo statuto di “Ex”.  In tutto il pianeta il prefisso ex definisce, per usare le parole di Matvejević, lo stato d’animo dell’uomo moderno in generale.L’intento della rassegna, arrivata alla sua seconda edizione, è di cogliere e portarne avanti l’eredità positiva del Mondo Ex, di mettere a valore la memoria storica non solo in senso conservativo ma in quanto fermento delle creatività, quindi del futuro, dando visibilità a opere di forte impatto sociale. (red)

ROMA, UNA SCULTURA OLFATTIVA

La casa come microcosmo in cui misurare la pervasività dei meccanismi di consumo in cui ciascuno è immerso e la loro influenza sulle abitudini quotidiane, sulla gestione dei corpi e sulla costruzione dell’identità. Una ricerca sulle abitudini sociali, culturali e antropologiche è la traccia che orienta i punti cardinali della mostra “Ovni” alla galleria Casa Vuota di Roma, fino all’8 dicembre, della artista parigina ma romana di adozione Nordine Sajot.  “Ovni – scrivono i curatori Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo – è un brand fittizio inventato da Nordine Sajot: un marchio pubblicitario che si appropria del lettering di una nota marca produttrice di cioccolata per dare vita a un altro prodotto, inesistente eppure assolutamente credibile. Non è un semplice gioco di inversione di elementi grafici quello che l’artista propone, ma un ragionamento visivo sulle regole grammaticali e sintattiche del processo consumistico, che innesca una riflessione sulla mescolanza di desiderio, appagamento del piacere, aspettativa sociale ed esperienza del corpo tra materiale e immateriale”. È una ricerca multiforme quella dell’artista, che nella mostra di Casa Vuota spazia dalla fotografia al ricamo, ai disegni luminescenti, alle installazioni alimentari fino ad arrivare alle sculture olfattive, la cui profumazione è stata progettata dall’artista insieme a Cristina Murgia di Voglio la Luna fragranze. Il profumo è stato creato appositamente insieme alle sculture in occasione dell’evento. “Metafora portante del discorso sul consumo condotto da Sajot – proseguono i curatori – è il cibo. Il cibo si pone al centro di una rete di stimoli e di relazioni che collegano i singoli corpi con il corpo sociale. E così, per l’artista, sulla pelle del cibo si incidono i segni di neotribalismi consumistici. Il meccanismo della masticazione si mostra in un inedito aspetto cosmetico e seduttivo. La seduzione della pubblicità si fa volatile e spinge la fruizione artistica verso sensi altri, solitamente non attivati nella visione di una mostra”. (PO / red)

ROMA: IL CINEMA DI LUXARDO

Alla Casa del Cinema di Roma la mostra “Luxardo e il cinema”, fino all’1 dicembre, presenta una raccolta di 32 scatti di Elio Luxardo, artista noto per essere il fotografo delle dive e dei divi di Cinecittà. Realizzata in occasione della Festa del Cinema, l’esposizione propone una collezione di immagini dei più noti protagonisti del cinema italiano del ‘900, tra cui Alberto Sordi, Sofia Loren, Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida. Tutte le opere appartengono all’archivio di Fondazione 3M, istituzione culturale permanente di ricerca e formazione e proprietaria di uno storico archivio fotografico di circa 110 mila immagini. Attraverso questa mostra, realizzata in collaborazione con Daniele Luxardo, nipote del celebre fotografo, e curata dal critico fotografico Roberto Mutti, Fondazione 3M rende omaggio ai grandi volti del cinema italiano. Da grande appassionato di cinema, Elio Luxardo aveva imparato sul set a utilizzare in maniera innovativa le luci per valorizzare i volti. Nei suoi scatti, il fotografo riesce infatti a far emergere le caratteristiche di ognuno dei suoi soggetti, sottolineando l’ironia di uno sguardo e la forza seduttiva di un altro, le posture più classiche e quelle insolite. Elio Luxardo (1908-1969), nato da genitori di origini italiane in Brasile, si afferma inizialmente come autore di documentari, imparando il mestiere della fotografia dal padre, fotografo di professione. Trasferitosi a Roma, si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia col sogno di diventare regista. Abbandona però quasi subito la scuola per entrare nello studio del fotografo Sem Bosch e ne rileva l’attività affermandosi rapidamente come ritrattista. Proprio in questa veste, il fotografo è stato in particolar modo apprezzato dai divi di Cinecittà per la sua capacità di ricercare la bellezza nei volti e nei corpi, e di realizzare scatti che non erano mai ripetitivi.   (red)

ROMA: MAN RAY E LUIS BUNUEL, DIALOGO SURREALISTA 

Fino al 10 dicembre una nuova iniziativa culturale promossa dalla Fondazione Alda Fendi – Esperimenti si svolge presso Rhinoceros gallery, la galleria d’arte di Rhinoceros, il palazzo progettato da Jean Nouvel per Alda Fendi, a Roma. Due grandi personalità del surrealismo, due vicende creative inconfondibili e indelebili, saranno presentate in un “doppio dingolare” dalla maestria di Raffaele Curi, un esperimento in cui i confini tra le discipline vengono oltrepassati, come è nell’anima della Fondazione, che dal 2001 promuove sperimentazioni e contaminazioni artistiche e culturali. In galleria saranno presenti due installazioni di Raffaele Curi: Rhinoceros apud Saepta”, opera simbolo del palazzo e la nuovissima “Afeitar Andalucia”, un’action surrealista ispirata all’opera di Bunuel. I visitatori sono accompagnati, lungo i percorsi espositivi, da sagome di artisti e dalle note del Tristano e Isotta di Richard Wagner, che fu colonna sonora di “Un chien andalou”.  Presentata anche “Familiarity breeds under standing”, preziosa collezione di 94 scatti in bianco e nero di Dino Pedriali (fotografo che ha immortalato Pier Paolo Pasolini, Giorgio De Chirico, Alberto Moravia, Federico Fellini, Andy Warhol). Di fronte all’obiettivo l’incontro decisivo di un’esistenza: Man Ray. L’artista statunitense, figura-chiave nella storia dell’immagine, è ritratto nel suo studio parigino nel 1973. “Buñuel - un discreto andaluso” è la dedica al grande regista spagnolo e alla rivoluzione visiva del suo cinema. Il palazzo vibra con le proiezioni senza sosta di Un chien andalou, L’age d’or, Las Hurdes (Tierra sin pan), Tristana e Il fascino discreto della borghesia, cinque capolavori, cinque immersioni negli strati del desiderio e delle sue forme inconsce. L’incongruenza logico-narrativa è soltanto apparente, la realtà viene destrutturata attraverso una rappresentazione sovversiva liberatoria e soffocante. Da qui il rasoio che taglia l’occhio, celebre scena di “Un chien andalou”, la ferita che squarcia la visione dello spettatore per offrirgli uno sguardo altro, un altrove profondo, come quello del giovane regista fotografato da Man Ray nel 1929. (red)

PERUGIA: SANDRO BECCHETTI, FOTOREPORTER DELL’ANIMA

Le fotografie di Sandro Becchetti sono un viaggio fotografico nella storia della società e della cultura del nostro Paese, scandito dai volti di personaggi, noti e meno noti, della politica, dello spettacolo, dello sport, ritratti in oltre quaranta anni di attività da fotoreporter. La mostra “Sandro Becchetti. Protagonisti”, fino all'8 dicembre a Palazzo della Corgna a Castiglione del Lago, presenta un percorso per immagini che si propone come un vero e proprio viaggio fotografico nella storia della cultura del nostro Paese. Tra i personaggi “illustri” spiccano i ritratti di Federico Fellini, Alfred Hitchcock, Moira Orfei, Claudia Cardinale, Pier Paolo Pasolini, Andy Warhol, Joe Cocker, Ugo Tognazzi ed altri. Il fotografoi romano è capace con un singolo scatto di esprimere l’anima più profonda del “protagonista”. Ad esempio Moira Orfei, il cui volto è immortalato ritratto su un manifesto affisso ad un bandone, ovvero l’icona che forse identifica più di tutte l’artista con il circo; o nel caso del celebre pugile Monzon, il cui volto reale per Becchetti non è il viso ma il pugno chiuso che lo ha reso un campione. (red)

 

VENEZIA: I QUADRI “ACQUATICI” DI OMAR GALLIANI

La Galleria di Piazza San Marco dell'Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia ospita, fino al 3 dicembre, "Dipinta. La metis dell'acqua", la prima mostra in assoluto di soli olii su tela di Omar Galliani, eseguiti tra il 1981 e il 2019. Galliani, conosciuto soprattutto come inarrivabile disegnatore per l'uso della grafite su supporto ligneo e per le invenzioni iconografiche conseguenti all'uso di tali materiali, sin dagli esordi pratica, in realtà, anche la pittura ad olio, sicuramente definibile tecnica imprescindibile della sua ricerca. Come avviene nell'ambito del linguaggio musicale infatti, Galliani fa della pittura "accompagnamento" al tema centrale del disegno, sviluppando nel suo grembo motivi autonomi di sostegno all'armonia poetica complessiva. Scrive in catalogo Eleonora Frattarolo: “Con la presentazione di circa venti grandi quadri dedicati all'acqua, ai suoi addensamenti, ai suoi infiniti moti visibili e invisibili, Dipinta è una riconsiderazione dello statuto della pittura e una ricapitolazione sul senso dei suoi gesti, moti fondamentali per produrre la forma. Il fluire dei pennelli rimanda d'altronde, per Galliani, inequivocabilmente alla metis dell'acqua e ai cangianti riflessi del mutamento e delle sue leggi”. (red)

FIRENZE: LE FOTO-RITRATTO DI DERNO RICCI

Fino al 2 dicembre, il Museo Marino Marini di Firenze ospita “Ritratti”, la mostra dedicata agli scatti di Derno Ricci, artista toscano scomparso a Firenze nel 2009. Un omaggio al fotografo e al personaggio, uomo poliedrico, grande viaggiatore, sempre affascinato dalle persone che ha incontrato nei vari paesi e fedele al suo scatto in bianco nero. Nella mostra al il pubblico può ammirare una selezione dei ritratti di personaggi che hanno lasciato un segno nella Firenze e nell’Italia degli anni Ottanta. L’artista e fotografo ha saputo immortalare in uno scatto quei personaggi e quei momenti, fermando il tempo con naturalezza e maestria, tocchi magici che caratterizzano tutte le sue collezioni fotografiche. “Ritratti” è una delle quattro collezioni principali dell’artista, insieme a "Necropolitanie", "L’isola delle anime” e “Animali”. Questa collezione mette anche in luce come il ritrattista toscano sia riuscito a fermare, in ogni occasione, l’aspetto più intimo e segreto delle persone ritratte, offrendoci la possibilità di osservare volti e storie ancora molto attuali e moderne, ma nello stesso tempo frammenti meravigliosi dell’essenza più profonda di Derno, immutabile nel passare del tempo. La sua passione per il ritratto fotografico si conferma nelle sue preferenze artistiche grazie anche all’ incontro con il catalogo di una mostra di Irving Penn, allestita prima a Londra e poi a Torino. Ma ad ispirare il nostro soprattutto maestri della fotografia quali il francese Nadar, pioniere indiscusso della fotografia di posa, Richard Avedon e Robert Mapplethorpe, veri punti di riferimento per il suo lavoro.  Molte delle opere esposte sono state realizzate con una tecnica che si avvale dell’utilizzo di lampade a luce continua e di una fotocamera Mamiya RB67, che consente, grazie al dorso girevole, di muovere l’atmosfera, e di ottenere quel genere di immagine.  

COSENZA: FOCUS SU ARTE CONTEMPORANEA CALABRIA

Nel libro “Calabria - Focus sull’arte contemporanea”, il silenzio di 35 opere invade la carta e plasma il silenzio delle 64 pagine. Alcune di esse sono esposte fino al 7 dicembre al Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza. Affiorano negli spazi espositivi giochi paralleli tra intelletto e istinto, pensiero ed emotività. L’insieme offre un rilevante riferimento del panorama dell’arte contemporanea dove la creatività si trasforma in sorgente pronta a generare nuove formule artistiche. Un immaginario dialogante proposto dagli artisti Salvatore Anelli; Caterina Arcuri; Cesare Berlingeri; Natino Chirico; Domenico Cordì; Franco Correggia; Maria Credidio; Ugo D'Ambrosi; Sebastiano Dammone Sessa; Elena Diaco Mayer; Massimiliano Ferragina; Franco Flaccavento; Francomà; Fiorentina Giannotta; Franco Lupinacci; Luigi Magli; Max Marra; Diego Minuti; Giuseppe Negro; Fabio Nicotera; Rocco Pangaro; Vincenzo Paonessa; Lina Passalacqua; Salvatore Pepe; Pino Pingitore; Tarcisio Pingitore; Alfredo Pirri; Antonio Pujia Veneziano; Anna Romanello; Nicola Rotiroti; Gianfranco Sergio; Ernesto Spina; Giulio Telarico; Vincenzo Trapasso; Aldo Turchiaro.  (PO / red)

PISA: IL RITMO DELLO SPAZIO 

La mostra “Il ritmo dello spazio. Arte e Scienza da Marconi alle Onde Gravitazionali”m al Museo della Grafica, a Palazzo Lanfranchi di Pisa, fino all’ 8 dicembre,  propone un affascinante viaggio tra arte e scienza sullo sfondo delle entusiasmanti scoperte della fisica contemporanea.  La recente rilevazione delle onde gravitazionali derivanti dalla fusione di buchi neri e/o stelle di neutroni che producono vibrazioni nello spazio-tempo, consente di aggiungere il “ritmo” o, in un certo senso, il “suono” dello spazio alla millenaria concezione e rappresentazione dell’Universo come immagine sublime ma silenziosa, invitando a profonde riflessioni sul rapporto dell’uomo con il Cosmo, la Terra, la Società. Su questi temi, e in un suggestivo impatto concettuale ed emozionale, il percorso della mostra presenta installazioni, sculture, video, opere grafiche e fotografie realizzate da Gorka Alda, Pavel Buchler, Attila Csorgo, Raphaël Dallaporta, Raymond Galle, Bertrand Lamarche, Liliane Lijn, Letizia De Maigret, Aitor Ortiz, Tomás Saraceno, Jol Thomson. (red)

PARMA: OMAGGIO A GIANLUIGI COLIN

 “Costellazioni Familiari – Dialoghi sulla libertà” è il titolo della grande mostra che, fino all’1 dicembre, occupa per intero il Palazzo del Governatore di Parma. Un viaggio inedito all’interno della ricerca dell’artista visivo Gianluigi Colin. La mostra, all’interno delle manifestazioni di Anteprima Parma Capitale Italiana della Cultura 2020, si dipana lungo le stanze del palazzo ed illustra il rapporto tra il lavoro tra Colin  e quello degli artisti a lui vicini a partire dal confronto con la Scultura d'ombra, potente installazione permanente di Claudio Parmiggiani collocata al secondo piano del Palazzo del Governatore. Ne deriva una sorta di costellazione, un paesaggio astrale che rivela coincidenze, connessioni, corrispondenze e legami. Colin da sempre fa politica con le immagini: questa mostra mette in luce il suo impegno civile attraverso l'accostamento con linguaggi e scelte di altri grandi artisti come Getulio Alviani, Aurelio Amendola, Nanni Balestrini, John Berger, Pierluigi Cappello, Danilo De Marco, Mario Dondero, Martino Gamper Emilio Isgrò, Marcello Jori, Jannis Kounellis, Nino Longobardi, Uliano Lucas, Brigitte Niedermair, Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Gianni Pettena, Antonio Recalcati, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Federico Tavan, Franco Vaccari, Velasco Vitali.

PARMA: LA CITTA’ RACCONTATA DA “POG”

Al Museo di Storia Naturale dell’Università di Parma, fino al 6 dicembre, la mostra pittorica “Persone prima di tutto” dell’artista torinese Pog (Otello Pagano), da ormai vent'anni residente a Parma. Una selezione tra più di 1200 persone alcune di quelle che hanno un ruolo caratterizzante e “storico” nei confronti del territorio, tutte contrassegnate da un fondamentale denominatore: essere “persone prima di tutto”. Pog ha voluto inserire più ambiti lavorativi per dare una significativa rappresentazione sociale e un sostanziale equilibrio socioculturale. Negli ultimi due anni l'artista, che si è guadagnato l'appellativo di ''PsychoPog'', ha indagato l’essenza e la personalità di numerose persone, realizzando opere che mirano a dare spunti di riflessione su se stessi e sul territorio. Un obiettivo fondamentale dell'artista è quello di far riflettere su come Parma abbia acquisito negli ultimi tempi una bellezza malinconica, quasi d'altri tempi. In particolare ha elaborato “cinque scatti d'autore'' per “aiutare il territorio a riscoprire se stesso”. (8 nov- red)

 

 

 

 

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