EMANUELA GRIMALDA IN “DIO È UNA SIGNORA DI MEZZA ETÀ
“Ma se Dio fosse una donna? Quali sarebbero i suoi miracoli? Senz’altro trovare un asilo nido, mettere assieme la carriera di magistrato e la cagarella dei figli, entrare in un autobus con un passeggino all’ora di punta. Perché questi sono i miracoli, altroché camminare sull’acqua!” Questa è solo una delle tante riflessioni che l’attrice Emanuela Grimalda vuole condividere con il pubblico il 6, il 20 e il 26 gennaio alle 21 al teatro Golden di Roma con il suo spettacolo “Dio è una signora di mezza età”, da lei ideato, scritto e interpretato. “Se Dio fosse una donna il mondo sarebbe più divertente o quantomeno con più buonsenso. Un Dio come noi, con qualche chilo di troppo, perché anche lei come l’universo tende ad espandersi, con le rughe, che inciampa nei Buchi neri nella corsa incessante a fare cento cose alla volta sul tacco 12 per giunta! Ubiqua, come solo una donna sa essere. Un Dio insicuro perché una donna anche se è Dio fa fatica a crederci”! In questo monologo irriverente, nato quasi 10 anni fa ma arricchito oggi, anche grazie alla collaborazione di Giovanna Mori, Emanuela Grimalda si inventa un Dio donna per parlare di tutte le donne e per scivolare assieme al pubblico via via da lassù a quaggiù, nel nostro mondo attraverso una galleria di personaggi femminili esilaranti e un po’ mostruosi. Grimalda prende di mira un po’ tutte (la ricca e cinica imprenditrice milanese che legge solo Vanity fair; la donna che ha smesso di pensare; la serial killer siciliana; Ombretta che a 84 anni ha un sogno, diventare madre; la cuoca che serve degli ottimi semifreddi di ex fidanzato al caffé) e attraverso i suoi personaggi prova a raccontare il quotidiano estremo, ma non troppo, delle donne di oggi, sempre in bilico tra bollette ed eternità. Tra un piatto di minestra e il bisogno di infinito. (PO / red)
MAMMA BALLI CON ME? AL TEATRO DE’SERVI DI ROMA
Cosa si può raccontare tra i muri di una casa di San Lorenzo che ha retto al bombardamento del ’43?
Si può ricordare la guerra, le bombe, che non sono mai intelligenti, l’amore e l’amicizia. Tutto questo è al centro dello spettacolo “Mamma balli con me? Storia d'amore e di amicizia tra le mura di San Lorenzo” di Monica Lugini e Paolo Pioppini con la regia di Alessandro Moser. Sul palco del Teatro de’Servi di Roma fino al 5 gennaio andranno in scena Antonia Di Francesco, Monica Lugini, Tommaso Paolucci, Erica Picchi, Paolo Pioppini, Angela Ruggiero. In una San Lorenzo degli anni '70, dove il fragore della Guerra impregna ancora le spesse pareti dei condomini popolari e una vecchia radio in disuso campeggia sui mobili di mogano scuro, la famiglia di Sandro e Rosanna si barcamena tra le ribellioni di Piero, il figlio ventenne in cerca della sua identità, Vittoria, la figlia sedicenne innamorata dell' amore, nonna Rosa, scrigno di storie e segreti e la zia Assunta, simpatica vedova di casa, devota alla Madonna di Lourdes. Su tutto aleggia la presenza di Marcello quell’amico dei genitori che non c’è più, ma che compare in tutte le loro foto. Assieme alla madre vinceva tutte le gare di quei balli sfrenati che, assieme alle macerie di San Lorenzo, erano stati un‘eredità degli americani. Ma non solo, aveva anche salvato il padre dal bombardamento di Roma. Protagonista silenziosa una vecchia radio muta che racconta molto di più di quello che sembra. La vita si sfoglia pagina dopo pagina, come uno di quei libri che a volte nascondono delle pagine attaccate, di quelle che devi separare con il tagliacarte. Si arriva alla fine convinti di sapere tutto, ma consapevoli che forse qualche pagina è stato giusto lasciarla attaccata. (PO / red)
ALESSANDRO DI CARLO AL TEATRO GARBATELLA DI ROMA
Alessandro Di Carlo va in scena fino al 29 dicembre al Teatro Garbatella di Roma con lo spettacolo “Come viene viene” mentre il 31 dicembre per lo Speciale Capodanno 2020 proporrà con la band “Superleggero… tra guantoni e papillon…” . Di Carlo travolge, provoca, emoziona e spiazza gli spettatori, analizzando vizi e virtù della società passata e presente. Entusiasmo, partecipazione e risate sono solo alcuni degli ingredienti di uno spettacolo in cui Alessandro coinvolge il suo pubblico con la consueta verve dissacrante. Un cantastorie dei nostri giorni capace di trasmettere la gioia di una risata liberatoria. Romano, classe 1966, in questi anni lo abbiamo visto ed apprezzato sul piccolo e grande schermo, in teatro e in radio. Dal 1989 anni Di Carlo colleziona riconoscimenti ma soprattutto tanto calore da parte del pubblico che lo segue fedelmente in tutt’Italia e sul web in “Pillole di Follia”.(red)
AL TEATRO CIAK DI ROMA IL “DELITTO PERFETTO"
“Delitto Perfetto” è in scena al Teatro Ciak di Roma fino al 6 gennaio, con una serata davvero speciale a Capodanno. Dal capolavoro di Alfred Hitchcock, Delitto Perfetto di Frederick Knott, traduzione di Maria Teresa Petruzzi, vede nel ruolo di protagonista l’attore Massimo Reale, noto al pubblico televisivo per le sue partecipazioni a numerose fiction di successo come Rocco Schiavone al fianco di Marco Giallini, affiancato da veri e propri veterani del Teatro Giallo: Linda Manganelli, Ruben Rigillo, Fabrizio Bordignon e Antonio Palumbo. La regia è di Anna Masullo. (PO /red)
AL TEATRO DELLA COMETA ENZO DE CARO IN NON È VERO MA CI CREDO
Sarà in scena al Teatro della Cometa di Roma dal fino al 12 gennaio, “Non è vero ma ci credo” di Peppino De Filippo, con Enzo Decaro, regia Leo Muscato, e con Giuseppe Brunetti, Francesca Ciardiello, Lucianna De Falco, Carlo Di Maio, Massimo Pagano, Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo. Ereditando la direzione artistica della compagnia di Luigi De Filippo, Leo Muscato inaugura questo nuovo corso partendo proprio dal primo spettacolo che ha fatto con lui Non è vero ma ci credo, rispettando i canoni della tradizione del teatro napoletano, ma dando a questa storia un sapore più contemporaneo. Il protagonista dello spettacolo assomiglia tanto ad alcuni personaggi di Molière che Luigi De Filippo amava molto. L’avaro, avarissimo imprenditore Gervasio Savastano vive nel perenne incubo di essere vittima della iettatura. La sua vita è diventata un vero e proprio inferno perché vede segni funesti ovunque: nella gente che incontra, nella corrispondenza che trova sulla scrivania, nei sogni che fa di notte. Teme che qualcuno o qualcosa possa minacciare l’impero economico che è riuscito a mettere in piedi con tanti sacrifici. Qualunque cosa, anche la più banale, lo manda in crisi. La moglie e la figlia sono sull’orlo di una crisi di nervi; non possono uscire di casa perché lui glielo impedisce. Anche i suoi dipendenti sono stanchi di tollerare quelle assurde manie ossessive. A un certo punto le sue fisime oltrepassano la soglia del ridicolo: licenzia il suo dipendente Malvurio solo perché è convinto che porti sfortuna. L’uomo minaccia di denunciarlo, portarlo in tribunale e intentare una causa per calunnia. Sembra il preambolo di una tragedia, ma siamo in una commedia che fa morir dal ridere. E infatti sulla soglia del suo ufficio appare Sammaria, un giovane in cerca di lavoro. Sembra intelligente, gioviale e preparato, ma il commendator Savastano è attratto da un’altra qualità di quel giovane: la sua gobba. Da qui parte una serie di eventi paradossali ed esilaranti che vedranno al centro della vicenda la credulità del povero commendator Savastano. Peppino De Filippo aveva ambientato la sua storia nella Napoli un po’ oleografica degli anni ‘30. Luigi aveva posticipato l’ambientazione una ventina d’anni più avanti. Questo allestimento seguirà l'intuizione di Luigi avvicinando ancora di più l’azione ai giorni nostri. (red)
Foto: Andrea Ciccale
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