Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Massimo Popolizio torna in scena con
‘Un nemico del popolo’

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

Massimo Popolizio torna in scena con <br> ‘Un nemico del popolo’

MASSIMO POPOLIZIO RITORNA IN SCENA CON UN NEMICO DEL POPOLO DI IBSEN

Un Ibsen da record, applaudito da oltre 17.000 spettatori per 31 repliche nella passata Stagione, ritorna con l’allestimento energico e potente di Un nemico del popolo diretto e interpretato da Massimo Popolizio, che firma lo straordinario successo di questa impresa teatrale dal respiro etico-politico, recentemente premiato con un doppio Ubu come miglior spettacolo del 2019 e miglior attrice protagonista Maria Paiato. Una produzione del Teatro di Roma – dal 17 al 26 gennaio al Teatro Argentina – gratificata non soltanto al botteghino ma intercettata dalla sensibilità del pubblico e della critica per la qualità dell’operazione, che replica la formidabile accoglienza dell’acclamato e pluripremiato Ragazzi di vita. Con il classico ibseniano Massimo Popolizio restituisce con slancio, modernità e senso della parodia lo scontro tra fratelli, la corruzione del potere e la contaminazione ambientale, temi ancora attuali in grado di parlarci del nostro tempo. Lo spettacolo racconta con spietata lungimiranza il rischio che ogni società democratica corre quando chi la guida è corrotto, e la maggioranza soggiace all’autorità pur di salvaguardare l’interesse personale. Dunque, un testo classico fortemente contemporaneo che Popolizio sceglie di ambientare non nella Norvegia del 1882, ma in un’immaginaria contea americana degli anni Venti. Nella cittadina è stato costruito uno stabilimento termale che rappresenta il riscatto per il territorio, offrendo lavoro agli abitanti di un paese depresso economicamente. Ma sorge un conflitto politico e morale che contrappone due fratelli: il medico Thomas Stockmann, interpretato dallo stesso Popolizio, direttore dello stabilimento, e il sindaco Peter Stockmann, una sublime e leggiadra Maria Paiato in abiti maschili. Thomas scopre che le acque termali sono causa di inquinamento, Peter, politicamente insabbiatore, tenta invano di convincerlo che la sua denuncia porrà fine ai sogni collettivi di benessere. Il racconto è popolato dai personaggi – dodici attori al fianco dei protagonisti, in costante equilibrio su note di tenerezza e umanità – che sembrano vivere in apparente armonia, ma la cui esistenza sarà irrimediabilmente “inquinata”, come le acque sulle quali si basa l’economia e la prosperità della cittadina. Lo spettacolo – che prosegue il suo viaggio con una lunga tournée nei maggiori teatri italiani– vince un’enorme sfida, non scontata e con risultati d’eccezione: dare vita a un testo di fine Ottocento e far sì che incontri l’entusiasmo degli spettatori di oggi.(red)

 

foto Giuseppe Distefano

SISTINA, ARTURO BRACHETTI IN SCENA CON "SOLO - THE LEGEND OF QUICK-CHANGE"

Da venerdì 10 a domenica 19 gennaio, torna al Teatro Sistina Arturo Brachetti nel suo coinvolgente One Man Show "SOLO - The Legend of quick-change". Un vero e proprio assolo del grande artista, dopo il trionfo dei suoi precedenti one man show L’uomo dai mille voli e Ciak!, applauditi da 2.000.000 di spettatori in tutto il mondo. Un ritorno alle origini per Brachetti che, in questo spettacolo, apre le porte della sua casa, fatta di ricordi e di fantasie; una casa senza luogo e senza tempo, in cui il sopra diventa il sotto e le scale si scendono per salire. Dentro ciascuno di noi esiste una casa come questa, dove ognuna delle stanze racconta un aspetto diverso del nostro essere e gli oggetti della vita quotidiana prendono vita, conducendoci in mondi straordinari dove il solo limite è la fantasia. È una casa segreta, senza presente, passato e futuro, in cui conserviamo i sogni e i desideri… Brachetti schiude la porta di ogni camera, per scoprire la storia che ne è contenuta e che prende vita sul palcoscenico. Reale e surreale, verità e finzione, magia e realtà: tutto è possibile insieme ad Arturo Brachetti, il grande maestro internazionale di quick-change che mette in scena un varietà surrealista e funambolico, in cui immergersi lasciando a casa la razionalità. Nello spettacolo protagonista è il trasformismo, quell’arte che lo ha reso celebre in tutto il mondo e che qui la fa da padrone con oltre 60 personaggi, molti ideati appositamente per questo show. Ma in SOLO Brachetti propone anche un viaggio nella sua storia artistica, attraverso le altre affascinanti discipline in cui eccelle: grandi classici come le ombre cinesi, il mimo e la chapeaugraphie, e sorprendenti novità come la poetica sand painting e il magnetico raggio laser. Il mix tra scenografia tradizionale e videomapping, permette di enfatizzare i particolari e coinvolgere gli spettatori nello show. Dai personaggi dei telefilm celebri a Magritte e alle grandi icone della musica pop, passando per le favole e la lotta con i raggi laser in stile Matrix, Brachetti tiene il ritmo sul palco: 90 minuti di vero spettacolo pensato per tutti, a partire dalle famiglie. (red)

 

AL DUSE DI BOLOGNA UMBERTO ORSINI E' 'IL COSTRUTTORE SOLNESS' DI IBSEN

Dopo l’enorme successo di ‘Copenaghen’, Umberto Orsini torna in scena al Teatro Duse di Bologna, dal 17 al 19 gennaio (venerdì e sabato ore 21, domenica ore 16), con ‘Il costruttore Solness’ dal capolavoro della maturità di Henrik Ibsen. Lo spettacolo di Alessandro Serra, prodotto dalla Compagnia Orsini e Teatro Stabile dell’Umbria, vede in scena, accanto ad Orsini, Lucia Lavia nel ruolo di Hilde, Renata Palminiello nei panni di Aline, Pietro Micci nella parte del Dottor Herdal, Chiara Degani nelle vesti di Kaja, Salvo Drago, che interpreta Ragnar, e Flavio Bonacci nel ruolo di Knut Brovik. Presente e passato, vecchiaia, giovinezza e spregiudicate ambizioni sono al centro della storia in cui Umberto Orsini interpreta Solness, un anziano costruttore edile che crea la propria fortuna sulle ceneri della casa di famiglia della moglie, derubandola di ogni possibile felicità futura. “Solness – spiega Alessandro Serra nelle note di regia - è terrorizzato dai giovani che picchiano alla porta e chiedono ai vecchi di farsi da parte. Ma la giovane Hilde non si preoccupa di bussare, decide di fare irruzione con un’energia sottile e implacabile: è tornata per rivendicare il suo regno di principessa. Quel castello in aria che il grande costruttore le promise dieci anni prima”. “Solness si nutre della vita delle donne che lo circondano, ma quest’ultima gli sarà fatale e lo accompagnerà, amandolo, fino al bordo del precipizio” prosegue Serra, sottolineando che “se Solness è un costruttore, Ibsen è un perfetto architetto, in grado di edificare una casa dall’aspetto perfettamente borghese e ordinario, nelle cui intercapedini si celano principesse dimenticate, demoni e assistenti magici al servizio del padrone”. “Il giorno del giudizio, sotteso in tutta l’opera di Ibsen, trova esplicita dichiarazione finale nel momento in cui, al culmine di tre atti in costante tensione, si arriverà alla sentenza finale – conclude Serra - una condanna inesorabile che sarà lo stesso Solness ad emettere contro sé stesso, senza pietà”. “È da moltissimo tempo che nutro per ‘Solness’ un interesse vivissimo – svela Umberto Orsini - paradossalmente le ragioni di questa passione stanno nella consapevolezza delle difficoltà che questo capolavoro di Ibsen può creare a chi osi metterlo in scena. È la storia di tanti assassinii: giovani che uccidono i vecchi spingendoli ad essere giovani e vecchi che uccidono sé stessi nel tentativo di raggiungere l’impossibile ardore giovanile”. (red)

 

ROMA: AL COMETA OFF “FATTORIA (LIBERI DI ESSERE SCHIAVI)”

Dopo il successo riscosso nell’anteprima al Premio Dante Cappelletti di dicembre 2019, la Compagnia Sofia Amendolea sarà in scena alla Cometa Off di Roma– in prima nazionale – dal 15 al 19 gennaio, con lo spettacolo Fattoria (Liberi di essere Schiavi), scritto e diretto da Paolo Alessandri, liberamente ispirato a “Animal Farm” di G. Orwell. Protagonisti: Sophia Angelozzi, Ilaria Arcangeli, Alessandra Barbonetti, Selena Bellussi, Lucrezia Coletti, Daniele Flamini, Gabriele Namio, Vincenzo Paolicelli.  Lo spettacolo è una produzione Compagnia Sofia Amendolea in collaborazione con Legge 180 Teatro.(red)

 

ROMA, “STASERA VE LE CANTO IO” DI MANFREDI RUSSO

 Dopo il debutto dello scorso giugno, torna in scena allo Spazio 18b di Roma (va Rosa Raimondi Garibaldi, 18/B) , dal 16 al 19 gennaio, “Stasera ve le canto io”, monologo musicale brillante, scritto da Felice Maria Corticchia e Manfredi Russo, del quale lo stesso Russo si fa interprete e regista. Tra note di repertorio swing e jazz, che strizzano l’occhio al grande varietà degli anni Cinquanta, e alcune punte drammatiche, l’attore palermitano si addentra in tematiche sociali, talvolta scottanti.  Sulla scena si alternano momenti di vita quotidiana e riflessioni sulla società attuale a situazioni autobiografiche spesso ironiche e autoironiche.  Sul palcoscenico si susseguono risate e qualche provocazione, ma sempre con garbo e  umorismo. Una  satira delicata  che consente all’interprete di  parlare  con tatto  di  mafia e femminicidio, dell’emergenza clochard e dell’abusivismo edilizio, raccontando anche un po’ la sua storia, i suoi  esordi, la passione per il cinema,  la gioventù trascorsa in Sicilia, gli omaggi ai suoi idoli artistici. “Stasera ve le canto io”  è un inno al non immobilismo, nato con l’intento di scuotere l' indifferenza sociale senza  toni  aggressivi; piuttosto  cerca  di   abbracciare  più  questioni  civili  e  sociali attraverso l’unione delle arti: la danza, la musica e il teatro. Infatti, impreziosiscono i testi e le canzoni del recital le coreografie della danzatrice Roberta Leo, che porta una ventata di freschezza con sensualità giocosa e fanciullesca. Il M° Ruben Baiocco, invece, accompagna alla chitarra i monologhi più drammatici, rievocando magistralmente brani del repertorio cinematografico. La consulenza musicale è affidata al M° Alfredo Sirica. “Credo che questo spettacolo sia l’unione delle arti”_ annota Manfredi Russo. “ Non è solo un messaggio sociale e un invito  all’impegno civico attraverso l’utilizzo del sorriso. È qualcosa di diverso. C’è una differenza  sostanziale tra una risata e un sorriso. Qui si sorride, magari non si ride a crepapelle, ma si sorride  tanto. E si riflette. Tra impatto emotivo e dimensione onirica”. (red)

 

ROMA: GIANCLAUDIO CARETTA È IL PROTAGONISTA MASCHILE DELLA COMMEDIA “L'UOMO PERFETTO” AL TEATRO DÈ SERVI

Le nostre madri e le nostre amiche ci ripetono da anni che prima o poi l’uomo perfetto solcherà la soglia di casa, ma che per ora dobbiamo solo continuare a cercare. Ad un certo punto, però, trovare l’anima gemella sembra essere un lontano miraggio, o peggio una leggenda metropolitana. E intanto l’orologio biologico fa tic tac. C’è da dire che le donne sono diventate molto esigenti: lo vogliono alto, ricco, belloccio, gentile, romantico, passionale, protettivo ma anche vulnerabile quando serve. Diciamoci la verità: questo “uomo perfetto” non esiste! Dovremmo costruircelo personalmente, essere degli ingegneri genetici per mettere in un unico uomo tutte queste qualità e dare vita a un uomo sempre allegro, che sa ascoltare, che non parla mai di calcio, che non dimentica i compleanni e non si scoraggia mai, pronto a prendervi in braccio al vostro ritorno a casa... E voi, quanto sareste disposte a pagare per un campione del genere?L’attore Gianclaudio Caretta è il protagonista maschile della commedia “L’uomo perfetto” dove interpreta il ruolo di ‘Robbi’ un robot tutto fare ma anche esigente, in scena dal 10 gennaio a Roma al Teatro dè Servi e poi in tour per tutta l’Italia. Con lui, sul palco, Milena Miconi e Nadia Rinaldi per la regia di Diego Ruiz. Nato a Taranto nel 1993, Gianclaudio esordisce al cinema 5 anni fa e ora, dopo vari ruoli sul grande schermo, arriva il debutto a teatro.“Il palcoscenico è vita, è rapporto diretto con il pubblico, è adrenalina, è “buona la prima” - racconta Gianclaudio. È sentire il mormorio da dietro le quinte prima di entrare in scena.  Gli occhi di chi si complimenta alla fine dello spettacolo”.

(red – 10 gen)

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