Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Ciao Italia! 101 storie
di cervelli in fuga

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

CIAO ITALIA! 101 STORIE DI CERVELLI IN FUGA

Dal 2008 a oggi sono più di 900mila gli italiani che hanno lasciato il Paese per cercare lavoro all’estero. Centoventimila negli ultimi tre anni. Il 56% degli espatriati ha tra i 18 e i 44 anni, mentre nel 19% dei casi si tratta di minorenni. Un dato che indica come siano interi nuclei familiari a espatriare. Ma le 101 storie di emigranti del terzo millennio raccolte in “Ciao italia! 101 storie di cervelli in fuga” di Enzo Roboni (Mind Edizioni, prefazione di Paolo Iacci, in libreria dal 6 febbraio) raccontano molto di più: è un vero movimento mondiale quello dei giovani che si sono sentiti limitati dal “local” e hanno scelto il “global” come teatro per i loro studi e per il loro lavoro. Giovani digitali globalizzati alla ricerca di occasioni di lavoro nel Mondo, migliori di quanto l’Italia riesca a offrire. Ragazzi che hanno salutato casa propria non perché disperati dopo aver bussato a mille porte, ma per dare pieno sviluppo alla loro preparazione. Quindi migranti per libera scelta, per curiosità intellettuale, veri nomadi post moderni. Più “cervelli in mobilità” che “in fuga”. Senza preferenza di genere, visto che le storie raccontate al femminile sono quasi lo stesso numero di quelle al maschile: 50 contro 51. La componente femminile, però, sembra mostrare una maggiore propensione avventurosa o, quanto meno, di “lunga gittata”. Tra i “Globetrotter”, cioè tra coloro che vantano il maggior numero di spostamenti in giro per il mondo, le donne sono nettamente in maggioranza: il 65% contro il 35% degli omologhi maschi. Una netta prevalenza femminile si riscontra anche tra chi ha scelto di andare a lavorare o a studiare dall’altra parte del mondo: in Australia siamo al 57% contro il 43% dei maschi. Ogni storia fotografa due istanti temporali: “ieri”, con la data della pubblicazione sul Corriere della Sera nella rubrica “Giovani all’estero”, e “oggi”, con gli aggiornamenti a fine 2019. Ne scaturiscono così fotogrammi in movimento, filmati che descrivono l’evoluzione di ciascuna vicenda personale e che, nel loro complesso, tratteggiano uno scenario inedito dello stato dei cosiddetti cervelli in fuga e dei trend che caratterizzano il fenomeno. Enzo Riboni, dopo la laurea in Matematica, ha insegnato nei licei e all’università. Ha però sempre avuto una passione per la scrittura e il giornalismo. Da free lance ha cominciato con Il Manifesto, poi Il Mondo, Capital, Gente Money e, dal 1988, Corriere della Sera, per il quale, nel 2005, ha ideato le pagine Economia & Carriere (ora Trovolavoro), pagine in cui, dal 2008 al 2019, ha curato la rubrica Giovani all’estero. Ha pubblicato Addio per sempre? (Italic Digital Editions, 2013/2015) ed è coautore di Letteratura per manager (Etas, 2008), Le aziende invisibili (Scheiwiller, 2008), Tutto Lavoro 2002 (Etas) e Lavoro in affitto (Zelig, 1999).

 

 

DALLA PARTE DEL MARE, VIAGGIO IN VERSILIA CON MARIO TOBINO  

“La cultura, i processi storici, le scelte dei gruppi sociali e degli individui si incardinano nello spazio, si proiettano sulla misura dei luoghi fisici, li configurano e se ne fanno configurare: non si può concepire nessuna storia e nessuna cultura indipendentemente dalla geografia, dalla consistenza degli spazi, dal modo in cui entro di essi si è articolato l’habitat umano. Nella sua mobilità storica, nella sua continuità antropologica, ogni cultura si è costruita dentro un insieme di luoghi, percorrendoli e coordinandoli, facendosi da essi costruire e nel contempo individuandoli e costruendoli, identificandosi in essi e identificandoli attraverso se stessa”. Da questa premessa muove “Dalla parte del mare. Tobino e la Versilia nel Novecento”, raccolta di saggi a cura del professor Giulio Ferroni, pubblicata dalla Salerno editrice. Una premessa ancora più valida per l’Italia, visto che “una delle qualità della storia e della cultura italiana, per l’intera sua tradizione, è data dal policentrismo, dalla ricchezza e dalla specificità dei diversi centri, dal vario articolarsi delle realtà regionali e subregionali e dai movimenti, contatti, contrasti che si sono avuti tra loro”.

 

VIAREGGIO. Gli scritti raccolti in “Dalla parte del mare”, nel quadro del progetto della Fondazione Mario Tobino su “Cultura, letteratura, arte nella Toscana nordoccidentale dall’Ottocento al Duemila” si concentrano su Viareggio, patria dello scrittore poeta e psichiatra (1910-1991) che tanto rilievo ha avuto per la storia della marineria tra Ottocento e primo Novecento e per il sorgere del nuovo orizzonte della vacanza marina già verso la fine dell’Ottocento e poi nel Novecento. Ecco la Viareggio descritta, attraversata, amata dalle opere di Tobino, la Viareggio “popolare” del Carnevale, le vicende del glorioso premio letterario “Viareggio”, fondato da Leonida Rèpaci, presenze di intellettuali italiani in vacanza tra gli anni ’20 e ’30 del Novecento, l’attività dei due grandi giornalisti lucchesi Pannunzio e Benedetti, il cinema del viareggino d’adozione Mario Monicelli, Viareggio come set cinematografico, i fasti della musica leggera nei celebri locali della zona. Il volume contiene scritti di Alessandro Bratus, Franco Contorbia, Simona Costa, Carlo Alberto Di Grazia,  Emiliano Morreale, Nunzio Ruggiero, Simone Villani e lo stesso Ferroni. “Nel nome di Mario Tobino – spiega il curatore de libro - scrittore intensamente radicato nei suoi luoghi, che ha saputo raccoglierne e trasmetterne il respiro vitale, come in una geografia appassionata, la Fondazione Tobino, che ha sede nell’ex manicomio di Maggiano-Fregionaia, dove il medico scrittore ha vissuto gran parte della sua esistenza, si è interrogata sui caratteri specifici che, nell’orizzonte italiano e toscano, hanno assunto le vicende della Toscana nordoccidentale, tra Lucca, la Versilia, la Garfagnana, l’antico ducato di Massa e Carrara, la Lunigiana: e ha messo in campo un progetto dedicato, ad ampio raggio, alla storia e alla cultura di questa area a partire dal primo Ottocento, prendendo come data emblematica, che ebbe molteplici risonanze nella cultura europea, quella del naufragio del Don Juan di Percy Bhysse Shelley (il cadavere del poeta fu trovato sulla spiaggia versiliese nel luglio 1822)”.

L’AUTORE. Ferroni è professore emerito della Sapienza Università di Roma e autore di una Storia della letteratura italiana in 4 volumi (Torino 1991 e 2013). Per la Salerno Editrice ha pubblicato Ariosto (2008, Premio “De Sanctis” 2009), La scuola impossibile (2015) e La solitudine del critico (2019). Per la Fondazione Mario Tobino dirige il progetto “Cultura, letteratura, arte nella Toscana nordoccidentale dall’Ottocento al Duemila”. (Roc)

 

 

 

 

GIAN ANTONIO STELLA CON “DIVERSI” A SALERNO LETTERATURA  

Martedì 28 gennaio (ore 21, teatro Ghirelli), il giornalista e scrittore Gian Antonio Stella sarà protagonista del #fuorifestival di Salerno Letteratura. Stella incontrerà il pubblico per presentare il suo ultimo libro dal titolo “Diversi. La lunga battaglia dei disabili per cambiare la storia” (Solferino edizioni). L'ottava edizione del festival, che vede la direzione organizzativa di Ines Mainieri e la direzione artistica di Gennaro Carillo, Matteo Cavezzali e Paolo di Paolo, si terrà a Salerno dal 13 al 21 giugno. Agli sgoccioli d’una vita davvero speciale, Stephen Hawking poteva muovere solo la palpebra dell’occhio destro ma continuava a fare conferenze e rinnovò fino all’ultimo la prenotazione per un volo nello spazio. Dodicimilacinquecento anni prima il suo avo preistorico “Romito 8”, paralizzato per una brutta caduta, riuscì a vivere e a essere utile agli altri grazie a ciò che gli era rimasto di intatto: i denti. Lontanissimi nel tempo e nello spazio, li legava l’amore per la vita, la forza di volontà, la fantasia. È lunga la storia dei disabili. Segnata, da un capo all’altro del pianeta, da millenni di silenzi, mattanze, ferocia, abbandoni. Ma anche da vicende umane straordinarie. Di “deformi” acclamati imperatori come Claudio, narratori immensi anche se ciechi come Omero, raffinati calligrafi senza braccia come Thomas Schweicker, geniali pianisti nonostante la cecità e l’autismo come lo schiavo nero “Blind Tom”, poliomielitici eletti quattro volte alla Casa Bianca come Franklin D. Roosevelt, artiste capaci di sfidare paure millenarie mostrando la propria disabilità come Frida Kahlo, giganti “nani” come Antonio Gramsci, Henri de Toulouse-Lautrec, Giacomo Leopardi… Ma più ancora milioni di anonimi figli d’un dio minore che sono riusciti in condizioni difficilissime a tirar fuori, per dirla con papa Francesco, “la scatoletta preziosa che avevano dentro”. Gian Antonio Stella racconta la storia della disabilità, una storia di orrori, crimini, errori scientifici, incubi religiosi fino alla catastrofica illusione di perfezionare l’uomo e al genocidio nazista degli “esseri inutili”, attraverso le vite di uomini e donne che hanno subìto di tutto resistendo come meglio potevano all’odio e al disprezzo fino a riuscire piano piano a cambiare il mondo. Almeno un po’. Stella ha iniziato la sua carriera al Corriere d'Informazione per poi passare al “Corriere della Sera”, dove è stato inviato speciale ed editorialista. Lucido e ironico indagatore dei problemi sociopolitici e dei costumi italiani, vincitore di numerosi premi giornalistici e, nel 2005, del premio Fregene per la narrativa con il romanzo Il maestro magro – storia ambientata nell’Italia indigente del secondo dopoguerra –, tra i suoi numerosi saggi occorre citare: L'orda. Quando gli albanesi eravamo noi (2002); La casta (in collab. con S. Rizzo, 2007); Negri, froci, giudei & Co. L'eterna guerra contro l'altro (2009); Se muore il Sud (in collaborazione con S. Rizzo, 2013); Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli. La guerra infinita alla burocrazia (2014); Diversi. La lunga battaglia dei disabili per cambiare la storia (2019).

C’ERA UNA (PRIMA) VOLTA DI CLAUDIO GUERRINI

Claudio Guerrini, conduttore radiotelevisivo, firma del settimanale Vero, doppiatore e deejay pubblica, con Rogiosi Editore, il suo libro di esordio dal titolo “C’era una (prima) volta”. Il lavoro editoriale di Guerrini trascina il lettore in una girandola di emozioni che solo le favole più belle possono trasmettere: incontri (e lunghe chiacchierate) con Enrico Mentana, Giuliano Sangiorgi, Noemi, Paolo Genovese, Virginia Raggi, Paolo Rossi, Dario Ballantini, Ludovica Pagani, Michele Guardì, Giovanni Malagò, Sandra Milo, Eduardo Montefusco, Francesca Stella. “C’era una (prima) volta” sarà presentato in anteprima nazionale a Casa Sanremo nel Teatro Ivan Graziani, martedì 4 febbraio, alle 19, nell’ambito della rassegna “Writers”. “Inserire nel catalogo Rogiosi il libro di esordio di Claudio Guerrini è una grande soddisfazione professionale – racconta Rosario Bianco –. Come centinaia di migliaia di italiani ascolto RDS e Guerrini è uno tra gli speaker che seguo con più interesse. È stato un vero piacere incontrarlo e lavorare con lui. Inizia un grande anno editoriale per Rogiosi, il progetto a cui da anni lavoro con passione e che, tra le tante cose a cui mi dedico, occupa un posto speciale nelle mie giornate”. “Scrivere il mio primo libro è stata un’esperienza bellissima e devastante. Sono molto sincero, come lo sono sempre in radio, in televisione, ovunque io parli: cosa che mi è costata tanto. Spero non mi costerà anche con i protagonisti di questa mia prima opera, perché l’ho scritta con altrettanta sincerità, mettendoci sempre del mio. Ringrazio Rosario Bianco che ha subito appoggiato questa mia idea e spero non si sia pentito!”, racconta Claudio Guerrini, che aggiunge: “È stato un libro molto impegnativo, l’ho scritto in tre mesi. Non so come abbia fatto: ho scritto quasi sempre di notte, perché di giorno facevo altre mille cose. Vedevo l’alba mentre finivo di scrivere le ultime righe. Sono storie diverse di personaggi più o meno famosi, che mi hanno regalato le loro prime volte in amore, sul lavoro. Le prime volte in cui hanno provato la passione per qualcosa che poi hanno continuato per tutta la vita, quando ancora non erano quelli che poi sono diventati. E poi ci sono altre storie che io ritengo molto divertenti e, in qualche caso, toccanti. La mia prefazione doveva essere solo una piccola anteprima di quello che avrei raccontato di tutti i protagonisti del mio libro. In realtà, poi, mi sono lasciato andare e mi sono divertito a raccontare un po’ di mie prime volte. Tant’è che se qualcuno crederà ancora in me, magari il mio editore mi resta accanto, sto pensando di fare una seconda opera. Scrivere è un’emozione bellissima. Spero che il libro piacerà a chi lo leggerà, perché ci ho messo davvero il cuore, senza neanche una bugia. Le favole iniziano sempre con ‘C’era una volta’; questa inizia con ‘C’era una (prima) volta’ e nelle primissime pagine spiego perché”. Dopo aver trascorso una vita in radio, aver vissuto molteplici esperienze televisive e aver frequentato stadi, piazze e palchi per tanti eventi ‘live’, Claudio Guerrini ha deciso, quindi, di raccontare e di raccontarsi con un linguaggio diverso. Per costruire questa sua prima opera ha incontrato alcuni tra i più interessanti personaggi dello spettacolo, dello sport e della cultura, privilegiando quelli con cui ha costruito, nel tempo, un autentico rapporto personale e che si sono aperti con lui senza barriere. Protagonisti di questo libro sono i momenti che hanno rappresentato il vero punto di svolta nelle carriere di grande successo. Come ci sono riusciti? Perché è toccato proprio a loro? Talento, sudore, fortuna, perseveranza, faccia tosta: di cosa hanno avuto bisogno per raggiungere così grandi traguardi? Ricordi che fanno sorridere, pensare, talvolta commuovere. Ai quali Claudio ha voluto aggiungere la storia di un’amica speciale che sta combattendo, da vera leonessa, una terribile e coraggiosa battaglia. Perché di prime volte, nella vita, ne dobbiamo affrontare tante, ma non sappiamo mai quale sarà la prossima. Perché ogni vita è una favola, ma non ne conosciamo il finale. Qui, Claudio Guerrini e i suoi amici, raccontano al lettore come può cominciare...

 

“IL LIBRICINO DELLA FELICITA’” AL TOP SU AMAZON   

È italiano e appena uscito il libro più venduto su Amazon. “Il libricino della felicità”, scritto da Maria Beatrice Alonzi, già definita dalla stampa estera la Digital Artist italiana, autrice, attrice e Business & Career Coach da oltre 10 milioni di click. Alla sua prima esperienza come scrittrice raggiunge in pochi giorni il primo posto tra i libri più venduti. Ti sei mai svegliato guardando il soffitto e pensando: "Come sono arrivato fino a qui?". "Da quando ho smesso di essere felice?". "Sono bloccata, non riesco a capire cosa voglio fare, dove devo andare, come raggiungere quello che voglio". Se la riposta è sì, questo è il libro che fa per te. Dandoti un diverso punto di vista su tutto ciò che ti accade e su come affrontarlo, scavando tra le macerie o i cocci e ricostruendo pezzo per pezzo come raggiungere la felicità, i propri obiettivi, sogni, desideri, senza più avvertire il peso del passato o del senso di colpa, senza più farsi limitare da ciò che iterativamente accade nella nostra mente, da zavorre inutili, pesanti, sbagliate, anche navigando in acque burrascose. Un manuale da leggere per arrivare dove si vuole: lavoro, successo, famiglia, relazioni, amicizie. Il libro che ti spiega come raggiungere la felicità, senza che tu debba fare altro che guardare dentro di te e respirare.

(© 9Colonne - citare la fonte)