di Paolo Pagliaro
Venerdì 7 febbraio, con una cerimonia presieduta dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, si inaugura l'anno di Padova Città Europea del Volontariato. E’ un riconoscimento all’Italia, paese d’avanguardia con circa 6 milioni di cittadini che svolgono “attività gratuite a beneficio di altri o della comunità”, come viene definito il volontariato nelle rilevazioni Istat. Ed è un riconoscimento a una provincia – quella appunto di Padova dove sono attive 6450 organizzazioni della solidarietà organizzata che lavorano nel campo della cultura, dell’assistenza e della promozione sportiva. Un primato non solo nazionale.
“Ricuciamo insieme l’Italia” è il claim della manifestazione, che l’ha preso in prestito proprio da un’esortazione di Mattarella.
Il fenomeno del volontariato fotografa un Paese profondamente diverso dagli stereotipi sul disimpegno, l’individualismo menefreghista, la fuga nel mondo parallelo dei social. Ci sono un milione e 200 mila italiani che dedicano almeno mezza giornata alla settimana ad attività gratuite nell’ambito dei servizi sociali, della protezione civile e della sanità. Un altro milione, in maggioranza donne, si dedica alle attività educative e alla catechesi con un impegno medio settimanale di circa 3 ore proposto anche come stile di vita. Ci sono i laici impegnati nelle associazioni ambientaliste, i volontari che rendono possibili iniziative culturali anche nelle periferie e nei paesi, i 400 mila volontari dello sport che consentono di praticarlo a milioni di ragazzi. L’esercito dei donatori di sangue, i 200 mila che dedicano il loro tempo libero ad attività politiche e sindacali o ad associazioni che si occupano di tutela dei diritti e dei beni comuni. Da domani a Padova si accenderanno finalmente i riflettori anche su questa Italia.