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Trump e ultrà tedeschi
all’assalto della Curevac

Trump e ultrà tedeschi <br>  all’assalto della Curevac

di Francesco Cannatà

(18 marzo 2020) I labirinti legati al Coronavirus trovano sviluppi stupefacenti. Per esempio cosa può avere a che fare Hoffenheim, frazione di Sinsheim, una cittadina del Land tedesco del Baden-Württemberg nella Germania sud-occidentale, col contagio che sta lentamente aggrovigliando grandi parti del pianeta in una tela morbosa? Soprattutto cosa c’entra in tutto questo il Turn- und Sportgemeinschaft 1899 Hoffenheim e.V, Associazione ginnico-sportiva 1899 Hoffenheim, squadra di calcio della prima divisione tedesca? Come può un anonimo gruppo sportivo che occupa il nono posto della Bundesliga essere legato ai destini della ricerca medica che potrebbe salvare un gran numero di vite umane? Per capirlo basta un ora di macchina. A 130 chilometri nord-ovest, sempre nel Baden-Württemberg, si trova la città universitaria di Tubinga. Qui opera la Curevac, impresa specializzata in ricerche biotecnologiche. Oltre il fatto di trovarsi entrambe nel Baden-Württemberg, 1899 Hoffenheim e Curevac hanno in comune un nome. Quello di Dietmar Hopp. L’uomo, cofondatore del complesso industriale SAP, multinazionale europea per la produzione di software gestionali, oltre ad essere il presidente dell’Hoffenheim è il mecenate della Curevac. Ora, da qualche tempo, il manager è diventato il bersaglio preferito degli ultras tedeschi. Grazie all’attenzione delle frange estremiste del tifo organizzato, per cui il manager rappresenta il capitalismo selvaggio dentro il calcio tedesco, Hopp detiene il poco invidiato record di essere il personaggio più odiato dal fanatismo calcistico della Germania. Il ruolo più importante di Hopp non si svolge però sui campi da gioco. Il filantropo, fino al 2014 unico finanziatore di Curevac, è tuttora il principale sostegno finanziario dell’azienda biotecnologica che, da gennaio, si è data come scopo prevalente la ricerca del vaccino anti Coronavirus. Un compito svolto in collaborazione con l’Istituto federale Paul-Ehrlich per i vaccini e le cure biomediche e per cui le due strutture impiegano gran parte dei propri mezzi. Nella lotta all’attuale epidemia influenzale Curevac è legata anche alla Cepi, Coalition for Epidemic Preparedness Innovations, una federazione di aziende dedicate alla ricerca di immunoprofilassi, creata nel 2017 su impulso della Cancelliera Angela Merkel e del fondatore di Microsoft, Bill Gates. Al momento otto strutture dell’alleanza CEPI sono esclusivamente impegnate a combattere il Coronavirus. Domenica 15 marzo la Welt am Sonntag, edizione settimanale dell’omonimo quotidiano di Amburgo, ha svelato che Donald Trump, ha cercato di acquistare il 100% di Corevac offrendo circa 1 miliardo e mezzo di Euro.
Per capire meglio quanto sta accadendo occorre tenere presente quanto si è svolto nelle settimane precedenti tra Stati Uniti e Germania. Sabato 29 febbraio, due settimane prima dello scoop della Welt, , il presidente USA in una conferenza stampa alla Casa Bianca si era vantato che molto rapidamente, very quickly… very rapidly, gli Stati Uniti avrebbero sviluppato il vaccino. Tre giorni dopo queste affermazioni, il 3 marzo, il responsabile della Curevac, Daniel Menichella, invitato direttamente da Donald Trump, veniva ricevuto alla Casa Bianca. All’incontro partecipava anche la task-force degli esperti americani anti Coronavirus. Tra i tecnici la discussione si concentrava sullo sviluppo e la produzione di un vaccino basato sulla piattaforma cosiddetta mRNA, ipotesi fino a quel momento portata avanti da Curevac. Con mNRA si designa una biomolecola instabile presente in ogni persona. Somministrata direttamente nei tessuti umani, mNRA può inoltre essere utilizzata come vaccino. Beneficio aumentato dalla possibilità di usare il farmaco in piccole dosi. Modalità che secondo l’azienda tedesca potrebbero configurare una nuova tipologia di vaccini. Il summit scientifico tedesco-americano ha valutato realistica la possibilità che entro pochi mesi Curevac riesca a presentare una serie di candidati- vaccini efficaci a contrastare la diffusione del Covid-19. I primi studi clinici sull’argomento dovrebbero apparire entro la prossima estate. Secondo la stampa tedesca inoltre vi sarebbe già la certificazione di un sito di produzione in grado di stoccare dosi milionarie dell’immunoprofilassi. Ma tutto ciò era già apparso sui media internazionali. La novità del 15 marzo sta invece nel fatto che Welt am Sonntag abbia reso noto gli sforzi fatti da Trump, con l’aiuto di una gran quantità di denaro, per portare sulle proprie posizioni il vertice di Curevac. Allo scopo, è bene ribadirlo, di far avere agli Stati Uniti il diritto esclusivo di sfruttamento dei risultati della ricerca tecnologica dell’azienda che Hopp finanzia ancora all’80%. Altrettanto interessante è quanto successo subito dopo in Germania. La settimana scorsa infatti il responsabile di Curevac, Daniel Menichella, è stato allontanato dalla carica senza motivi apparenti. Al suo posto è andato Ingmar Hoerr. Che come prima mossa Hoerr abbia ritwittato da un altro account una satira su Trump, rivela non solo le vedute politiche dello scienziato ma lascia presumere quanto deve essere avvenuto dietro le quinte dell’azienda. Nel 2000 Hoerr è stato il fondatore di Curevec, azienda fino al 2014 finanziata esclusivamente da Hopp. È stato proprio Hopp a mandare a monte il tentativo speculativo di Trump, sostenendo che fino a quando lui sarà nella posizione di farlo la ricerca di Curevac resterà in Germania. Altrettanto ha fatto l’esecutivo di Berlino. Il ministero dell’economia ha sottolineato il proprio interesse nella “produzione dei vaccini in Germania e in Europa”. Giuridicamente i mezzi per bloccare la vendita dell’azienda farmaceutica starebbero nei principi e nel diritto del commercio estero.
Il presidente USA ha cosi dovuto cambiare bersaglio. Naturalmente nel caso della pandemia da Coronavirus l’autoincensamento non è sufficiente. Una dimostrazione di questo si è avuta lo scorso 6 marzo. Quel giorno al Centro per la prevenzione e la cura delle malattie di Atlanta, Trump ha sottolineato di “amare e conoscere la scienza” al punto che gli altri si “meravigliano delle sue competenze” in materia. Agli esperti che “sorpresi” gli chiedono i motivi di “tanto sapere”, rispondeva di possedere un “talento naturale”. Una genialità che avrebbe dovuto coltivare, affermava tra i rimpianti, invece di “candidarsi alla presidenza”. Quello stesso giorno il numero dei morti USA a causa del Covid-19 balzava a 19. Le lodi non bastavano più. Era arrivata l’ora di guardare verso altre direzioni. Era giunto il momento di abbandonare il bisturi per mettere la Curevac sotto i ferri. A Dietmar Hopp però, il talentuoso presidente USA non si sarebbe dedicato. A quello ci stavano pensando da tempo gli ultrà di calcio.

(da www.mentepolitica.it )

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