Altri 600 miliardi per il programma di acquisto per l’emergenza pandemica, con il totale che sale a 1.350 miliardi, con il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma che sarà reinvestito almeno sino alla fine del 2022. La Bce potenzia il quantitative easing per rispondere alla crisi nata dalla pandemia. Nella riunione odierna il Consiglio direttivo della banca centrale europeo ha adottato una serie di decisioni di politica monetaria destinate al piano emergenziale. "La dotazione del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) sarà incrementata di 600 miliardi di euro, raggiungendo un totale di 1.350 miliardi di euro - si legge nelle conclusioni della Bce - In risposta alla revisione al ribasso dell’inflazione connessa alla pandemia nell’orizzonte di proiezione, l’espansione del PEPP allenterà ulteriormente l’orientamento generale della politica monetaria, sostenendo le condizioni di finanziamento nell’economia reale, specialmente per le imprese e le famiglie. Gli acquisti continueranno a essere effettuati in maniera flessibile nel corso del tempo, fra le varie classi di attività e i vari paesi. Ciò consente al Consiglio direttivo di contrastare efficacemente i rischi per l’ordinata trasmissione della politica monetaria".
Il Qe "sarà esteso almeno sino alla fine di giugno 2021 - prosegue la nota - In ogni caso, il Consiglio direttivo condurrà gli acquisti netti di attività nell’ambito del PEPP finché non riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus". La presidente della Bce, Christine Lagarde, al termine della riunione ha spiegato in conferenza che la data è stata spostata avanti di sei mesi rispetto all'iniziale dicembre 2020, cioè quanto dovrebbe ricominciare a salire l'inflazione". Il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PEPP sarà inoltre reinvestito almeno sino alla fine del 2022. "I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%", ha spiegato la Bce, con il Consiglio direttivo che si attende che i tassi di interesse di riferimento della BCE si mantengano su livelli pari o inferiori a quelli attuali finché non vedrà le prospettive di inflazione "convergere saldamente su un livello sufficientemente prossimo ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione e tale convergenza non si rifletterà coerentemente nelle dinamiche dell’inflazione di fondo".