Di fronte a un aumento irrefrenabile di vittime e contagi giornalieri, anche in Inghilterra è scattato il riconfinamento nazionale che prevede la chiusura di ristoranti, bar e attività non essenziali fino al 2 dicembre. Il giro di vite è arrivato pochi giorni dopo a quelli decisi dai governi di Francia e Germania e praticamente in simultanea al varo del nyuovo Dpcm in Italia. Ieri, parlando prima del voto parlamentare sul lockdown, il primo ministro britannico Boris Johnson ha definito le nuove misure sanitarie inevitabili di fronte al serio rischio di un collasso totale del sistema sanitario nazionale. Secondo Johnson i decessi nella seconda ondata della pandemia potrebbero potenzialmente superare quelli registrati in primavera, con il numero di pazienti affetti da coronavirus in alcuni ospedali "già superiore a quello raggiunto al culmine della prima ondata". “Quando guardo a ciò che sta accadendo ad alcuni dei nostri amici continentali – ha detto Johnson - e vedo che medici risultati positivi al test ricevono l'ordine, ahimè, di lavorare nei reparti Covid, e che diversi pazienti vengono trasferiti in aereo negli ospedali di altri paesi semplicemente perché mancano i letti, posso giungere a una sola conclusione: non sono disposto a far correre un simile rischio al popolo britannico”. Ieri in Inghilterra l’incidenza del nuovo coronavirus è apparsa ancora in aumento: le autorità sanitarie di Londra hanno infatti segnalato 492 decessi correlati al coronavirus nell’arco delle 24 ore. Una cifra record dal 13 maggio, che porta il bilancio delle vittime totali a 47.742. (deg)
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