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De Vita (Maeci): Turismo delle radici per rafforzare i legami e rilanciare il settore

De Vita (Maeci): Turismo delle radici per rafforzare i legami e rilanciare il settore

“L’Italia guarda ai ‘turisti delle radici’ per allacciare e rafforzare i legami culturali. E non solo. Il turismo delle radici rappresenta un’opportunità per incrementare e consolidare la posizione dell’Italia nel mondo”. A parlare è Giovanni de Vita del Maeci che è intervenuto oggi al webinar dal titolo “Scoprirsi italiani: i viaggi delle radici in Italia” organizzato dall’Osservatorio delle Radici Italiane (ORI), dell’Associazione AsSud. De Vita ha sottolineato le ragioni per cui “il Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale sostiene con convinzione” il turismo delle radici con iniziative che hanno mosso i primi passi già negli anni scorsi. “Abbiamo deciso di portare avanti un’azione di sensibilizzazione verso il turismo delle radici che è un turismo che si rivolge a una platea di circa 80 milioni tra discendenti italiani e cittadini italiani” nel mondo. “Lo ha ricordato recentemente anche il presidente del consiglio Giuseppe Conte  - ha sottolineato il consigliere  della Direzione Generale Italiani all'Estero della Farnesina – si tratta della più grande comunità di espatriati, superiore  - quasi il doppio -  a quella dei cinesi”. Oltre alle ragioni culturali ci sono “considerazioni economiche” da fare quando si parla di turismo delle radici: “Il turismo ha un valore” dice De Vita che ha ricordato che il settore rappresenta il 13% del nostro Pil e che “il  valore  stimato  dall’Enit,  relativo solo ai turisti delle radici,  è pari a  circa 4 miliardi”. Nel 2018, infatti, l’ENIT ha inserito in questa categoria 10 milioni di viaggiatori, che hanno generato un flusso economico in entrata di circa 4 miliardi di euro, ben il 7,5% in più rispetto all’anno precedente: “Un patrimonio importante”.

Con il turismo delle radici “si mira a valorizzare anche le economie di quei territori che non sono interessati oggi dal turismo – ricorda De Vita - e che anzi sono caratterizzati da alti tassi di spopolamento. I flussi emigratori, lo sanno tutti, sono ripresi negli ultimi anni e si parte spesso proprio dai quei luoghi” che potrebbero essere protagonisti di “questo turismo”.  Secondo De Vita “c’è tutta una serie di attività che possono essere messe in moto” e qualcosa già si è mosso e si sta muovendo: “Già nel 2018 abbiamo deciso di convocare un tavolo tecnico sul turismo delle radici per promuovere, tra chi se ne occupa, uno scambio di buone prassi e attivare così iniziative specifiche: per puntare l’attenzione su queste tematiche. Ci siamo mossi in varie direzioni: prima di tutto cercando di attuare un coordinamento. Poi promuovendo iniziative specifiche che mirano a definire le caratteristiche del ‘turista delle radici’ che possono essere utili, ad enti locali o ad operatori, per fare in modo che venga delineata un’offerta specifica di servizi turistici proprio per quelle persone che hanno un rapporto speciale con il nostro Paese”. “Non si tratta solo di una promozione del Sistema Paese: si tratta, - precisa De Vita - attraverso la riattivazione di questi legami, di rafforzare una relazione strategica tra l’Italia e le proprie comunità all’estero in maniera tale da consolidare la posizione dell’Italia nel mondo”. “Abbiamo grandi aspettative da questa ricerca” ha aggiunto De Vita riferendosi allo studio condotto dall’Osservatorio permanente sulle Radici Italiane (ORI) dell’Associazione AsSud perché è importante ora come non mai “definire il profilo del turista delle radici, le sue caratteristiche”: “Il turismo – ha concluso De Vita - a causa del Coronavirus è stato pesantemente colpito ma quello delle radici potrebbe rappresentare una ripresa, il rilancio di un settore”.

IL DIBATTITO - Al dibattito sono  intervenuti diversi ospiti: Filippo La Rosa (Console Generale d’Italia a San Paolo), Mariano Gazzola (Comitato di Presidenza CGIE), Veronica Morello (ENIT Argentina), Donato De Santis (Cavaliere della Repubblica italiana e Chef), Alfredo D’Ambrosio (Pres. Cavenit, Cam. Comm. Italovenezuelana), Mariano Palazzi (Pres. Dante Alighieri Venezuela), Carlos Villino (Presidente Associazioni Italo venezuelane), Daniel Antenucci (vice-Rettore Università di Mar del Plata). E poi i componenti dell’Osservatorio: Marina Gabrieli, Riccardo Giumelli, Delfina Licata e Giuseppe Sommario. Il webinar si inserisce in una ricerca su scala globale del turismo delle radici, intrapresa dall’Osservatorio stesso con la collaborazione del MAECI e della DGIT (Direzione generale per gli italiani all’estero). Capire quali sono le aspettative su questo tema, quali iniziative potranno essere intraprese, come costruire la domanda di turismo delle radici sono solo alcuni dei temi di discussione con i relatori.(Gil - 4 dic)

 

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