di Paolo Pagliaro
(19 aprile 2021) E’ un’infamia tutta italiana il fatto che uno tra i pochi superstiti di Auschwitz, la senatrice Liliana Segre, sia costretta a vivere scortata dalla polizia, avendo ricevuto numerose minacce di morte. Giovedì il Parlamento ha eletto Segre alla presidenza della Commissione per il contrasto del razzismo, dell’antisemitismo e dell’ istigazione all’odio e alla violenza. E dunque all’infamia si aggiunge il paradosso: lei che a 91 anni vive sotto protezione dovrà proteggere noi dall’intolleranza dilagante.
Come sia possibile che la pandemia degli insulti e delle minacce abbia preso il sopravvento sul web e di riflesso nelle cronache della nostra quotidianità è una domanda che attende risposte. E ben venga chi le cerca.
Lo psichiatra Vittorio Lingiardi segue il fenomeno da tempo e osserva che “l’odiatore non è più l’anonimo leone da tastiera, quello che lancia il sasso di un tweet e poi nasconde la mano. Oggi vuole farsi riconoscere! Ha il petto in fuori e rivendica la ribalta. Non si sente più solo, ma legittimato. Si tratta di un cambiamento radicale e preoccupante”. Lingiardi ha appena pubblicato per Einaudi un saggio intitolato “Arcipelago N”, dove N sta per narcisismo. Nel libro si descrivono persone braccate da varie fiere – l’insicurezza, la paura, l’invidia, la rabbia, la vergogna – che vivono in un clima di costante confronto con gli altri. Alcune si sentono irrimediabilmente inferiori, altre sprezzantemente superiori. Sono saziate dalla prepotenza, afflitte dalla depressione, tormentate dall’insoddisfazione, abitate dal vuoto. Andrebbero disarmate, compito che non si può lasciare alla senatrice Segre.