Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

L’ARGENTINA RITORNA
A UN “QUASI PRE-COVID”

L’Argentina imprime un deciso colpo di acceleratore alla sua corsa verso la normalizzazione revocando quasi tutte le restrizioni sanitarie imposte dalla pandemia di Covid-19 che fino ad oggi nel paese sudamericano ha provocato 114.579 decessi su più di 5,2 milioni di contagi. Fatto sta che di fronte al calo della malattia, che negli ultimi 28 giorni ha comunque fatto registrare 101mila contagi e 3.909 vittime (per dare un metro di paragone nello stesso arco di tempo in Italia si sono contati 149mila casi e 1.559 letalità) il governo ha deciso di ridurre al minimo le misure di contenimento, a cominciare dall’uso delle mascherine che non saranno più necessarie all'aperto.

STADI AL 50%. “Se il numero delle infezioni da coronavirus continuerà a calare in questo modo, potremo dire che stiamo vivendo la fine della pandemia”, ha affermato il capo del gabinetto presidenziale Juan Manzur annunciando la decisione di riempire gli stadi fino al 50% della loro capienza a partire dal prossimo mese (giusto in tempo per l’attesissimo Boca-River Plate).

ASSEMBRAMENTI ILLIMITATI. Da ora in poi saranno inoltre consentiti assembramenti sociali illimitati pur nel rispetto delle misure di prevenzione, mascherina (al chiuso), distanza e ventilazione mentre la “capacità del 100%” è di nuovo permessa in tutte le attività economiche, industriali, commerciali, di servizio, religiose, culturali, sportive (palestre e luoghi di allenamento), ricreative e sociali in luoghi chiusi, mantenendo anche qui le sopracitate misure di prevenzione.

VIAGGI AUTORIZZATI. Sono inoltre nuovamente autorizzati i viaggi di pensionati, laureati e studenti, nonché l'apertura di locali notturni con capienza del 50%, ma solo per coloro che presenteranno un certificato che attesti la vaccinazione completa. Allo stesso modo, ai vaccinati è da ora in poi permesso di partecipare a feste da ballo e feste varie.

FRONTIERE APERTE. Importanti novità anche per chi viaggia. Dal 24 settembre sarà infatti eliminato l'isolamento per argentini, residenti e stranieri che giungono in Argentina per lavoro. Verranno inoltre riaperte le frontiere terrestri. Tra il 1 ottobre e il 1 novembre la quota progressiva di ingresso nel Paese sarà aumentata in tutti i corridoi sicuri, aeroporti, porti e terraferma. A partire dal 1 novembre sarà autorizzato l'ingresso di tutti gli stranieri in possesso della certificazione vaccinale completa.

CAUTO OTTIMISMO. Tali aperture sono state accolte con cauto ottimismo dai medici in prima linea. "Siamo a buon punto: nell'ospedale dove lavoro non ricoveriamo un solo paziente Covid in terapia intensiva da tre settimane, ma non oserei dire che la pandemia è finita”, ha detto il medico di terapia intensiva Arnaldo Dubin, ricercatore e professore all'Università di La Plata.È comunque un dato di fatto che, dopo un'ondata devastante di casi di Covid all'inizio di quest'anno, i numeri in Argentina siano diminuiti rapidamente - da un massimo di oltre 41mila nuovi casi giornalieri il 27 maggio a soli 622 di domenica, suscitando speranze che la variante Delta possa aver abbandonato l'Argentina. “Nonostante le prove della circolazione della variante Delta, sono passati 20 giorni dall'ultima volta che abbiamo intubato qualcuno nel nostro ospedale”, ha detto Vanina Edul, un medico di terapia intensiva presso l'ospedale Fernández della città di Buenos Aires. “Potremmo essere fortunati e il dominio della variante Manaus e l'alto tasso di vaccinazione potrebbero tenere a bada questo ceppo virale”. Finora circa il 43% della popolazione argentina è stata completamente vaccinata. Il tasso di contagio estremamente alto del paese, che riguarda quasi il 12% della popolazione totale, potrebbe aver fornito un'immunità aggiuntiva, secondo alcuni specialisti. (22 SET - deg)

 

 

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