Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

MATTARELLA RICORDA
MARIA GRAZIA CUTULI

“È sempre vivo in noi il ricordo di Maria Grazia Cutuli, vittima vent’anni or sono di un agguato brutale e spietato mentre con altri giornalisti percorreva le strade dell’Afghanistan per raccontare i giorni intensi e drammatici, in cui le milizie guidate dal mullah Omar venivano sconfitte e fuggivano da Kabul.

Una banda di assassini spezzò la vita a lei e ai tre colleghi. Era una giovane donna coraggiosa, una giornalista di valore, con grande passione civile e carica umana. Lo testimoniano i suoi numerosi articoli dai luoghi delle guerre e delle grandi crisi umanitarie. Ne sono prova le stesse corrispondenze dall’Afghanistan per il Corriere della Sera, il suo giornale, fino all’ultima, scritta il giorno prima dell’assassinio, in cui riferì la scoperta di tracce di gas nervino in una base abbandonata da Al Qaeda”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione rilasciata nel ventesimo anniversario dell’omicidio. Il capo dello Stato sottolinea inoltre che “Maria Grazia Cutuli aveva attenzione per le parti più deboli della società e il suo sguardo non trascurava mai la condizione femminile. Quando già aveva iniziato l’attività giornalistica, collaborando con quotidiani e periodici, decise di partire come volontaria per il Ruanda con l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani. Anche questo suo patrimonio aveva portato alla sua professione. 

Le recenti, dolorose vicende dell’Afghanistan ci hanno riportato alla mente e nel cuore il sacrificio di Maria Grazia Cutuli, il suo senso di giustizia, il suo credo nella libertà e nell’indipendenza dell’informazione. Il nostro Paese ha dato tanto per aiutare la crescita e per stabilizzare l’Afghanistan: quanto è stato fatto e testimoniato non andrà perso ma resterà come punto di ripartenza per un impegno di civiltà.

Maria Grazia Cutuli è un simbolo del giornalismo, in una stagione in cui tanti cronisti sono minacciati e la libertà stessa deve affrontare vecchie e nuove barriere. Senza un giornalismo libero, capace di osservare e narrare la realtà in cambiamento, senza un giornalismo che cerchi le verità senza pregiudizi, dando voce in questo modo al pluralismo vitale nelle società, saremmo tutti più poveri e meno liberi”.

FICO. “Il 19 novembre di venti anni fa veniva uccisa in Afghanistan Maria Grazia Cutuli, giovane inviata del Corriere della Sera rimasta vittima di un commando terrorista insieme ad altri tre colleghi”. Così il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico. “La sua morte ha lasciato un vuoto profondo in chiunque ne abbia conosciuto lo spirito libero, la voce intelligente e coraggiosa, la tenacia e soprattutto la passione professionale, sempre e solo al servizio della verità, per quanto scomoda e rischiosa essa potesse essere. A testimoniare ancora oggi la forza del suo messaggio ci sono una Fondazione istituita in suo nome, premi giornalistici, l’intitolazione di strade e scuole, segni tangibili di un riconoscimento all’impegno di una professionista dell’informazione, ma anche al suo esempio di determinazione e generosità che, ancora oggi, è fonte di ispirazione. Lo è, sicuramente, per il direttore della scuola di Jebrael, un villaggio vicino ad Herat, in Afghanistan, che con grande coraggio difende l’istituto a lei intitolato e divenuto oggetto, in questo periodo, di pesanti minacce e pressioni da parte dei talebani. Ma lo è anche per tutti i giornalisti che, con il loro bagaglio di ideali e con coraggio, operano negli scenari più rischiosi e difficili del pianeta con lo scopo di garantire una narrazione autentica e rigorosa della realtà, a costo di essere bersaglio di censura, aggressioni, carcere e addirittura di morte. Nei confronti di Maria Grazia Cutuli abbiamo un dovere di riconoscenza che possiamo onorare solo impegnandoci nel difendere una piena libertà di espressione e di stampa, nel garantire sicurezza ai giornalisti ovunque si trovino e nel promuovere un’informazione responsabile che possa essere strumento di verità, di conoscenza, di giustizia, di vera democrazia”.

(19 NOV - red)

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