ROMA, LO SCHIACCIANOCI DAL 23 DICEMBRE AL TEATRO ATLANTICO LIVE
Dal 23 dicembre al 6 gennaio va in scena al Teatro Atlantico Live Roma (EUR) Lo Schiaccianoci (The Nutcracker), musica di P.I. Tchiajkovskij con la regia e coreografie di Luciano Cannito. Per l’occasione il teatro sarà trasformato in un magico villaggio di Natale innevato e illuminato da splendenti luminarie. Si tratta di una grande produzione basata sulla versione originale di Petipa del celebre balletto di repertorio classico, nella nuova produzione di Fabrizio di Fiore Entertainment per Roma City Ballet Company, può vantare fino ad oggi quasi tutti sold out nei teatri dove è stato rappresentato (Teatro Massimo di Palermo, Teatro San Carlo di Napoli, Auditorium della Conciliazione, Roma). “Lo Schiaccianoci” fu rappresentato la prima volta al Teatro Marijnskij di San Pietroburgo il 5 dicembre 1892. Il soggetto si basa sulla famosissima favola “Lo Schiaccianoci e il Re dei Topi” di Eta Hoffmann, sogno-incubo della piccola Clara nella notte di Natale. Nella versione coreografica di Luciano Cannito ruolo determinante lo ha il misterioso Drosselmeyer, qui interpretato dal grande danzatore caratterista Manuel Paruccini, figura fantastica che riconosce in Clara la purezza infantile e decide di regalarle nella notte di Natale un sogno meraviglioso nel mondo delle favole, guidata dal Principe Schiaccianoci e dalla Fata Confetto, in un regno fatato di giocattoli che diventano figure animate, principi e principesse e che ne fanno il titolo di balletto del repertorio classico più rappresentato al mondo. “Il segno che vorrei sottolineare” - dichiara Luciano Cannito -“è la lettura più onirica che ho preferito dare a questa mia edizione. La figura di Drosselmeyer infatti, di solito alquanto nebulosa e in qualche modo inquietante, è qui rappresentata come un elegante personaggio dalle magiche proprietà; una specie di angelo custode di holliwoodiana memoria, per intenderci. Tutta la storia del balletto si muoverà intorno a un atto di generosità e purezza infantile che la piccola Clara avrà nei confronti di un vecchio mendicante infreddolito, ignorato da tutti durante la notte di Natale, al quale vorrà donare un piccolo dono di Natale. Per sdebitarsi il mendicante, che in realtà è l’elegantissimo e magico Drosselmeyer, regalerà a Clara una notte in cui poter vivere come reali i propri sogni”.
ROMA CITY BALLET COMPANY Roma City Ballet Company è una delle più recenti formazioni italiane, composta esclusivamente da artisti selezionati con audizioni internazionali, oggi considerata una delle compagnie classiche italiane di eccellenza e di maggior livello tecnico del panorama nazionale. La compagnia è diretta da Luciano Cannito, regista e coreografo, considerato uno dei nomi più prestigiosi della coreografia italiana. Schiaccianoci di Cannito/Tciajkovskj è un balletto creato per il Teatro Massimo di Palermo e poi ripreso al Teatro San Carlo di Napoli e la sua partitura è una delle più belle musiche per balletto mai scritte. Per questa nuova edizione espressamente prodotta da Fabrizio Di Fiore Entertainment per Roma City Ballet Company, i costumi sono stati creati da Giusi Giustino e le scene da Italo Grassi, entrambi artisti i cui lavori sono rappresentati nei maggiori teatri del mondo. Accanto al Corpo di Ballo e ai danzatori solisti di Roma City Ballet Company, il pubblico potrà applaudire due coppie di primi ballerini ospiti nei ruoli del Principe Schiaccianoci e della Fata Confetto. Si alterneranno nelle recite i PrincipalDancers del Teatro dell’Opera di Berlino Xenia Ovsianicke DinuTamazlacaru, e Rachele Pizzillo, giovanissima danzatrice italiana, futura stella della danza internazionale, appena nominata prima ballerina al Birmingham Royal Ballet, e Javier Rojas, reduce del successo come vincitore di “Amici di Maria De Filippi” nella categoria ballo dell’edizione 2019, anche lui al Birmingham Royal Ballet. Non sarà solo uno spettacolo, ma un’esperienza nuova e diversa di andare a teatro. Appuntamento dal 23 dicembre al 6 gennaio al Teatro Atlantico Live d Roma, Viale Oceano Atlantico, 271 (eur fermi). (red)
NUOVA PRODUZIONE COMPAGNIA DELLA RANCIA: "UNA VOLTA NELLA VITA" (ONCE) CON LUCA GAUDIANO E JESSICA LORUSSO
Una volta nella vita (Once) è molto più di una storia d’amore tra un Ragazzo e una Ragazza: è il racconto di vite vissute in un vortice continuo, tra sogni, speranze e vita reale, è un’emozionante storia di coraggio e perseveranza attraverso il linguaggio universale della musica. Tratto dall’omonimo film irlandese del 2006 scritto e diretto da John Carney, vincitore del Premio Oscar per la Miglior Canzone con Falling Slowly, Once diventa uno spettacolo musicale nel 2011 con il libretto di Enda Walsh, ottenendo fin da subito un grande successo - anche grazie alla straordinaria colonna sonora scritta da Glen Hansard e Markéta Irglová – e vincendo 8 Tony Award, 2 Olivier Award e un Grammy Award. In scena, un eccezionale gruppo di 11 artisti che suonano una moltitudine di strumenti, oltre a cantare, recitare e danzare. L’elemento che rende unico Una volta nella vita costituisce anche la sua sfida più grande: far suonare l’intera partitura dei brani per mano degli stessi artisti. Una volta nella vita racconta la storia di un musicista di strada di Dublino, sul punto di rinunciare ai propri sogni, e di una giovane donna colpita dalle sue struggenti canzoni d'amore; la storia di un Ragazzo che ha rinunciato all'amore e alla musica e della Ragazza che lo ha ispirato per sognare di nuovo è un vero e proprio inno alla vita, all’amore, alla musica. Nel ruolo di “Ragazzo” - che con la sua voce graffiante e profonda e la sua chitarra canta di un amore perduto – c’è Luca Gaudiano, vincitore nel 2021, dopo un folgorante percorso ad Amasanremo, delle Nuove Proposte del Festival di Sanremo, con il brano “Polvere da sparo”. Attrice, cantautrice, danzatrice, Jessica Lorusso è “Ragazza”, un personaggio fortemente positivo, una giovane donna tenace, profonda, leale e onestamente amorevole. A sette anni inizia a suonare il pianoforte e poco dopo a cantare. Studia canto moderno presso il CPM Music Institute e, dopo la laurea in lingue straniere, si diploma alla Scuola Del Musical di Milano. Nel 2015 debutta con il musical “Sister Act” per la regia di Saverio Marconi. Segue Eros Ramazzotti nel suo tour mondiale 2016-2017 come vocalist. Dopo l’esperienza di “Life is Musical” per Stage Entertainment, partecipa a The Voice of Italy 2019. A ottobre 2019 prende parte a “Italy Bares - La prima volta” e, nella stagione teatrale 2019-2020 è la Volpe in “Pinocchio Reloaded” per la regia di Maurizio Colombi. Per il regista Mauro Simone, Una volta nella vita è un racconto indimenticabile sull’inseguire i propri sogni, sul rifiuto di vivere nella paura e sul potere che la musica ha di connetterci tutti. È uno spettacolo “dolorosamente bello e gioiosamente edificante”, sull’amare incondizionatamente, senza aspettarsi nulla in cambio. Un estratto dello spettacolo è stato presentato nel settembre 2019 in forma privata come risultato di un laboratorio, con un allestimento studiato appositamente per lo spazio dell’Auditorium delle Libere Stelle della Scuola Civica di Musica “Antonia Pozzi” di Corsico (MI). Il workshop ha permesso di valorizzare i singoli talenti e la forza del gruppo sin dalla fase creativa. Fermato dall’emergenza sanitaria, lo spettacolo debutterà nella primavera 2022, confermando tutto il cast del workshop. Come tradizione di Compagnia della Rancia, la residenza di allestimento e le anteprime nazionali si terranno al Teatro Vaccaj di Tolentino, sede storica della Compagnia, dal 6 all’8 maggio 2022, nell’ottica di una sempre più stretta sinergia con il territorio marchigiano, delle aziende locali, dell’indotto generato, per poi proseguire nell’estate 2022 e nella stagione invernale 2022/2023. (PO / red)
“QUESTA STRANA VOGLIA DI VIVERE” AL TEATRO DE’ SERVI DI ROMA
Debutta in prima assoluta, illuminando per le feste il palcoscenico del Teatro de’ Servi di Roma (via del Mortaro, 22), dal 26 dicembre al 9 gennaio, “Questa strana voglia di vivere”, spettacolo scritto da Veronica Liberale e diretto da Fabrizio Catarci. Siamo nell’agosto 1962. Maria Cristina e suo fratello Salvatore lasciano il loro paese natale, Castellammare del Golfo nel trapanese diretti in Svizzera per ricongiungersi con il fratello Giuseppe, emigrato a Zurigo da tre anni. Sul treno che da Palermo arriva a Torino, in quegli anni il collegamento più lungo della penisola, i destini dei due fratelli s’intrecciano con quelli di un misterioso scrittore e un’aspirante attrice, protagonista dei famosi caroselli. Su tutti veglia l’occhio vigile del Conduttore, che rappresenta il treno stesso, il treno del Sole, ribattezzato l’Espresso della Speranza, una creatura di ferro acciaio in grado di unificare parti opposte del paese e su i cui sedili e carrozze hanno viaggiato le speranze e i sogni dei nostri migranti. Una storia tenera e divertente, un omaggio all’amore, alla Sicilia e alle nostre illusioni, al nostro passato che poi troppo lontano non è. (red)
“SONORA DESERT” DI MUTA IMAGO AL TEATRO INDIA DI ROMA
Al Teatro India di Roma (Lungotevere Vittorio Gassman, 1) dal 21 al 30 dicembre “ Sonora Desert” di Muta Imago, un dispositivo installativo che indaga il rapporto tra percezione e stati di coscienza, ispirato a un viaggio compiuto nel Deserto di Sonora, uno dei più vasti deserti americani, al confine tra l’Arizona e il Messico. Nato all’interno del progetto produttivo e abitativo di Oceano Indiano, Sonora Desert occuperà le Sale A e B e lo Studio B di India. A partire dalle pagine del diario di viaggio attraverso questo luogo mitico –spazio assoluto, vuoto di cultura e di senso– Sonora Desert si configura come un esercizio sulla distanza e sul desiderio. Uno spettacolo che sperimenta una forma ibrida tra installazione, concerto e performance sonora, in cui non c'è niente da vedere poiché ogni cosa accade nella mente di chi guarda. Attraverso la ricerca sulla natura del tempo e le indagini compiute in America negli anni '60 tra vibrazioni e stati di coscienza, Muta Imago crea un ambiente di vibrazioni sonore, luminose e cromatiche, in dialogo con le musiche appositamente composte da Alvin Curran, dove entrare in relazione profonda con la realtà di un mondo in cui il tempo e l'io si fondono. La scena scompare, assieme a ogni presenza umana e a ogni possibilità di racconto univoco, e appare un luogo immaginario da fruire tra sonno e veglia, dove sperimentare una dimensione liminale del sé, attraversando spazi e tempi della propria memoria inconscia e archetipica. “Può un progetto artistico aiutarci a sovvertire la nostra percezione quotidiana del tempo? Come creare un’esperienza che possa ricollocarci in relazione all’infinitamente grande e all’infinitamente piccolo, al passato più remoto e a ciò che deve ancora accadere? Cosa significa provocare attraverso un’operazione artistica i limiti della nostra percezione abituale? Sonora Desert è un esperimento nel senso che la sua dimensione e il suo contenuto non sono definitivi, nel senso che assume forma e significati diversi per ognuno. È un esperimento in quanto è sguarnito e vulnerabile”. Regia, luci e scene sono di Claudia Sorace. Testi, ricerche e drammaturgia sonora di Riccardo Fazi, musiche originali di Alvin Curran. Durante lo spettacolo è previsto l’uso di luci stroboscopiche. (red)
IL PARIOLI: INAUGURAZIONE IL 26 DICEMBRE CON MISTERO BUFFO CON MATTHIAS MARTELLI
Il Parioli (Via Giosuè Borsi, 20) torna in scena. Dopo un lungo periodo di chiusura rinasce uno spazio culturale per tutta la città di Roma. La stagione 21/22 sarà inaugurata il 26 dicembre con Mistero Buffo di Dario Fo e Franca Rame, protagonista Matthias Martelli nei panni del giullare moderno dalla mimica camaleontica. Lo spettacolo che sarà in scena fino al 9 gennaio 2022, per tutto il periodo delle feste natalizie, accompagnerà il pubblico nel nuovo anno con una serata speciale per San Silvestro.
Mistero Buffo non è il risultato di una ricerca libresca, astratta, sulla cultura popolare nel Medioevo, ma è innanzitutto la possibilità di ritrovare una nuova visione del mondo: quella della storia fatta dal popolo, vissuta e raccontata dal popolo stesso in opposizione alla storia ufficiale. In questo contesto il giullare era il giornale parlato del popolo. Attraverso la sua voce il popolo parlava in prima persona demistificando il sacro e il potere, utilizzando l’arma del riso e del grottesco. In questo senso Mistero Buffo non è una novità, ma fa parte della cultura europea da secoli, fin dal Medioevo. In esso Dario Fo recupera una delle pochissime tradizioni autentiche del teatro italiano.Il lavoro affonda le sue radici in una forma di teatro che, attraverso la lingua corporale ricostruita col suono, con le onomatopee, con scarti improvvisi di ritmo, con la mimica e la gestualità spiccata dell’attore, passa continuamente dalla narrazione all’interpretazione dei personaggi, trasformandoli all’occorrenza dal servo al padrone, dal povero al ricco, dal santo al furfante, per riprodurre sentimenti, reazioni, relazioni, e tutte quelle altre cose che costituiscono quella rappresentazione sacra e profana chiamata Commedia.Oggi tocca a Matthias Martelli riportare in vita quei personaggi e riconsegnarli, se possibile, all’eternità del teatro. L’attore è solo in scena, senza trucchi, con l’intento di coinvolgere il pubblico nell’azione drammatica, passando in un lampo dal lazzo comico alla poesia, fino alla tragedia umana e sociale. Un linguaggio e un’interpretazione nuova e originale, nel segno della tradizione di un genere usato dai giullari medievali per capovolgere l’ideologia trionfante del tempo dimostrandone l’infondatezza.
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