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Calcio e passione, 40 anni di emozioni per il Real Flamenco 82

Calcio e passione, 40 anni di emozioni per il Real Flamenco 82

Quaranta anni di passione, quaranta anni di calcio. Quel calcio che spesso, lontano dai riflettori accesi dei professionisti, esprime la sua reale essenza: la sfida, l’amicizia, il gioco di squadra, la voglia di superare i propri limiti. Molte di queste caratteristiche si trovano nel Real Flamenco 82 che, come il nome stesso suggerisce, può tagliare l’invidiabile traguardo delle quattro decadi di esistenza.

Le magliette in tintoria

Il comune denominatore di questo tempo passato a calcare i campi di Roma e del Lazio è, appunto, la passione. Spesso capita che sia il caso a decretare l’inizio di una bella storia: dobbiamo tornare al dicembre del 1981 quando, in una tintoria di Torino di proprietà di Monique Haeberli, si trovano, ormai da mesi, due mute intere di una squadra di calcio, che nessuno passa a ritirare. Nel frattempo, a Roma, un gruppetto di ragazzi dai 12 ai 16 anni, tra cui Philippe Haeberli, si ritrova regolarmente per giocare insieme a calcio. E quelle mute farebbero veramente al caso loro…

Sempre il caso vuole che, a due giorni dal limite di tempo massimo, le mute vengano regolarmente ritirate dalla tintoria. Si ricomincia a giocare a calcio, senza magliette, senza una squadra. O forse no, perché il caso delle divise ha fatto inconsciamente nascere qualcosa di nuovo: Claire Landauer, nonna di Philippe, il 13 gennaio del 1982 in un salotto di via Trionfale, decide di creare una piccolissima squadra di calcio. Piccola, sì, ma con un nome che più ambizioso non si può: Real Flamengo, fusione dei due club mondiali più famosi sull’asse Madrid-Rio de Janeiro. Le prime maglie vengono acquistate negli storici magazzini MAS di via dello Statuto, i colori scelti sono il giallo oro e il blu notte. Eloquente è anche il simbolo scelto: una tigre. Dopo qualche giorno, viene depositato il nome in federazione, Unione Sportiva Calcio 82 Real Flamenco (per evitare omonimie con altre società). Da qui cominciano i 40 anni di avventura sportiva della società, all’insegna del motto: “Si sta tutti insieme, ci si diverte e si gioca tutti”.

Le parole di Philippe

“Li ho vissuti tutti questi 40 anni e questo anniversario è emozionante – confessa oggi Philippe, allenatore e vicepresidente della squadra – ho ricevuto messaggi dai ragazzi che giocano con noi ma anche dagli ex giocatori, di chi ha creato questa cosa con me tanti anni fa. È commovente, è bello ricordare il giorno in cui è nata questa squadra. Essere arrivati dove siamo oggi, con una società molto ben attrezzata è una soddisfazione enorme. Se pensiamo che abbiamo cominciato solo perché avevamo trovato le magliette in tintoria…”. Oggi la Real Flamenco 82 gioca la Terza Categoria su un campo di via Cassia: conduce un campionato d’alta classifica (attualmente è terza), punta a vincere la categoria o comunque ad affrontare, il prossimo anno, la Seconda Categoria da protagonista. “Negli anni ovviamente siamo cambiati, negli anni Novanta abbiamo deciso, insieme a mia nonna, di fare un salto di qualità anche tecnico. E da lì siamo cresciuti, fino ad arrivare a oggi: cominciammo con lei che ci accompagnava in macchina a giocare al Ciak al Don Orione e ora abbiamo un'organizzazione che nella nostra categoria è rara, sia come staff sia come attrezzature”.

Lo spirito non cambia

Le cronache calcistiche dunque parlano di successi, delusioni, grandi battaglie. Insomma, tutto ciò che è giusto aspettarsi quando si calca un campo di pallone. Lo spirito? In 40 anni, assicura Philippe, non è mai cambiato: impegno, voglia di divertirsi e passione. Non è forse la ricetta per un’eterna giovinezza, nella vita e nel calcio?

(13 gen - Mar)

 

(© 9Colonne - citare la fonte)