di Paolo Pagliaro
Durante il primo anno di pandemia le imprese hanno preso in prestito dalle banche 82 miliardi ma ne hanno versati sui loro conti correnti 86. Gli analisti della Banca d’Italia, in una delle note dedicate all’emergenza Covid, parlano di “inusuale andamento congiunto” di due fenomeni che solitamente non vanno di pari passo.
L’elenco degli interventi pubblici a sostegno delle imprese si apre nel marzo 2020 con il decreto Cura Italia e prosegue con il Decreto Liquidità, il Decreto Rilancio, il Decreto Agosto, i decreti Ristori, Ristori Bis, Ristori ter, Ristori Quater. Contengono misure sulla moratoria dei debiti, cassa integrazione, sospensione delle imposte, contributi a fondo perduto, condivisione dei costi fissi.
Che i prestiti ottenuti con garanzia dello Stato siano finiti in banca, potrebbe essere il segnale che le imprese hanno dovuto o voluto rinviare le spese di investimento, o i pagamenti. E dunque non è una buona notizia. Diventerebbe pessima se, come si legge oggi, il mancato rimborso dei presti concessi con garanzia pubblica finirà per costare allo Stato oltre 10 miliardi.
Al 31 dicembre ammontavano infatti a 36 miliardi i prestiti sospesi delle imprese che – cessata la moratoria - non hanno ripreso a pagare, con la garanzia pubblica che parte dal 33% ma può arrivare all'80%. Quando le banche chiederanno di rientrare, dovrà pagare l’unico solvibile e cioè il Ministero dell’Economia. (14 gennaio 2022)