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Da Treviso in Uk, il prof. di Huddersfield che studia i narcos brasiliani

Da Treviso in Uk, il prof. di Huddersfield che studia i narcos brasiliani

È italiana una delle voci più autorevoli della criminologia internazionale, soprattutto per quanto riguarda lo studio del narcotraffico brasiliano, elemento ricorrente nelle sue lezioni all’Università di Huddersfield. Si tratta del 32enne Andrea Varsori, originario di Treviso, cresciuto alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna, con magistrale svolta a Forlì, prima di raggiungere il Regno Unito, più precisamente il Dipartimento di Studi sulla Guerra del King’s College of London, dove ha svolto il dottorato facendo il punto sulla guerra tra le gang brasiliane dedite al narcotraffico. Per due volte ha sorvolato l’oceano Atlantico per raggiungere Rio De Janeiro e studiare la malavita organizzata da vicino. “Ciò che mi ha spinto a realizzare questo studio è stato il desiderio di comprendere perché le gang di narcos brasiliani siano così longeve: parliamo di oltre quarant’anni di gestione del territorio e del traffico di stupefacenti” racconta Varsori a 9Colonne. “Il Brasile è una realtà affascinante, con una storia complessa e con evidenti diseguaglianze sociali. Nella narrazione occidentale, il narcotraffico è associato solo ai cartelli messicani e colombiani, ma il vero snodo della cocaina verso l’Europa sono proprio i porti brasiliani. Sottovalutare in questo senso il Brasile è rischio e un errore; un errore certamente non commesso dalle mafie italiane che dagli anni Ottanta a oggi hanno tessuto contatti tra Rio e San Paolo”.

Lo studio del professor Varsori, recentemente assunto a tempo indeterminato nel dipartimento di criminologia dell’Università di Huddersfield, ha fatto emergere spunti particolarmente interessanti, come lo stesso spiega a 9Colonne: “Le gang sono longeve perché sono presenti sia dentro che fuori le prigioni, non hanno problemi a corrompere le forze dell’ordine le quali, per contrastarle, imprigionano o uccidono. Per le gang, però, questo non è un problema, perché hanno una capacità di reclutamento spaventosa, a partire da ragazzini poco più che adolescenti. I miei prossimi studi riguarderanno l’utilizzo dei social network, in particolar modo di Twitter, da parte delle gang brasiliane, e l’evoluzione delle mafie locali e di come si arricchiscono attraverso una pratica che ben conosciamo anche in Italia, il pizzo”. Tra la vita a Leeds, le lezioni nelle aule di Huddersfield e l’organizzazione del prossimo viaggio in Brasile, Andrea Varsori ha anche il tempo per pensare a progetti di carattere editoriale: “Mi piacerebbe scrivere un libro in cui proporre una diversa narrazione delle favelas, perché ci sono davvero tante storie legate ad esse di cui nessuno sa. Sono posti vivacissimi, allegri e pericolosi allo stesso tempo. Durante una delle mie ricerche, ho visitato una favela di Rio con una signora di sessant’anni, un’amica di amici. Ebbene, mi ha mostrato un luogo vitale e pulsante, dove è normale mangiare una pizza all’una di notte con degli sconosciuti e veder sfrecciare un motorino con a bordo due ragazzi, uno dei quali imbraccia un fucile d’assalto”. (Feb – 4 feb)

(© 9Colonne - citare la fonte)