"Miss mia cara Miss..." cantava il mitico Totò nel vecchio film di Camillo Mastrocinque. Per Enzo Mirigliani però le miss erano molto più che care: erano state il lavoro della sua vita, avevano rappresentato successo e popolarità. Erano il suo mondo. Di miss, Mirigliani, ne ha elette 50: tanti, infatti, sono gli anni che l'hanno visto alla guida della manifestazione. Una kermesse tanto amata quanto criticata. Ecco perché oggi è l'intero mondo dello spettacolo, della moda e della televisione accoglie con dolore la notizia della scomparsa dello storico organizzatore del concorso di bellezza, del "piccolo calabrese grande gentiluomo". Enzo Mirigliani è morto, infatti, al Policlinico Gemelli di Roma dove era ricoverato da qualche giorno. Al momento della morte erano presenti la moglie Rosy, le figlie Rosaria e Patrizia e il nipote Nicola. Proprio Patrizia ha affiancato Mirigliani nella sua attività per poi sostituirlo, dieci anni fa. Di candidate, si calcola, Mirigliani, ne ha selezionate almeno un milione: tutte ragazze "della porta accanto", slogan tutto suo. Dattilografe, commesse, impiegate, studentesse: a centinaia di giovani donne, ha regalato sogni e non solo illusioni. Talent scout, custode del mito della bellezza italiana, osannato dalle sue miss come un divo, conosciuto da tutti per il carisma e la genuinità, il "patron" per antonomasia di "Miss Italia" era nato il 22 aprile 1917 a Santa Caterina sullo Jonio, in provincia di Catanzaro. Ha iniziato ad occuparsi di concorsi di bellezza dal 1953. Quattro anni dopo, a Trento, è entrato a far parte di Miss Italia, diventandone il responsabile nel 1959, prendendo l'eredità dal creatore del Concorso Dino Villani. In ricordo del padre, emigrato negli Usa, ha ideato nel '91 "Miss Italia nel Mondo" per le ragazze di origini italiane residenti all'estero. Le finali dei suoi due concorsi vengono, infatti, trasmesse in tv in tutti i continenti. Mirigliani, 94 anni, se né è andato proprio nel mese di "Miss Italia": la nuova miss, la diciottenne calabrese Stefania Bivone, è stata infatti eletta solo pochi giorni fa, lo scorso lunedì. "Mirigliani è stato un uomo straordinario, che è riuscito con il suo intuito e la sua caparbietà a realizzare qualcosa di unico. Il mondo dello spettacolo e dei concorsi di bellezza perde un protagonista di primo piano" è il commento di Milly Carlucci, che ha condotto diverse edizioni della manifestazione. Dal concorso di "Miss Italia" sono emersi personaggi come Sofia Loren, Lucia Bosé, Silvana Pampanini, Gina Lollobrigida, Silvana Mangano, Eleonora Rossi Drago, Gianna Maria Canale, Fulvia Franco, Giovanna Ralli. Tra i presentatori di Miss Italia, ricordiamo anche Pippo Baudo, Fabrizio Frizzi, Carlo Conti. Tra le ragazze che hanno partecipato a Miss Italia sotto la sua gestione alcune sono diventate attrici, conduttrici televisive, show girl, modelle: Maria Grazia Cucinotta, Roberta Capua, Simona Ventura, Alba Parietti, Claudia Pandolfi, Romina Mondello, Anna Falchi, Martina Colombari, Anna Valle, Denny Mendez, Christiane Filangieri, Rossella Brescia, Chiara Edelfa Masciotta, Claudia Andreatti, Cristina Chiabotto e molte, molte altre. Enzo Mirigliani, terzo di sei fratelli, era nato a Santa Caterina sullo Jonio (Catanzaro) e, poco più che diciassettenne, si era arruolato volontario nell'Esercito dove rimase fino al 1952. Ha combattuto anche in Africa dove, a El Alamein, ha partecipato alle vicende che videro protagonista il generale Rommel. Sposato da 64 anni con Rosy Ragno, conosciuta a Trento, dove si trovava la sua caserma, ha avuto due figlie, Rosaria e Patrizia. La prima reginetta di Mirigliani, eletta a Ischia, è stata Marisa Jossa, napoletana, mamma di Roberta Capua, Miss Italia 27 anni dopo, nel 1986. Nel 1990, su suggerimento di Maurizio Costanzo, ha abolito le canoniche misure delle miss (90-60-90) e, quattro anni dopo, ha aperto il concorso alle donne sposate e alle mamme, oltre che a quelle straniere con cittadinanza italiana. Scalpore ha fatto nel 1996 l'elezione di Denny Mendez, unica miss di colore. Considerato sin dagli anni ‘50 un trampolino di lancio per il mondo del cinema, e più tardi della televisione, contestato negli anni ‘70 da frange di sinistra e dalle femministe, boom televisivo dall'88 in poi con Raiuno, al di là di elogi e critiche, il concorso rappresenta l'immagine del costume dell'Italia del dopoguerra: la storia di Enzo e quasi tutta la sua vita sono stati scanditi dall'amore per questa manifestazione. (PO / Gil - 26 set)
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