Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Minori, Giannone (Fi): fattori economici e di genere dietro bimbi strappati a madri

Roma, 15 mar - Per spiegare i casi di allontanamento dei minori dalle famiglie, in particolare dalle madri, "i fattori sono vari. A mio avviso la prima motivazione è legata all'ambito economico: dove esistono delle spese dovute alla gestione dei servizi si tende, come avvenuto e forse ancora avviene per l'ambito immigrazione, a non mantenere più l'obiettivo della tutela del minore, bensì a valutare quanto 'costa' quel minore, quanto vale economicamente". Così a 9colonne la deputata di Forza Italia Veronica Giannone, a margine di una conferenza stampa alla Camera dal titolo “Bambini strappati alle madri. Quando la prassi dei tribunali diventa uno strumento punitivo per quei minori che la legge dovrebbe tutelare”. Giannone, componente della commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza e della commissione di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori, ricorda tutte le componenti che portano a una lievitazione dei costi: "Una media nazionale di 2.700 euro al mese per ogni casa famiglia, i costi dei legali, del tutore legale e del curatore speciale, degli educatori, del servizio sociale prima prettamente appannaggio dell'amministrazione comunale e che ora spesso viene esternalizzato a cooperative, della Ctu, ovvero il tecnico consulente nominato dal giudice. I costi sono veramente eccessivi e questo, dispiace dirlo, è un primo fattore. Non voglio accusare nessuno personalmente ma credo che bisognerebbe fare un'inchiesta, non fatta però soltanto da noi parlamentari ma proprio dalle procure". "Un altro fattore che emerge dallo studio dei documenti - continua la parlamentare - riguarda invece una distinzione di genere: nel tempo è venuto fuori che l'uomo dovesse alla donna dei soldi mensili per pagare il mantenimento dei figli, questo perché per le donne esiste ancora un gap enorme a livello di lavoro e di carriera rispetto agli uomini. Alcuni uomini non vogliono pagare gli alimenti, arrivando addirittura a creare dei gruppi di mantenimento diretto. Non nego che ci siano state donne che possano essersene approfittate, ma da qui a togliere i soldi del mantenimento per il proprio figlio, portando a un annullamento della figura materna come tale, è una vergogna". Giannone fa poi il punto a livello legislativo: "La riforma del processo civile ad oggi ha portato dei cambiamenti per quanto riguarda alcuni aspetti - sottolinea la deputata azzurra - il primo è l'ascolto del minore, che dovrà avvenire sempre, anche se non direttamente da parte del giudice e questo è un aspetto che vorremmo modificare. Poi ci sono altri aspetti da modificare, ad esempio l'articolo 403 del Codice civile permette l'allontanamento del minore anche soltanto sulla base della valutazione del servizio sociale. Questo è un potere troppo grande, ci vogliono delle competenze e soprattutto la possibilità di un contraddittorio che fino ad oggi non c'è mai stato: nella riforma il contraddittorio delle parti per fortuna è stato inserito anche su questi temi. Va cambiato però molto di più: con dei disegni di legge vogliamo intervenire su alcuni aspetti, per esempio sul riconoscimento postumo del proprio figlio da parte del padre, su cui ci sono dei problemi. Noi speriamo che si vada avanti con il lavoro in Commissione giustizia perché quei testi sono fermi da mesi e questo non è accettabile. Si tratta di un'emergenza: bisogna puntare su ascolto del minore, ma anche intervenire su quella che è stata definita una vera e propria 'sottrazione', con i bambini trattati come se fossero criminali - afferma Giannone - È una cosa che va cambiata, non bastano le linee guida dei vari ministeri: dobbiamo legiferare, mettere delle regole precise per non provocare traumi. Ci sono casi in cui il minore viene allontanato da una famiglia pericolosa, e lì il bene del bambino è essere allontanato da una situazione del genere ma in tutti gli altri casi non sussistono i motivi. Il servizio sociale - conclude la parlamentare - deve lavorare con le persone e per le persone, non all'interno del tribunale, altrimenti non ne verremo mai fuori". (PO / Roc) ////

(© 9Colonne - citare la fonte)