Roma, 18 mar - "Molti lavorano perché si torni indietro, perché non si percorra la strada della transizione verde. Ma l'unica possibilità per un Paese come il nostro è solo quella di raggiungere un'autosufficienza energetica investendo sempre di più e massicciamente nelle rinnovabili". Così a 9colonne Loredana De Petris, capogruppo Misto-Leu in Senato, figura di spicco dell'ambientalismo italiano. "Insieme a questo bisogna investire nella tecnologia, noi abbiamo bisogno di sistemi di accumulo: questo è il momento di fare lo sforzo massimo" aggiunge De Petris, ricordando che "sono depositate domande per impianti che equivalgono a 150 gigawatt, ne possiamo autorizzare subito rapidamente 60-70. Si illude chi crede di risolvere il problema riprendendo le esplorazioni, anche se tirassimo fuori tutto il gas che c'è nel nostro Paese potrebbe bastare per un anno, non di più - sottolinea la senatrice - Per non parlare poi dell'ipotesi di riapertura delle centrali a carbone, peraltro mai chiuse, sulle quali era iniziato un processo di riconversione. Si tratta poi - avverte la parlamentare - di un carbone che prendiamo sempre dall'estero, la maggior parte dalla Russia, in quanto il Sulcis ne produce pochissimo: fanno finta di non capire che il carbone non è nostro...". "L'altro elemento fondamentale, di cui non si parla mai - rileva De Petris -è il risparmio e l'efficienza energetica: per questo motivo bisogna piantarla di mettere i bastoni tra le ruote al Super Ecobonus, si tratta di uno strumento che aiuta non solo l'edilizia ma anche a efficientare i nostri edifici. E ancor di più bisogna investire veramente in un sistema di risparmio, bisogna aiutare le imprese a fare un salto tecnologico e ad avere un fondo di garanzia che consenta loro di accelerare sull'efficienza e sulle rinnovabili". Il nucleare? "Tempo perso, anche se fossimo tutti d'accordo forse tra venti anni vedremo la prima centrale - afferma De Petris - Anche sulle nuove tecnologie ci sono molte chiacchiere, magari qualcuno ci guadagna ma non il Paese. Il nucleare è essenzialmente legato alla difesa, la Francia ce l'ha soprattutto per questo motivo, ma è molto costoso oltre che pericoloso. Non a caso non ci sono centrali nucleari gestiti da privati. La Francia non può pensare che gli altri paesi vadano su questa strada e non certamente l'Italia". La parlamentare ecologista ricorda che "ci sono stati due referendum, poi per noi sarebbe una scelta suicida, perché forse vedremo la prima centrale tra venti anni e nel frattempo continuano a esserci cambiamenti climatici: oltre alla guerra combattuta con le armi c'è anche una guerra che rischia di fare danni alla vita e al pianeta". (PO / Roc) ////
(© 9Colonne - citare la fonte)
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