Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

''Gallipedia''
a tu per tu
con l'infettivologo

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

''Gallipedia'' <br> a tu per tu <br> con l'infettivologo

“GALLIPEDIA”, L’INFETTIVOLOGO GALLI SI RACCONTA

“Gallipedia. Voglio dire…” (Vallecchi, 256 pagine) è il più lungo racconto che Massimo Galli abbia mai fatto di sé, con la collaborazione della giornalista scientifica Lorella Bertoglio. Durante la pandemia è stato scelto da molti come punto di riferimento per la coerenza e la credibilità dimostrata nello ‘spiegare’ i comportamenti del virus. Senza ipocrisie o compiacenze, ma anche ricordando come, di fronte a una malattia nuova, non esistano verità assolute e la scienza debba procedere con cautela. C’è chi lo ha accusato di essere catastrofista, ma è solo stato coerente anche a rischio di risultare antipatico e ciò che ha detto è sempre stato basato su dati e fatti. Questo non è il libro sulla pandemia, che scriverà forse un giorno, ma un viaggio nelle esperienze di un uomo rigoroso e con un grande senso del dovere, alla ricerca della persona nascosta dietro al medico e allo scienziato. Un uomo che sa essere ironico, se decide di esserlo, ma di cui è molto difficile infrangere la riservatezza. Ha accettato la sfida editoriale per raccontare le malattie infettive che ha combattuto, curato e studiato, nella speranza di offrire informazioni utili a chi vorrà leggere. Pagando il prezzo di svelarsi un po’, senza sottrarsi a domande che i media hanno tentato più volte di proporgli, con scarso successo. Non proprio a tutte… in ogni caso. Ne è risultato il racconto di una vita piena di storie, curiosità e interessi, anche ben al di là del suo essere infettivologo. “Spiegare le malattie infettive è stato il lavoro della mia vita. Se una malattia infettiva fosse una danza, sarebbe una quadriglia, a cui partecipano il microrganismo responsabile, la genetica e la storia personale e clinica di ogni individuo – il come sei fatto e il come sei diventato – e le terapie, se ce ne sono. Ogni persona è una storia a sé, non tutti ‘balliamo’ allo stesso modo”.

GALLI. Massimo Galli, laureato con lode in Medicina e Chirurgia nel 1976 presso L’Università Statale di Milano, che lo chiama come Professore Ordinario di Malattie Infettive nel 2000. Dal 1978 all’Ospedale Luigi Sacco, di cui ha diretto il reparto universitario di Malattie Infettive dal 2008 al 2021. Autore di oltre 600 pubblicazioni scientifiche, è stato Presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali dal 2017 al 2019. In prima linea durante la pandemia, continua a combattere le malattie infettive, a fare ricerca e a curare.

 

BERTOGLIO. Lorella Bertoglio, Nata a Lugano, si è perfezionata in lingue straniere e comunicazione a Londra. Da molti anni lavora in televisione curando programmi di salute. È proboviro di UNAMSI, l’Unione Italiana dei giornalisti Medico Scientifici. Negli anni ha intervistato i grandi specialisti della medicina, italiani e stranieri. Gallipedia è il suo primo “bambino di carta”.

 

POESIA, L’IRA NOTTURNA DI PENELOPE” DI ANTONELLA SICA

“L’ira notturna di Penelope” di Antonella Sica è un libro di poesie che ha vinto un premio ancora prima di essere pubblicato, giudicato Miglior Silloge al XX Premio di scrittura femminile “Il Paese delle donne”. Pubblicato da Prospero Editore, è stato presentato per la prima volta il 6 aprile al Bistrot Sivori di salita Santa Caterina a Genova, secondo appuntamento della rassegna “Zibaldone Pop” a cura del blog letterario The MeltinPop. A parlarne Antonella Grandicelli e all’incontro, oltre naturalmente all’autrice, è stata presente Donatella Bisutti, che ne ha curato la preziosa prefazione. Proprio Bisutti, notando come la frequente ambientazione in “interni” rimandi a Emily Dickinson per una ricerca raffigurata nella “stanza” così cara a Jane Austen, scrive: “I versi di Antonella Sica si rivelano […] essere soprattutto un’esplorazione in chiave anche mitica e simbolica del Femminile”, e conclude: “Accettazione e silenzio sembrano il punto di arrivo di questa scrittura di esplorazione esistenziale, punto di arrivo insieme della vita e del linguaggio”. Tanta attenzione in poco tempo si è meritato questo nuovo libro, che non è la prima ma la terza silloge di Antonella Sica. Una scrittura diventata nel tempo matura e sicura, in cui l’autrice mette a nudo una passione coltivata nel corso degli anni, mentre era più evidente la sua attività di manager culturale. A Genova, la sua città natale, ha fondato e diretto il Genova Film Festival, manifestazione che per vent’anni ne ha animato la vita culturale. È stata attrice con Bloko Teatro, filmaker premiata al Torino Film Festival per “Ballata Trash” realizzato con la collaborazione di Edoardo Sanguineti e Andrea Liberovici, direttrice artistica non solo del Genova Film Festival ma anche di altre manifestazioni cinematografiche. Il cinema è stato ed è lo specifico ambito culturale in cui si è visibilmente manifestata la sua attività. Ma nel frattempo, in una dimensione inizialmente più privata e necessariamente più solitaria, si è affermata un’altra esigenza espressiva: la scrittura e in particolare la poesia. La prima raccolta, “Fragile al mondo”, è stata pubblicata da Prospero Editore nel 2016, cinque anni dopo le prime esperienze di lotta e liberazione attraverso la parola scritta sulla carta. Oppure sul computer posato sul tavolino davanti all’unica finestra della casa genovese da cui si vede il mare. Lì vicino, da qualche parte, sarà forse esposto il Premio Internazionale di Poesia “Città di Milano”, vinto nel 2017 con la seconda pubblicazione, “La memoria nel corpo”, edita da Rayuela. Recentemente, per due poesie inedite, ha ottenuto la menzione di merito alla X edizione del concorso di poesia contemporanea “Bologna in lettere” e l’ingresso come finalista al concorso “Poeti oggi” 2022. “L’ira notturna di Penelope” prosegue un percorso che si rivela fertile come la poesia sa diventare e severo come la poesia richiede. I cinquantanove componimenti sono divisi nelle sei sezioni “L’ira notturna di Penelope”, “Corda”, “Nessuna”, “Transitorio porto sicuro”, “La vita semplice delle ombre” e “Poetica”. Sulla copertina, in un tondo, c’è la fotografia di una gabbia scassinata, dettaglio dell'opera “Damen” dell'artista e fotografo Pietro Mari. Dentro la gabbia, inutile, c’è l’astina colorata su cui si è posato per chissà quanto tempo un uccellino evaso. Fuori è rimasta una targa di latta con scritto “Damen”, cioè donne. Penelope se n’è andata. È lei la donna che ha indirizzato la sua ira calmierata verso un lavoro notturno, durante il quale ogni punto disfatto è diventato la sfida per un nuovo ricamo in cui riflettere un’identità vera da ricercare tanto quanto il vero amore. Questo percorso ha significato partenza, dolore, creazione. Antonella Sica con la sue poesie lascia un segno concreto nella discussione sul femminile. Si ribella al lascito ancestrale dell’educazione patriarcale come dice il verso “Pelle su pelle cucita/troppo stretta ai fianchi”, incipit del componimento che dà il titolo alla raccolta. Descrive il desiderio inespresso e frustrato: “Ho lasciato sempre/qualcosa nel piatto/pur avendo ancora fame”. Esprime il coraggio di affrontare l’ignoto per scoprire una notte bambina che “mi scivola al braccio, tenera ombra,/mi chiede di tenerle la mano/perché, dice, ha paura del buio”, spostando l’angoscia fuori di sé. Definisce la funzione della scrittura: “C’è questo labirinto di parole/e io sono al centro che cerco/l’uscita scrivendo”. Abbandona sentimenti usati “Quando l’amore diventa/polvere addosso,/basta un soffio leggero”, per trovare dentro di sé una cima da vero approdo “Sciogliere ogni legame eppure restare,/volare senza scordare/ché l’unica corda è nel petto che batte/è l’unico modo, questo, di amare”. Le parole sono lavorate tanto quanto basta per essere esatte e segnare una strada che ora tutti possiamo percorrere. La creatività di Antonella Sica ha avuto un ulteriore slancio con la videopoesia, attività in cui parola e immagini si fondono generando nuovi spiragli di senso. Non solo esistono versioni video dei suoi componimenti, ma sulla rivista di poesia “Versante ripido” è titolare della rubrica “Lanterna magica” in cui pubblica letture per immagini di poesie scritte da altri. «Non si tratta – spiega lei stessa – di illustrazioni del verso, ma di una nuova risonanza. Non sono oggetti promozionali per il poeta, ma creazioni artistiche che mettono in relazione il testo con le immagini. Scelgo immagini di alta qualità libere da diritti che trovo in rete. Sono nate per altri usi e le piego a nuovi sensi come fa il poeta con la parola». Ad ogni videopoesia, inoltre, Antonella Sica regala la sua stessa voce, in un ulteriore livello di interpretazione.

 

PACIFICO RACCONTA LA SUA FAMIGLIA DI “BARBARI”

 “Pacifico” (al secolo Luigi “Gino” De Crescenzo) torna in libreria con “Io e la mia famiglia di barbari”, un romanzo autobiografico, un affresco della storia d’Italia, dei suoi emigranti, tra umorismo, commozione e amore per la sua “stramba” famiglia.  Edito da La nave di Teseo, il volume sarà disponibile nelle librerie e negli store digitali a partire da giovedì 21 aprile (euro 18). “È la storia della migrazione della mia famiglia dalla Campania a Milano, fino a me a Parigi – racconta Pacifico – È un libro pieno di sguardi, quelli che i ragazzini indirizzano ai grandi, ai genitori, che sbadigliano, litigano, brindano, fanno acquisti imprudenti, sperano in una promozione, mettono insieme di anno in anno una vacanza. È una raccolta di momenti minimi, ogni tanto una scena madre. Un raduno di fantasmi buoni, di facce amate, di tutti coloro che sono rimasti nel setaccio della mia memoria bucherellata”. Sin dalla copertina, scatto realizzato intorno agli anni ‘50 dal grande interprete della fotografia contemporanea Nino Migliori (classe 1926), ci si immerge immediatamente nell’atmosfera intima e delicata del romanzo, che cattura momenti di una quotidianità fragile e solida, allo stesso tempo. In occasione dell’uscita, giovedì 21 aprile, Pacifico presenterà al pubblico Io e la mia famiglia di barbari presso il Mondadori Megastore Milano – Piazza Duomo (ore 18.30 – Piazza Duomo, 1), insieme al giornalista, autore e conduttore televisivo Massimo Bernardini. Ingresso libero con prenotazione consigliata, fino ad esaurimento posti disponibili (per prenotare il proprio accredito inviare una mail ad eventi.duomo@mondadori.it ). “Io e la mia famiglia di barbari conferma che Pacifico è uno scrittore, un romanziere, capace di uscire dalla forma canzone per distendersi su una misura più ampia. Ma questo libro autobiografico, divertente e commovente, mostra anche quanta vita sta all’origine, magari involontaria, dei suoi bellissimi testi per la musica” commenta Elisabetta Sgarbi, fondatrice e direttrice generale ed editoriale de La nave di Teseo.

L’AUTORE. usicista, scrittore, autore e cantautore tra i più stimati del panorama italiano, Pacifico (all’anagrafe Luigi “Gino” De Crescenzo) ha all’attivo sei dischi e un EP a suo nome (“Pacifico”, “Musica Leggera”, “Dal giardino tropicale”, “Dentro ogni casa”, “Una voce non basta” e “Bastasse il cielo”). Negli anni ha partecipato due volte al Festival di Sanremo e si è aggiudicato prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Premio Tenco per la Migliore Opera Prima, la Targa Tenco 2015 come Migliore canzone dell’anno con il brano “Le storie che non conosci”, scritto e interpretato con Samuele Bersani, e il Premio della Miglior Musica al Festival di Sanremo. Il suo primo romanzo, Ti ho dato un bacio mentre dormivi, è stato ripubblicato da La nave di Teseo nel 2020, per Baldini+Castoldi ha pubblicato nel 2019 una breve raccolta di pensieri intitolata Le mosche. Ha lavorato per il cinema e il suo brano “Gli anni davanti” è stato candidato come miglior canzone ai Nastri d’Argento 2021. Per il teatro ha scritto e interpretato un monologo, “Boxe a Milano”. Come autore musicale, oltre al decennale sodalizio con Gianna Nannini, nel corso della sua carriera ha scritto per Andrea Bocelli, Gianni Morandi, Adriano Celentano, Malika Ayane, Eros Ramazzotti, Zucchero, Giorgia, Antonello Venditti, Extraliscio, Claudio Capeo e molti altri.  Ha, inoltre, duettato con alcuni dei più grandi artisti italiani e internazionali, tra cui anche Ivano Fossati, Marisa Monte, Ana Moura.

 

ENRICA BONACCORTI DICE ADDIO AL CONDOMINIO

Enrica Bonaccorti torna in libreria con un romanzo delizioso e imprevedibile, “Condominio, addio!” (Baldini+Castoldi), una lettura sorprendente in cui ritroviamo nuovamente Cico, l’originale protagonista del precedente romanzo di Enrica, Il condominio (2019, Baldini+Castoldi). Il libro, edito da Baldini+Castoldi, sarà disponibile nelle librerie e negli store digitali da giovedì 28 aprile (euro 17  - pagine 160). Bonaccorti firma un nuovo romanzo ironico, imprevedibile, al tempo stesso leggero e drammatico, in cui tra attacchi di “fantasticheria”, incontri dettati dal destino e scoperte disarmanti, l’imperturbabile Cico, misantropo dal cuore d’oro, sembra ora disposto a cambiare non solo l’indirizzo di casa. Questo il commento di Elisabetta Sgarbi, fondatrice e direttrice generale ed editoriale de La nave di Teseo e presidente e direttrice generale di Baldini+Castoldi: “Enrica Bonaccorti sta costruendo un piccolo grande mondo, popolato di personaggi che, romanzo dopo romanzo, stanno uscendo dalle pagine per entrare nell’immaginario dei suoi lettori. E sono felice di accompagnarla in questo viaggio nell’invenzione narrativa”.

L’AUTRICE. Enrica Bonaccorti (Savona, 18 novembre 1949), gran signora della tv italiana e conduttrice radiofonica di enorme successo, ha sempre frequentato la scrittura: paroliera di canzoni indimenticabili – “La lontananza”, “Amara terra mia” –, giornalista su varie testate come “Sette”, “Corriere della Sera”, ha curato la rubrica d’opinione “Il Francobollo” finché non è approdata alla narrativa con La pecora rossa e L’uomo immobile, inserito dal Ministero della Salute fra i testi che hanno “più correttamente divulgato una sindrome clinica”. Nel 2019 ha pubblicato per Baldini+Castoldi Il condominio, primo capitolo delle avventure di Cico. Le sono stati assegnati la Maschera d’argento per la radio, tre Telegatti per la televisione e, per la sua attività giornalistica, il Flaiano, il Penne pulite e il Guidarello.

 

UNIVERSITA’ DI PARMA: PER LA RASSEGNA “LIBRI DI STORIA” INCONTRO CON ELENA BONORA

Giovedì 21 aprile secondo appuntamento, sia in presenza che online, della rassegna “Libri di storia – Incontri con gli autori”, organizzata dal Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese culturali dell’Università di Parma in collaborazione con il Comune di Parma. Coordinatore scientifico della rassegna è Piergiovanni Genovesi, docente di Storia contemporanea e Delegato del Rettore per le iniziative culturali di carattere storico. Al centro di ogni incontro c’è un libro, una novità editoriale d’argomento storico, intorno al quale si organizza la discussione alla presenza dell’autore e di altri esperti: una riflessione a più voci aperta a tutti gli interessati che si propone sia di far conoscere più da vicino alla città la ricerca svolta all’interno dell’Ateneo sia, più in generale, di favorire la diffusione della conoscenza storica e delle sue tante potenzialità. L’incontro del 21 aprile dedicato al libro di Elena Bonora “Waiting for the Emperor. Italian Princes, the Pope and Charles V” (Viella 2022) è in programma  alle 10.30 nell’Aula K4 di via Kennedy; sarà possibile seguirlo sia in presenza che su Teams: urly.it/3n20w. Dialogheranno con l’autrice Massimo Firpo (Università degli Studi di Torino, Accademia Nazionale dei Lincei), Nicola Catelli (Università di Parma) e Luca Iori (Università di Parma). I lavori saranno aperti dai saluti di Piergiovanni Genovesi, Diego Saglia, Direttore del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese culturali e Mario Tesini, Direttore del Laboratorio dell’Ateneo per la storia del pensiero politico “De Cive” (http://www.decive.unipr.it). Negli anni Quaranta del Cinquecento, principi, signori e cardinali italiani si scambiarono lettere usando un linguaggio segreto ed evocativo, ricco di richiami mitologici e letterari. Aspettavano che l’imperatore Carlo V scendesse in Italia per ridimensionare il papato e lo Stato Pontificio una volta per tutte. Le loro lettere, mai utilizzate prima dagli storici, non erano fantasie letterarie; dietro i nomi fittizi, le metafore e la satira feroce contro Papa Paolo III, c’erano armi, denaro e potere. Per anni, sullo sfondo della battaglia tra i due giganti – il papa e l'imperatore – le corti di Mantova, Firenze, Milano e Ferrara perseguirono un grande piano per contenere il potere del papa alleandosi con gli uomini di Carlo V. A partire da questa corrispondenza immaginifica e sinora ignota, Elena Bonora riscostruisce un capitolo inedito di storia italiana. Il conflitto epocale tra l’”Italia dell'imperatore” e l’«Italia del papa» non fu solo politico: si mescolò a problemi religiosi, si sviluppò nella sfera della comunicazione e lasciò tracce nella vita culturale italiana, sulle pareti affrescate dei palazzi e nelle pagine dei libri. Ma l’ardito progetto elaborato dai principi italiani all’ombra dell’aquila imperiale fallì, e fallì per sempre, mentre la Controriforma avanzava e il sole cominciava a tramontare sull’Europa di Carlo V.

 

L’AUTRICE.  Elena Bonora è docente di Storia moderna all’Università di Parma. Le sue più recenti monografie includono: Giudicare i vescovi. La definizione dei poteri nella Chiesa postridentina (Laterza, 2007), 1564. La congiura contro il papa (Laterza, 2011), Aspettando l'imperatore. Principi italiani tra il papa e Carlo V (Einaudi, 2014) e La Controriforma (9a ed., Laterza, 2020). Il terzo e ultimo appuntamento della rassegna è in programma mercoledì 11 maggio, alle 16.30, nell’Aula Ferrari del Plesso D’Azeglio e avrà come protagonista il volume Parma e il suo territorio. Il racconto del patrimonio nelle guide a stampa tra Ottocento e primo Novecento (MUP Editore, 2021) di Carlo Alberto Gemignani.

(© 9Colonne - citare la fonte)