Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

KIEV: INIZIA OFFENSIVA
RUSSA IN DONBASS

Nel Donbass ci sono segnali dell'inizio di un'operazione offensiva da parte della Russia. Lo ha riferito lo stato maggiore delle forze armate ucraine su Facebook. Gli occupanti – secondo quanto riferisce l’agenzia Unian - stanno lanciando missili e bombardamenti su infrastrutture industriali e civili”. Gli sforzi principali della Federazione Russa si concentrano sull'instaurazione del pieno controllo sul territorio delle regioni di Donetsk e Luhansk e sul mantenimento del territorio precedentemente occupato. "Si stanno registrando segni dell'inizio dell'operazione offensiva nella zona operativa orientale. Nei distretti operativi di Slobozhansky e Donetsk, l'aggressore ha intensificato le operazioni offensive e d'assalto in alcune aree” riferiscono le stesse fonti. Intanto, Il presidente russo Vladimir Putin oggo ha assegnato un titolo onorifico per “eroismo” alla 64a Brigata fucilieri motorizzati, che l'Ucraina ha accusato di aver partecipato agli abusi commessi a Bucha, vicino a Kiev. Putin ha firmato, secondo il Cremlino, un decreto che concede a questa brigata il "titolo onorifico di "Guardia" per "eroismo e tenacia, determinazione e coraggio" dei suoi uomini. "Le azioni abili e decisive di tutto il personale durante l'operazione militare speciale in Ucraina sono un modello di esecuzione del dovere militare, coraggio, determinazione e alta professionalità", ha scritto il presidente russo ai militari. Il Cremlino non indica dove sono o sono stati schierati questi uomini né specifica le loro missioni. L'Ucraina ha accusato l'esercito russo, e in particolare la 64a brigata in questione, di aver commesso un massacro di civili a Bucha, scoperto dopo il ritiro dei soldati russi il 30 marzo. La Russia nega e ha accusato le autorità ucraine ei media occidentali di aver inscenato il massacro, o le forze ucraine di averlo commesso per incolpare Mosca.

LA SITUAZIONE. La guerra scatenata dall’invasione russa dell’Ucraina giunge oggi al cinquantaquattresimo giorno senza che ancora si riesca a intravedere una soluzione diplomatica a un conflitto che sta portando la tensione tra Mosca e Nato a livelli mai raggiunti. In ogni caso i vertici dell’intelligence ucraina nelle ultime ore hanno affermato di ritenere improbabile che il Cremlino, nonostante l’offensiva segni il passo, decidano di ricorrere alle armi nucleari tattiche, uno dei pericoli paventati in seguito all’intensificarsi della fornitura di armi occidentali a Kiev. Lo stesso portavoce di Putin, Dmitri Peskov, è tornato a ribadire che la dottrina russa prevede l’utilizzo dell’arma atomica soltanto nel caso di una minaccia diretta all’esistenza della nazione.

Intanto, sul campo, l’attenzione del mondo è puntata sulla situazione a Mariupol: questa città portuale nel sud-est dell'Ucraina, punto di fondamentale importanza strategica, è stata bersaglio di bombardamenti ininterrotti dall'inizio dell'invasione delle forze russe. La presa di Mariupol consentirebbe ai russi di consolidare le loro conquiste territoriali costiere lungo il Mar d'Azov collegando la regione del Donbass, in parte controllata dai loro sostenitori, alla Crimea che Mosca ha annesso nel 2014. Nella giornata di ieri, il ministero della Difesa russo ha chiesto agli ultimi combattenti ucraini trincerati nel complesso metallurgico Azovstal a di evacuare i locali domenica a mezzogiorno. “A tutti coloro che deporranno le armi sarà garantito il salvataggio della vita”, ha assicurato lo Stato maggiore di Mosca su Telegram. Con scarso successo, però, dato che nessuno si è arreso, anche se Mosca ha annunciato l’uccisione del comandante dei marines ucraini. A Mariupol la situazione è "disumana", ha detto sabato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, invitando gli occidentali a inviare “immediatamente” le armi pesanti che sta chiedendo con insistenza.

Restando al sud, nella regione di Odessa, “la difesa antiaerea russa ha abbattuto un aereo da trasporto militare ucraino che consegnava un grosso lotto di armi fornite all'Ucraina dai paesi occidentali”, ha affermato il ministero della Difesa russo.

Spostandoci a est, sabato le forze russe hanno bombardato una raffineria di petrolio a quattro chilometri da Lysytchansk, molto vicino alla prima linea, secondo le autorità locali. Secondo il ministero della Difesa britannico, le forze del Cremlino “continuano a riposizionare attrezzature da combattimento e di supporto dalla Bielorussia all'Ucraina orientale, anche in luoghi vicino a Kharkiv e Severodonetsk”. I russi hanno inoltre lanciato negli ultimi due giorni piccole offensive intorno a Izium, Popasna e nella regione di Rubizhne e Severodonetsk, con l’uso dell’artiglieria o di forze meccanizzate. Gli analisti britannici ritengono comunque che è improbabile che questi attacchi siano più efficaci di quelli lanciati intorno a Kiev a marzo, “a meno che i russi non cambino significativamente il loro modello operativo”. È evidente infatti che gli ucraini abbiano ormai ampiamente dimostrato la loro capacità di resistere nei combattimenti urbani. È comunque proprio sul fronte orientale che il Cremlino dovrebbe far scattare la sua temuta offensiva volta a cancellare la disfatta rimediata nei quadranti settentrionali.

Nel suo ultimo video-messaggio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito un concetto da lui già espresso più volte negli ultimi giorni, ovvero che “le truppe russe si stanno preparando per un’operazione offensiva nell’Est del nostro Paese. Offensiva che inizierà nel prossimo futuro” con l’intenzione di “distruggere e mette finire al Donbass e a tutto ciò che un tempo dava gloria a questa regione industriale. Proprio mentre le truppe russe stanno distruggendo Mariupol, vogliono spazzare via anche altre città e comunità nelle regioni di Donetsk e Lugansk”. Da parte sua il capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk, Sergiei Gaidai, ha rinnovato l’appello alla popolazione affinché abbandoni questo settore al più presto. “La prossima settimana potrebbe essere difficile. Potrebbe essere l’ultima in cui abbiamo ancora la possibilità di salvarvi”, ha affermato Gaidai nell’appello.

Per quanto riguarda Kiev e il nord del paese, le forze russe hanno reso noto ieri di aver bombardato una nuova fabbrica di armi vicino alla capitale, intensificando - come annunciato - per il terzo giorno consecutivo, i loro attacchi contro la capitale dopo la distruzione dell'ammiraglia della loro flotta nel Mar Nero, la Moskva. Un complesso di attrezzature militari, in particolare carri armati, era già stato preso di mira sabato nella periferia di Kiev. A Kharkiv, nel nord-est, cinque persone sono state uccise e 13 ferite domenica in una serie di attacchi, secondo i responsabili del servizio di sicurezza nazionale.

Infine, a ovest, la difesa antiaerea ha reso noto sabato di aver distrutto quattro missili da crociera lanciati da velivoli russi decollati dalla vicina Bielorussia nella regione di Leopoli. (18 APR - deg)

(© 9Colonne - citare la fonte)