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Universita' Calabria: presentato
primo rapporto Turismo Radici

Universita' Calabria: presentato <br> primo rapporto Turismo Radici

Il turismo delle radici è anche un’opportunità di rilancio dell’Italia post Covid e per valorizzare il ritorno alle origini. È il messaggio lanciato, questa mattina a Rende (Cosenza) nell’aula Caldora dell’Università della Calabria, da accademici, esperti del settore e rappresentanti istituzionali nel corso della presentazione del primo rapporto nazionale sul Turismo delle radici, realizzato dalle docenti dell’ateneo calabrese Sonia Ferrari e Tiziana Nicotera. Si tratta del risultato di anni di studi effettuati e confluiti in tre volumi dell’Egea, in lingua italiana, spagnola e inglese. Le due autrici, in collaborazione con altre università (Mar del Plata, Torino, Bari, Messina) e con il contributo di esponenti internazionali ed esperti hanno provato ad analizzare un fenomeno ancora sottovalutato ma che può offrire tante opportunità per il futuro. Per questo motivo il Ministero degli Esteri ha deciso di “sposare” il progetto e finanziare lo studio. “Come direzione generale degli Italiani all’estero - ha affermato il funzionario del Maeci, Sara Rossi - riteniamo che il turismo delle radici ha un potenziale enorme, prima di tutto per i numeri. Il potenziale del turismo delle radici risiede in un’idea innovativa di turismo, ovvero quella di un turismo sostenibile che valorizza i territori dimenticati che sono fuori dagli itinerari classici e che soffrono lo spopolamento. Per questo il Ministero degli Esteri ha deciso di investire su turismo delle radici e lo ha fatto convocando un tavolo tecnico di coordinamento ogni anno a partire dal 2018. Questo progetto è una grande occasione per le comunità degli italiani all’estero. Dobbiamo insistere su queste tre direttive: ecosostenibilità, digitalizzazione, sostegno all’occupazione giovanile tramite la creazione di nuove figure professionali che possano operare nel nuovo settore”.

Nel corso della presentazione sono stati illustrati i risultati della ricerca e le metodologie applicate anche attraverso la voce di chi ha realizzato lo studio sul campo. “Il nostro studio - ha spiegato la professoressa Sonia Ferrari, una delle autrici del Rapporto - ha la finalità di conoscere il turista delle radici per la futura programmazione al fine di realizzare una efficace offerta turistica. Abbiamo adottato una metodologia mista. È stata una ricerca complessa che è stata suddivisa in diverse fasi. C’è stato un focus sull’Argentina e poi su alcuni comuni calabresi e pugliesi. Abbiamo individuato anche future linee di ricerca e le implicazioni pratiche. Infine abbiamo realizzato un video racconto. L’indagine qualitativa ha riguardato una comunità di italiani che vivono in Argentina. Abbiamo somministrato a 1.914 persone un questionario on line e ne abbiamo ritenuto validi 1500. L’emigrazione è sicuramente cambiata, oggi parliamo di emigrazione dei pensionati e quindi dobbiamo adattare l’offerta turistica a questi cambiamenti. Abbiamo valutato l’impatto che il turismo delle radici può avere sulla diffusione dei prodotti locali. Abbiamo progettato un archivio sonori dei dialetti con la collaborazione del professore Luciano Romito. I turisti oggi cercano il contatto con la natura, l’autentico. Questo turismo è sostenibile da un punto di vista ambientale perché il turista non cerca il grande albergo ma vuole vivere nei borghi”. Uno dei momenti più significativi della presentazione è stata la proiezione del video-racconto con la testimonianza di una ragazza argentina giunta in Calabria per riscoprire le sue origini. L’altra autrice, Tiziana Nicotera, ha evidenziato i risultati della ricerca attraverso i viaggi delle radici nel web: “Il ruolo dei Comuni in questo settore è importante e rappresenta l’anello di congiunzione tra chi è emigrato e la terra di origine. Il questionario è servito a sensibilizzare le amministrazioni e a misurare la consapevolezza che loro avevano dei flussi turistici. Dallo studio è emerso che pochi Paesi hanno strutturato una comunicazione digitale e che la definizione di turismo delle radici è ancora ambigua. Ma quello che c’è sul web è estremamente positivo. Non bisogna trascurare la fase post viaggio. Nell’ultima parte abbiamo analizzato la parte relativa alle iniziative e azioni operative. Saranno organizzate delle Summer school. Dobbiamo lavorare sui territori per accogliere, ma dobbiamo lavorare anche molto all’estero”.

Il progetto della Summer school è stato illustrato dal professor Fabio Serricchio dell’Università del Molise, collegato in videoconferenza. Idee per il futuro ben condivise anche dal vicepresidente Aps Energie per le radici, Lorenzo Coia. Il focus della ricerca è stato ben spiegato poi dalla docente della Universidad Nacional de Mar del Plata, Ana Maria Biasone, collegata in videoconferenza: “Dalle interviste è emerso che tutti hanno valutato l’esperienza molto positiva. Hanno affermato che il turismo delle radici può essere una buona alternativa. Molti hanno parlato di turismo inverso, ovvero cercare in Argentina tradizioni che si sono perse in Italia. È emersa la volontà di vivere in Italia e vivere all’italiana”. A fare eco alle parole della professore Biasone, anche l’intervento di Carlo Maria Gallucci, pro rettore dell’Università di Barcellona: “Dobbiamo imparare a lavorare tutti insieme. Anche le generazioni che non hanno mai visitato l’Italia si emozionano, cosa che noi non riusciamo a fare più. Mi preoccupa molto l’abbandono del capitale umano”. Il professore Filippo Grasso dell’Università di Messina ha sottolineato l’importanza di una “governance del turismo”. Ai numeri e ai metodi di ricerca, si sono intrecciati i racconti di Pasquale Guaglianone, che ha ricostruito la storia degli italiani nel mondo attraverso i servizi realizzati per il programma “L’Italia con voi” di Rai Italia. Il vicepresidente di Unioncamere, Klaus Algieri, che ha finanziato il progetto, ha ribadito come “siano state sempre sottovalutate le potenzialità di quel turismo vero che a noi serve, che non duri un giorno”. Il vicedirettore del Dipartimento Disgag dell’Unical, Anna Lasso, ha ricordato l’importanza di coinvolgere la comunità accademica internazionale. Per il presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, “la Regione Calabria sta facendo di tutto anche per ribaltare l’immagine che si ha all’esterno della Calabria”. Numerosi gli interventi di amministratori di tutta la regione che hanno accolto l’invito a fare rete. (mim – 3 mag)

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