"Putin sta rovinando generazioni di giovani russi, assenteisti della politica e indifferenti alla tragedia della guerra". Non ha la loro sfiducia "ma se li chiamerà a combattere, non andranno", "se chiamasse masse di soldati al fronte, nessuno verrebbe. Lo Stato russo è totalmente corrotto. Anche col coronavirus lo abbiamo visto: ha dovuto costringere ad osservare le restrizioni, nessuno osservava la legge. Se convochi milioni di persone, le chiami ad alzarsi dal divano e ad andare a morire in Ucraina, tutti ti diranno: 'Perché io? Prendete lui' Putin non vuole scatenare proteste e fughe a catena. La Russia ha un'economia al collasso, la società è divisa, milioni di persone non hanno perdonato questo conflitto. In pochi vogliono essere buoni, bravi e coraggiosi soldati contro persone che non hanno fatto loro niente di male. Non capiscono quale sia lo scopo". Lo sostiene Kyrill Martynov, vicedirettore del quotidiano Novaya Gazeta, che il Cremlino ha silenziato il 28 marzo scorso, e diventata Novaya Gazeta Europe grazie all'alleanza con un gruppo di giornali europei - La Stampa in Italia, la Süddeutsche Zeitung in Germania, Le Monde in Francia e Gazeta Wyborcza in Polonia - che pubblicano una selezione di articoli della testata. E sostiene che alla propaganda di Putin "alcune persone in Russia ci credono o per meglio dire ci vogliono credere perché, sapete, se non credi a questa propaganda, ti trovi in una posizione molto difficile", "non solo è pericoloso esprimere un'opinione contraria sulla guerra in Russia. È soprattutto questione di identità", "i russi non vogliono essere filosofi morali tutti i giorni. Milioni di loro fanno solo finta di credere che se Putin sta agendo così, un motivo ci sarà". E aggiunge: "Quest'anno, il prossimo, potrebbero essere cruciali per Mosca. Forse avranno un impatto tragico anche sulla storia europea, perché qualunque cosa accadrà, saranno un test enorme per l'identità russa. Se la Russia mantiene a lungo questo sentimento post-imperialista, ci saranno ancora persone disposte a credere che i vicini vengono uccisi solo perché sono nazisti. Sarebbe un caso molto simile a quello dei tedeschi del XX secolo, una sfida molto difficile fingere di essere un buon popolo con un buon governo, visto quello che succede. Ma a me, al momento, e la parata lo dimostra, Putin sembra che voglia solo trovare buone scuse per giustificare se stesso", "è assolutamente in difficoltà. La retorica è 'siamo stati costretti', 'non avevamo altra scelta, dovete capirmi'. È interessante notare com'è cambiato in tre mesi. Era molto più coraggioso a febbraio. Non ha nessuna opzione reale per finire questa guerra. E neanche per vincerla sul piano militare", "due giorni fa ho parlato con uno scrittore russo molto importante che vive negli Stati Uniti. Mi ha detto che Putin non vuole perdere la guerra ed è per questo che non attaccherà mai un Paese Nato". (10 mag - red)
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