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direttore Paolo Pagliaro

Passato e presente, l’Associazione Trentini nel mondo si racconta

Passato e presente, l’Associazione Trentini nel mondo si racconta

Il Grand Hotel di Trento ha ospitato ieri “Trentino: terra di emigrazione”, un appuntamento per raccontare, tra passato e presente, l’Associazione Trentini nel Mondo. Relatori dell’occasione sono stati Francesco Bocchetti, direttore dell’associazione dal 2016, e l’ex vicepresidente Aldo Degaudenz con Maurizio Tomasi, direttore della rivista “Trentini nel mondo”, a tessere le fila. Per comprendere l’emigrazione trentina, uno dei capitoli più importanti della storia della Provincia Autonoma di Trento, è necessario fare un passo indietro di almeno un paio di secoli: “La migrazione moderna, o grande migrazione, inizia dopo la seconda metà dell’Ottocento, con destinazione gli Stati Uniti d’America. A spingere in questa direzione i trentini hanno contribuito fattori locali come la collocazione geopolitica dell’Impero Austro Ungarico, con il Trentino che era diventato una regione ormai periferica, la grande depressione e la crisi finanziaria con il crollo della borsa di Vienna nel 1873, così come le crisi agricole e di carattere sanitario del periodo” spiega Bocchetti.  Due erano le categorie di partenti: coloro che vendevano tutto perché non avevano alcuna intenzione di tornare, i cosiddetti “coloni”, e i lavoratori che emigravano per cercare sostentamento per le proprie famiglie, ma con la prospettiva di un rientro nella terra da cui erano partiti. “Questo grande flusso – continua Bocchetti - si interrompe con la Prima Guerra Mondiale, per riprendere poi dopo la Seconda Guerra Mondiale, con una ondata di migrazione di massa che interessa particolarmente il Trentino, anche grazie alla promozione del governo italiano”. Un nuovo “freno” arriva tra il 1975 e il 2005, prima di nuove partenze verso l’estero, con il Trentino che diventa una delle regioni maggiormente interessate dal fenomeno migratorio in uscita. La storia dell’emigrazione trentina, inevitabilmente, si intreccia con quella dell’Associazione Trentini nel Mondo, come ha sottolineato Aldo Degaudenz: “I circoli all’estero servivano e servono per ricostruire relazioni tra le tra persone. La nostra associazione nasce nel dicembre del 1957, a poco più di un anno dalla tragedia di Marcinelle in Belgio, dove tra i 136 italiani morti c’era anche un trentino, Primo Leonardelli, e a pochi mesi dal convegno di Lavarone – Chiesa organizzato dall’Acli, in cui emersero i problemi dei nostri migranti: dai contratti di lavoro spesso non osservati dai datori lavoro al divieto di raggiungimento dei familiari, passando per la mancanza di centri di aggregazione e socializzazione, fino ad arrivare alle difficoltà di rapporti e integrazione con la popolazione residente e l’assenza di giornali e rapporti con il proprio territorio d’origine. Da lì partirono le prime iniziative e si arrivò alla prima pubblicazione della rivista ‘Trentini nel mondo’ nel gennaio 1958”. Una rivista cresciuta nel corso del tempo, fino a diventare la più letta dagli emigrati e dai loro discendenti negli oltre duecento circoli dell’Associazione Trentini nel Mondo sparsi in tutto il globo.  (22 giu – FeB)

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