“Con il punto interrogativo della bassa affluenza, con cui bisogna fare i conti, mi pare un risultato positivo e confortante per il centrosinistra e “si conferma il fatto che una coalizione aperta, più che larga, in grado di includere il civismo, è competitiva a livello locale e può contare su una selezione più efficace della classe dirigente. Mi pare che il centrodestra invece paghi molto i tentativi di melonizzazione. Hanno provato a imporre uno schema nazionale rigido, con una egemonia di Fdl, e credo sia solo l'anticamera di un processo più generale che porterà una trazione meloniana. O le altri componenti sono in grado di reagire, o si determineranno contraccolpi”. Così Andrea Orlando, ministro del Lavoro e capodelegazione del Pd al governo, in una intervista al Corriere della Sera commenta l’affermazione del centrosinistra alle elezioni amministrative. Riuscirà Letta a tenere dentro Conte, Di Maio, Speranza, Renzi e Calenda? “Bisogna puntare ad allargare quanto più possibile, partendo non da una impalcatura ideologica, ma dall'agenda e dalle domande presenti nella società, che cresceranno ancora di più come ha dimostrato il voto francese. È su priorità come salari, lotta precarietà, transizione ecologica, attenzione alla sanità e alla scuola pubblica che bisogna misurare vicinanze e distanze dei potenziali protagonisti del cosiddetto campo largo”. “Dobbiamo dare risposte soprattutto sui temi sociali come precarietà del lavoro, salari e pensioni, che in autunno saranno presenti in modo ancora più pressante. II centrosinistra deve partire da qui, il che non vuol dire rinunciare ai diritti civili e altri temi identitari. La vera sfida sarà sulle diseguaglianze e dobbiamo dare segnali forti”. (28 giu - red)
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